« Non erano terroristi i nove anarchici arrestati lo scorso 8 agosto tra Genova, La Spezia, Massa e Carrara. Il tribunale del riesame di Genova, infatti, ha cancellato l’accusa di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo per i redattori della rivista Bezmotivny – Senza Motivo, finiti al centro dell’inchiesta ‟Scripta Sceleraˮ proprio a causa della realizzazione di un periodico diffuso in poche centinaia di copie ».
Per trovare questa notizia occorre andare sul sito de ‟Il Manifestoˮ [1], e all’articolo firmato da Mario Di Vito.
Repressione anti anarchici: sbatti il “mostro” in prima pagina!
Sulla stampa di regime nulla.
Eppure, meno di un mese fa, la stessa stampa di regime – Corriere della Sera, Repubblica, Rai News, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 ore, Il Giornale, etc – aveva dato ampio risalto all’arresto dei ‟pericolosiˮ terroristi anarchici.
« Le accuse sono pesanti: associazione con finalità di terrorismo, istigazione e apologia con finalità di terrorismo e offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. Per questo 9 militanti anarco-insurrezionalisti legati al circolo anarchico “Goliardo Fiaschi” di Carrara (MS) sono stati raggiunti da misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Genova nell’operazione ‟Scripta Sceleraˮ compiuta dalla polizia di Stato di Genova, La Spezia e Massa Carrara », scriveva ad esempio l’agenzia di stampa Askanews [2], subito riportata pari pari da Il Sole 24 ore e dagli altri.
Ma non è solo la stampa di regime da stigmatizzare.
Occorre rilevare anche come la magistratura inquirente, il PM di Genova Federico Monotti in particolare, accusandoli di essere « soggetti refrattari al rispetto delle regole imposte dall’autorità », aveva proposto « ricorso contro la decisione del GIP di decidere “solo” per arresti domiciliari e obblighi di dimora ». Per lui sarebbe stata necessaria « la custodia cautelare in carcere », scrive l’Unità [3].
L’unico “reato” degli anarchici: diffondere informazione anti-sistema
Cosa resta di questa storia?
« La redazione, stampa e diffusione della pubblicazione clandestina denominata ‘Bezmotivny – Senza Motivo’, quindicinale divenuto principale strumento di promozione e diffusione del messaggio anarchico ».
« A Bezmotivny, viene contestata anche la stampa clandestina, non essendo mai stata registrata la testata in tribunale. Tuttavia la sua diffusione, ancorché assai ridotta, non si muoveva certo per canali misteriosi: sul web sono ancora facilmente rintracciabili tutte le indicazioni per procurarsene una copia o addirittura abbonarsi », spiega l’Unità [4].
« Troppo poco per ipotizzare l’esistenza di un’associazione sovversiva, abbastanza però per confermare le misure cautelari nei confronti degli indagati » da parte del Tribunale del Riesame di Genova, conclude il giornale.
D’altro canto il sistema-stato trova sempre l’occasione per esprimere la propria repressione contro gli anarchici, anche i più pacifici, come nel recente caso di Messina.
Cosa vuol dire “stampa clandestina” e chi ne ha introdotto il reato?
Cosa in verità assurda poiché per il vigente reato di ‟stampa clandestinaˮ l’articolo 663 del codice penale prevede solo « la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 103 a euro 619 » [5].
In definitiva, mancava la registrazione anche perché mancava un giornalista professionista che accettasse l’incarico di direttore responsabile: un po’ per scelta anti-autoritaria e un po’ perché difficile se non impossibile trovarne uno disponibile a dirigere un giornale anti-sistema.
Si tratta di una norma introdotta dal dittatore Benito Mussolini per limitare e controllare la stampa indipendente dal fascismo ( articolo 19 del Regio decreto 26 febbraio 1928, n. 384 ).
Norma da tempo contestata da più parti, ma mai abrogata.
A distanza di cent’anni, sembra che il regime abbia ancora paura di garantire la libertà d’espressione; ciò a dimostrazione debolezza del regime al potere in Italia.
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Fonti e Note:
Credits: Foto di mia swerbs su Unsplash
[1] Il Manifesto, 2 settembre 2023, Mario Di Vito, ‟Anarchici: cade l’accusa di terrorismo, ma restano le misure cautelariˮ; ripreso da Osservatorio Repressione.
[2] AskaNews, 8 agosto 2023, ‟Blitz della polizia contro militanti anarchici, 9 misure cautelariˮ.
[3] L’Unità, 29 agosto 2023, Frank Cimini, ‟Caso Bezmotivny, per gli anarchici repressione senza sovversioneˮ; ripreso da Osservatorio Repressione.
[4] Il Manifesto, 9 agosto 2023, Mario Di Vito, ‟Senza motivo. Arresti per la rivista anarchica (che aveva già chiuso)ˮ.
[5] Per l’altra accusa di « offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica » cui sarebbero indagati gli anarchici, ancora da dimostrare, l’articolo 278 del codice penale invece prevede sì « la reclusione da uno a cinque anni » ma – semmai comminata – si tratta di pena per la quale è possibile prevedere la sospensione condizionale della pena. A parte che si tratterebbe di un mero reato d’opinione per il quale è assurdo finire in galera in un Paese civile.