Ieri mattina per le vie del centro storico un corteo degli studenti palermitani – al quale hanno partecipato le donne dell’UDI, raccolte dietro lo striscione “Fuori la guerra dalla storia” – ha aperto la nuova stagione del dissenso contro il conflitto bellico in atto alle porte dell’Europa, con l’intento di sviluppare, a partire dai presidi scolastici, un vasto movimento pacifista nella città che coinvolga attivamente la cittadinanza, ben sapendo che nelle società democratiche la volontà della Pace è prevalente rispetto alla logica guerrafondai degli stati belligeranti.
La manifestazione ha idealmente dato l’avvio alla settimana di mobilitazione, rispondendo così all’appello – come hanno voluto precisare i giovani nelle loro pagine social – lanciato nella Conferenza internazionale per la Pace, tenutasi a Vienna lo scorso giugno ed organizzata dalle Reti pacifiste di ben 40 paesi collegate con Europe for Peace, un summit a conclusione del quale è stata presa la decisione di riconvocarsi nelle piazze per una mobilitazione comune a livello globale, da svolgersi dal 30 settembre all’8 di ottobre prossimi, riaffermando ancora una volta la necessità immediata di avviare il percorso di una trattativa per la pace in Ucraina e nel mondo.
In linea con le coordinate di Europe for Peace, il percorso di mobilitazione programmato dagli studenti di Palermo è stato illustrato nel corso dell’assemblea di chiusura del corteo, avvenuta nell’aula magna di “Lettere e Filosofia” in viale delle Scienze. Infatti, nei prossimi giorni – ha reso noto il coordinamento degli studenti – saranno presenti nelle scuole e nelle università “con diverse iniziative di sensibilizzazione e informazione sul tema della guerra”, in vista della partecipazione alla grande manifestazione nazionale convocata a Roma il 7 ottobre.
L’appuntamento romano è stato promosso da più forze sociali, una manifestazione che sarà caratterizzata da una piattaforma di lotta che mette al centro lavoro e reddito contro la precarietà e contro l’autonomia differenziata, per una politica di pace intesa come ripudio della guerra: “La richiesta di un cessate il fuoco immediato – scrivono in un loro comunicato gli studenti panormiti – e l’avvio di negoziati basati su principi di sicurezza comune, del rispetto dei diritti umani e dell’autodeterminazione dei popoli e delle comunità si fa più che mai urgente a più di un anno dall’inizio del conflitto. Mentre il conflitto in Ucraina sembra quasi scomparso dal dibattito pubblico e mediatico, noi torniamo in piazza per ribadire il rifiuto della guerra come soluzione ai conflitti tra gli Stati”.
Il totale asservimento propagandistico della cd. “guerra giusta” acriticamente sostenuto dai media, in un ruolo di appendice della catena di comando militare, è stato il tema più dibattuto nel corso della succitata assemblea di “Lettere e Filosofia”, nella quale si è messa in risalto la campagna mediatica di legittimazione condotta in Italia sia dalla carta stampata (con qualche eccezione) che dai talk show televisivi, schierati nel fiancheggiamento dell’alleanza atlantica, svilendo così il ruolo che avrebbe potuto condurre l’Europa con il mantenimento di una neutralità attiva per la pace, piuttosto che essere relegata ad un ruolo di subalternità americana, come una qualsiasi provincia dell’impero senza alcuna prospettiva per un futuro autonomo, rinunciando a divenire una vera grande potenza pacifista in grado di giocare un ruolo geopolitico in un nuovo ordine mondiale cooperante e solidaristico.