Nonostante Ravenna sia uno dei comuni italiani con maggiore incremento di consumo di suolo (rapporto Ispra), nonostante sia stata duramente colpita dall’alluvione di maggio, continua testardamente sulla strada del cemento e del fossile, come se non avesse minimamente appreso la lezione.
Nelle ultime settimane il comune di Ravenna sta procedendo nell’iter autorizzativo dell’urbanizzazione a Punta Marina, una lottizzazione di 330 mila metri quadrati, vicino al villaggio Teodorico (anche questo una recente lottizzazione). Il cemento espande i suoi tentacoli ed entra in competizione con il rigassificatore in arrivo.
Il rigassificatore BW Singapore arriverà infatti nella primavera del 2024, sarà ormeggiato a 8,5 km al largo di Punta Marina e trasformerà il GNL (Gas Naturale Liquefatto) a -161 gradi, riportandolo allo stato gassoso e sarà collegato con un metadonotto per mare e per terra (circa 40 km) alla rete nazionale. L’impatto di queste infrastrutture è enorme, sia dal punto di vista climatico sia sull’ecosistema marino e sulle aree protette, come da tempo denunciano le associazioni, tra tutte il Coordinamento Ravennate per il Clima Fuori dal Fossile.
Una volta trasportato a terra con metanodotti, il gas che si trova alla pressione di 100 bar (atmosfere) deve essere ulteriormente decompresso a 75 bar e addizionato di azoto per renderlo idoneo all’immissione nella rete nazionale. Questo avviene nell’impianto a terra, detto impianto “PDE-Wobbe”, che ovviamente è un impianto a rischio di incidente rilevante.
Come riporta in modo dettagliato Ravenna in Comune, è proprio l’ubicazione di questo impianto che nell’estate del 2022 mette in allarme l’immobiliare Ritmo, uno dei più potenti immobiliari della riviera, in quanto risulta troppo vicino al villaggio Teodorico e anche alla lottizzazione in progetto, provocando la svalutazione delle case (documento REL-PROG-E-00001 di luglio 2022 e corografia PG-TP-D-35281 del 06/07/2022).
La centrale, occuperà uno spazio pari a circa tre campi da calcio, in tutto 16.300 mq. Come scrive la stessa immobiliare Ritmo nelle sue osservazioni, “…l’edificio principale è alto 10 metri e ha dimensioni 35 m x 55 m circa, altri edifici sono alti 7 metri ed è presente un camino di scarico alto circa 11 m. Relativamente a questo impianto non sono stati valutati gli impatti ambientali e socio-sanitari connessi”.
Tra le numerose osservazioni presentate da cittadini e associazioni ambientaliste, quella della immobiliare (che ricordiamo non aveva e non ha ancora avuto il defintivo via libera alla lottizzazione) è forse l’unica ad essere stata recepita e a provocare una variazione del progetto. A quanto pare, quindi, non è la tutela ambientale o la preoccupazione per la salute della gente a far variare i progetti della Snam, ma la tutela degli interessi degli immobiliaristi sicuri a loro volta dell’appoggio del comune.
Così l’8 settembre 2022 Snam apporta una modifica spostando l’impianto a terra di circa 700 metri più a sud-ovest, in prossimità del canale e dell’impianto del Consorzio di Bonifica della Romagna a cui si accede da via dell’Idrovora recependo l’osservazione della Ritmo e ripresa dal Comune di Ravenna.
Il Comune di Ravenna a stretto giro approva questa modifica e lo spostamento con la deliberazione n.127/2022, del 18 ottobre 2022, tutti favorevoli, un solo astenuto.
C’è però un (gigantesco) dettaglio.
Undici giorni prima, il 7 ottobre 2022, era già stato emesso e pubblicato il nulla osta definitivo del Ministero dello Sviluppo Economico subordinato alla posizione originale, quindi non più modificabile. Trasmesso dalla Presidenza del Consiglio al Commissario Bonaccini il 20 ottobre 2022 nell’ambito del rilascio del Parere Unico Statale, resta tuttora condizionato al rigoroso rispetto della localizzazione originaria della centrale.
Come può quindi aver valore la delibera comunale di modifica dell’ubicazione? Che sia per una svista, per mancanza di tempo o per altro, fatto sta che i due progetti difformi finiscono ambedue nel tavolo di Bonaccini, presidente della Regione e Commissario Straordinario per l’opera, che con un decreto approva entrambi.
A scoprire l’assurdo è l’ingegner Riccardo Merendi, che scopre anche una lunga lista di altri errori, a testimonianza che la fretta e la furia con cui è stato scritto il progetto, sono a scapito della sicurezza (come spesso accade in Italia, dove collezioniamo tragedie per procedure affrettate o semplicemente per risparmiare).
Ma quello dell’ubicazione della centrale, sopra ogni altro, è l’errore più colossale, che potrebbe far bloccare l’opera.
Le domande ora sono: questo cantiere è legittimo? Se dovesse succedere qualcosa, chi sarà responsabile? In caso di difformità, non deve forse prevalere il parere dell’ente di rango superiore?
Ad di là del quesito legale, la questione politica e morale è ugualmente gravissima.
Bonaccini (o chi per lui) ha letto le carte che gli arrivavano? Come ha fatto a mettere due progetti diversi, con due differenti ubicazioni, nello stesso decreto?
Questioni che in un paese civile, dovrebbero far dimettere i responsabili e quantomeno bloccare tutto il progetto (tanto più che l’emergenza energetica, motivazione primaria del rigassificatore, è venuta meno).
Il Comune di Ravenna con il sindaco De Pascale in testa, da sempre favorevole al rigassificatore, ha accettato la modifica al progetto Snam per favorire una lottizzazione non ancora approvata in via definitiva, quindi aggiungendo un ulteriore scempio al territorio, come se quello provocato dal rigassificatore non bastasse. Il tutto andando a discapito degli abitanti della periferia di Punta Marina che si troveranno a fianco la centrale di decompressione, ma non hanno santi (né palazzinari) a proteggerli.
Nel frattempo, anche grazie alla modifica del progetto Snam, l’iter autorizzativo della lottizzazione a Punta Marina procede spedito. Dapprima l’11 settembre 2023 il sindaco Michele de Pascale, in qualità di Presidente della Provincia, ha espresso il parere favorevole sul progetto della nuova lottizzazione di Punta Marina Terme (atto 99/2023 Piano Urbanistico Attuativo Generale e primo stralcio attuativo ambito CoS13 Punta Marina Terme). Poi il 19 settembre la Giunta comunale ha approvato una nuova strada, come onere di urbanizzazione legato proprio a questa nuova lottizzazione (in attuazione del 2° POC, relativo al comparto CoS13 Punta Marina Terme Ricettivo Viabilità).
In fondo gli interessi di chi lucra sul cemento e di chi lucra sul fossile si sposano bensissimo e trovano sempre un accordo. A discapito della salute della gente e della tutela del territorio, sempre più martoriati.