Ci offre una ottima opportunità, il Presidente dell’Autorità Portuale dell’Adriatico Meridionale Patroni Griffi, quando apostrofa le associazioni ambientaliste, tentando di screditarle, come “ignoranti” sulla stampa locale. L’opportunità cioè di spiegare ai cittadini la questione del deposito Edison. I cittadini potranno rendersi conto da che parte sta l’ignoranza, o forse è meglio dire la volontà di lasciare la popolazione nell’ignoranza, su questo progetto nocivo per lo sviluppo del porto e non solo. Ecco alcuni punti che non si possono ignorare.

  • È un progetto ad elevato rischio di incidente rilevante in un’area che ha già altri 11 impianti ad elevato rischio, secondo la Direttiva Seveso, non è un giocattolo… Per questo c’è il NoF (Nulla osta di Fattibilità) richiesto dal Ministero per simili progetti con la relativa consultazione pubblica a cui parteciperemo.
  • Edison ha già cambiato 3 volte il progetto forse per il problema del BOG;
  • Da “ignoranti” spieghiamo cos’è il BOG (Boil-off gas) e cosa comporta: il GNL arriva da metaniere a -162 gradi, perché per essere liquido deve essere compresso 600 volte. Ogni grado in più nei trasbordi, passaggi alle autocisterne o bettoline, provoca un aumento di tre volte del volume. E come si gestisce il GNL che diventa gassoso anche per soli pochi gradi? Nel primo progetto Edison doveva essere bruciato in una torcia a terra (ground flairing), nella seconda revisione doveva produrre energia con “due motori a combustione interna (MCI) da 630 kW ciascuno da immettere in rete elettrica”. Una parte del BOG “sarà compressa a una pressione di circa 6 barg ai fini dell’invio in rete SNAM. Inoltre, l’impianto dovrà prevedere una sezione di correzione delle proprietà calorifiche del BOG al fine di garantire quanto previsto dal codice di rete Snam (indice di Wobbe). Il sistema di correzione includerà pompe booster e vaporizzatori per il GNL nel caso in cui sia necessario effettuare del blending del BOG” (pag. 32 del progetto). Cioè si tratta di un rigassificatore.
  • Pertanto nel progetto di deposito si hanno in rev2: “variazioni minori” della torcia alta 45 metri, motori per produrre energia e vaporizzatori per rigassificare il GNL in metano da immettere in rete. Chiaramente non è più solo un deposito.
  • La torcia di emergenza alta 45 metri si trova sulla rotta di atterraggio degli aerei, ma, assicura Edison, i “valori di irraggiamento e radiazione termica sono contenuti nei 50 metri in cui si prevede una portata di BOG scaricata in torcia di 43750 kg/h”, cioè 43 tonnellate l’ora, “con 4,73 kW/m2 come massimo valore di irraggiamento”, ma il livello di irraggiamento in prossimità della superficie di avvicinamento dell’Aeroporto di Brindisi è ammessa alla soglia di radiazione di 3 kW/ m2!
  • E’ stato appena approvato il finanziamento al nodo intermodale per 35 milioni, che porta la ferrovia a pochi metri dal deposito, attività che per motivi di sicurezza dovrebbe essere sospesa nei momenti di scarico dalle metaniere. Non ci sembra il caso di farci vicino un deposito pericoloso GNL!
  • Il deposito vincola per ragioni di sicurezza l’intera operabilità del porto a Costa Morena.
  • Ma a che serve questo deposito GNL? Ad alimentare camion e navi a GNL. Secondo it sono 80 le stazioni di servizio per il GNL dei camion: ma in realtà si tratta di stazioni metano. Il deposito prevede lo sviluppo di tali distributori entro il 2030…. E lo stesso per le navi. Per ora ci sono pochissimi camion e navi a GNL!
  • Il deposito GNL di Edison è stato considerato un progetto di pubblica utilità strategico per la transizione energetica del Paese e in quanto tale è beneficiario di un finanziamento del Fondo Complementare del Pnrr, che impone di realizzare l’opera entro l’inizio del 2026. Edison non ci mette un euro e lo paghiamo noi!
  • E’ un progetto finanziato all’interno del Decreto Emergenza gas del Governo Draghi, che non c’è più, visto che la nuova politica del Governo Meloni è quella di far diventare l’Italia “hub del gas”, cioè esportatrice di gas. Altro che emergenza!
  • Patron Griffi cita come modello l’unico deposito GNL in funzione in Italia: quello di Ravenna: intanto quello è composto da 2 depositi da 10 mila tonnellate l’una, ha due ground flairing. Poi lì le autocisterne e le bettoline trasportano il GNL al vicino rigassificatore di Porto Viro di Rovigo…. Un giro inutile.
  • Infine una parola sulle ragioni dei sindacati, che comunque sono rappresentanti per la Costituzione del mondo del lavoro e dei cittadini: ma per solo 30 posti di lavoro non vale la pena bloccare l’intera banchina del porto.
  • Il GNL è metano, CH4, contiene carbonio e libera CO2 bruciando: per l’emergenza climatica dobbiamo ridurre, come Italia, le sue emissioni del 55% entro il 2030 per arrivare a emissioni zero al 2050. A che servono altro gas, altri depositi ?
  • In margine, è stato appena approvato per Brindisi la più grande discarica in mare, la vasca di colmata in cemento, dove mettere i fanghi tossici di tutto l’Adriatico Meridionale, all’estuario naturale di Fiume Grande, un canale di sfogo di un bacino idrogeologico molto sensibile, e abbiamo visto cosa è successo in Libia in questi giorni: ormai nessun evento è imprevedibile. Poi diranno che non potevano prevedere!

Stiamo studiando il progetto Edison da molti mesi come associazioni ambientaliste, ed è cambiato già tre volte in modo sostanzioso. Crediamo che queste modifiche, come l’ultima della gestione del BOG con la torcia sempre accesa di 45 metri ed un progetto di rigassificazione  del BOG per immetterlo in Rete gas SNAM, impongano che Edison presenti una richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale con tutte le novità sostanziali intervenute.

 

Gli ambientalisti ignoranti:

Legambiente Brindisi, Italia Nostra Brindisi, WWF Brindisi, Salute Pubblica Brindisi, No al Carbone Brindisi, Medicina Democratica Brindisi, Fondazione di Giulio, Movimento No TAP/SNAM di Brindisi, Redazione emergenzaclimatica.it, Medicina Democratica Nazionale, CEDEUAM UniSalento, Forum Ambientalista ONG , Campagna nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile, La Piazza della Valdicornia Piombino, Rete Nazionale No Rigass No GNL, Legambiente Forlì Cesena, Legambiente Imola Medicina, Comitato Salvaguardia Golfo di Trieste, Associazione Posidonia Porto Venere La Spezia, VAS Verdi e Società Onlus Salento, Comitato Popolare Zona Est Napoli, Tavolo Ambiente della Consulta Popolare Salute della Città di Napoli, RECA Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna, Coordinamento Ravennate Per il Clima Fuori dal Fossile, No Rigass Calabria, Associazione Follereau Italiana Dirittiamoci ODV, Casa dei Circoli e Popoli di Ceriale (SV), Altro Modo Flegreo Pozzuoli, Rete NoBox Napoli, Comitato Leviamoci l’Amianto dalla Testa di Eboli, Forum per i Diritti del Malato Napoli, Comitato ex Lavoratori Montefibre di Acerra, Comitato No Tubo Marche e Umbria, Faenza Eco-logica, No Tubo Romagna, Coordinamento No Hub del Gas, Progetto Catone APS, AIRSA Associazione Indipendente Ricerca Salute e Ambiente, Forum Ambiente e Salute Lecce, ISDE Medici per l’Ambiente Napoli, Trivelle Zero Marche, Comitato STOP Veleni Augusta Priolo Melilli Siracusa, Medicina Democratica Sud, TerraBlu, Galatone Bene Comune, NoiAmbiente, Beni Culturali di Noha e Galatina, Città Futura Muro Leccese, Coordinamento Civico Ambiente e Salute Lecce, No Hub del Gas Abruzzo, Coordinamento Civico Ambiente e Salute Galatina

E molte altre firme singole di medici, ricercatori, professori universitari, ingegneri, politici, … che ringraziamo.