Scarpe.
Piramidi in bianco e nero
dietro le vetrine del museo
ad Auschwitz.
I lacci degli scarponi di Van Gogh:
profumo di terra e d’erbe,
sentore di muffa e fatica,
zolle d’esistenza.
Scarpe.
Ballerine o tacco 12
rigorosamente rosse
allineate con cura sulle scale:
un femminicidio ogni tre giorni.
Scarpe.
Ciabatte di gomma a Lampedusa,
garze sulle piaghe a Trieste:
resistenza ai piedi degli infranti.
Scarpe.
Suole artigliate per le impalcature,
sottili per i pedali dei TIR,
con guanti e caschi e imbragature
mai consegnati:
un nome al giorno, almeno,
cancellato.
Ma danzare a piedi nudi
al ritmo dei tamburi
per onorare i morti
questo ancora ci è dato.
(17 settembre 2023)