La storia e i fatti. Al Passo Gavia, a 2.606 metri di quota, è presente il Lago Bianco, uno dei laghi glaciali alpini più belli e più elevati delle Alpi Retiche che sorge su uno dei valichi stradali più alti delle Alpi, tra Valtellina e Valcamonica. Il Lago Bianco è da tempo nelle mire del Comune di Valfurva e della società che ne gestisce gli impianti sciistici, la S.C.I. (Santa Caterina Impianti, dove Santa Caterina è frazione di Valfurva). Il motivo è semplice: la località sciistica ha la presunta necessità di ampliare il proprio sistema di innevamento artificiale. Il progetto risale addirittura a vent’anni fa e consisteva nell’attingimento della risorsa da tre torrenti (Frodolfo, Gavia e Alpe). Successivamente, a seguito di istanza del 2016, la S.C.I. S.p.A. ha ottenuto l’autorizzazione dalla Provincia di Sondrio di ampliare il progetto attingendo direttamente dal Lago Bianco per una portata di 50 l/s con reintegrazione tramite sistema di pompaggio[1]. Da quindici anni, accanto al Lago Bianco, vi è la presenza minacciosa di una catasta di tubi in Pvc, destinati un giorno ad alimentare i cannoni della ski area. Ad agosto 2023 quel giorno è arrivato e sono stati avviati i lavori che dovrebbero portare l’acqua dal Lago Bianco a Santa Caterina Valfurva per alimentare l’impianto di innevamento artificiale della pista da fondo. L’opera all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio è stata autorizzata dal Comune di Valfurva nel 2019 e una volta completata assumerebbe un ruolo decisivo per il regolare svolgimento di alcune gare olimpiche che, nel febbraio del 2026, verranno ospitate nella località turistica in provincia di Sondrio. Una decisone che sta facendo discutere per il suo impatto ambientale, considerato che il laghetto si trova all’interno del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, ente di tutela dell’ambiente naturale, che sul caso non sta intervenendo. Ai primi d’agosto, il profilo Facebook del Parco Nazionale dello Stelvio è stato letteralmente invaso da una serie di commenti negativi da parte di persone che protestavano preoccupate per la futura captazione dell’acqua a lavori ultimati.
L’impatto ambientale sugli habitat. Sono molteplici le discussioni sul tema che trovano spazio sui social, specialmente sui profili di ambientalisti, botanici, naturalisti e conoscitori della peculiarità del luogo. Dalla Vallecamonica, su tutti arriva l’intervento del botanico Enzo Bona, che sottolinea quanto sia grave alterare gli habitat tra i più fragili delle Alpi, dove vivono rare specie vegetali e dove si trova una piccola porzione di tundra artica, dall’ultima glaciazione, l’ultima rimasta in Italia, di cui il Lago Bianco è parte. A sollevarsi anche gli eco-scrittori Fabio Balocco, Mario Albino Ferrari e Luca Rota, studioso delle dinamiche di relazione tra i territori di montagna, i luoghi, le genti che li abitano e i paesaggi che ne derivano[2]. È nato anche un gruppo Facebook “Salviamo il lago Bianco”, che si pone l’obiettivo di raccogliere ogni tipo di documentazione utile a parlare di ciò che sta accadendo. Tra gli amministratori del gruppo anche il fotografo camuno Simone Foglia, che del Lago Bianco ha realizzato splendidi scatti in ogni stagione e che ora è attivo sui social per dire no all’opera[3].
Voci anche dal Sebino e dalla Franciacorta. Il Passo Gavia segna il confine tra le province di Brescia e di Sondrio e il Lago Bianco si trova all’interno dei confini della Valtellina[4]. La zona però è molto amata anche dai bresciani, che hanno aderito alla manifestazione dell’11 settembre a cui hanno partecipato più di 300 persone[5]. Tra i principali sostenitori della campagna di protesta contro il progetto c’è anche il bresciano Matteo Lanciani[6], nome noto per l’impegno ambientalista nella salvaguardia della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino. A Pressenza, Lanciani ha dichiarato: “Da attivista quale sono non ho potuto tirarmi in dietro nell’apprendere la notizia ed ho quindi deciso di mettere a disposizione il mio tempo e la mia esperienza nel campo per aiutare i giovani ragazzi della Valfurva e della Valcamonica che hanno alzato per primi il polverone. Ciò che stiamo rilevando è il solito meccanismo malsano di enti pubblici che dovrebbero essere, per legge, cristallini e trasparenti, ed invece sono assolutamente torbidi ed autorizzano interventi allucinanti contravvenendo quello che la legge gli imporrebbe, soprattutto riguardo l’ente Parco Nazionale dello Stelvio cioè la tutela degli habitat interni a loro assegnati. Dopo turbolente settimane sui social l’ente parco Stelvio non sta fornendo alcuna risposta né comunicato e questo conferma ulteriormente che l’operazione è estremamente borderline e nessuno si prende la responsabilità di proferir parola a riguardo. Il clima intimidatorio che io ho già vissuto e sto vivendo negli ultimi periodi con le associazioni di cui faccio parte e che da anni lottano per la tutela della Riserva delle Torbiere del Sebino non è degno di un paese civile e democratico quale dovrebbe essere l’Italia. Ciò che invece ci rincuora e ci fa ben sperare è l’evidenza di quante persone in pochi giorni si sono interessate alla causa: un variegato ed eterogeneo gruppo di cittadini di tutte le età ed estrazioni sociali, provenienti dalle zone più disparate della Regione si stanno unendo in una comunione di intenti per salvare il bene pubblico posto sul Passo Gavia.”
La questione giuridica di tutela ambientale. Il Lago Bianco non solo è dentro il perimetro del Parco Nazionale dello Stelvio, ma è racchiuso all’interno della Riserva Naturale Statale “Tresero – Dosso del Vallon”: riserva che fu istituita per compensare i danni che furono arrecati all’ambiente naturale di una Zona di Protezione Speciale (Zps) all’interno del Parco dello Stelvio, a seguito dei campionati del mondo di sci alpino del 2005. Fatto accertato dalla sentenza emessa il 20 settembre 2007 dalla Corte di Giustizia Europea (Causa C-304/05, Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana) “Inadempimento di uno Stato – Direttiva 92/43/CEE – Conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche – Direttiva 79/409/CEE – Conservazione degli uccelli selvatici – Valutazione dell’impatto ambientale di lavori di adattamento di piste da sci”[7]. Si tratta quindi di una zona ad alto valore naturalistico, particolarmente vulnerabile, tutelato da leggi e regolamenti italiani ed europei[8].
Raccolta firme e fondi per portare il caso in sede europea. L’industria dello sci, prima con i campionati mondiali, poi con l’innevamento artificiale, sembra farla da padrona in quanto vista come uno degli unici modi di pensare il turismo montano. Da qui la decisione di alcuni attivisti (Marco Trezzi, Matteo Lanciani, Simone Rota altri) di attivare una raccolta fondi (che ha già raccolto più di 4.000 euro) al fine di esperire un’azione in sede europea. La raccolta fondi servirà infatti per coprire, almeno in prima parte, le spese legali per avviare una richiesta di indagine da parte della Commissione Europea al fine di verificare se tutte le norme e tutti i vincoli di tutela siano stati rispettati, cosa abbastanza improbabile. “Abbiam dato mandato all’Avv Dini a procedere con urgenza ma per ora abbiamo solo metà della copertura finanziaria che ci serve ad affrontare questa battaglia!” – scrivono gli attivisti – “Come immaginavamo stanno procedendo spediti sapendo di aver il fiato sul collo, stanno facendo un macello totale in piena Zps[9] con cemento, oli e bitumi che percolano nella torbiera”. Marco Trezzi ha attivato al riguardo una raccolta firme su change.org, per cercare di sensibilizzare chiunque abbia a cuore il futuro della montagna verso lo scellerato progetto in questione.
Il Parco dello Stelvio e la “disnelizzazione” della Natura. Mentre dà il suo lasciapassare a queste operazioni di speculazione sul territorio montano, sembra che il Parco dello Stelvio abbia abbandonato anche il suo impegno per la «promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica» come detta la Legge quadro sulle aree protette. Per fare “educazione ambientale” il Parco dello Stelvio arruola Trudi, la famosa azienda “produttrice dei pelouche più amati al mondo” per spiegare il mondo selvatico «ai bambini “di tutte le età”», così si legge nel sito. Al posto di educare al fatto che l’essere umano non è l’unico abitante della Terra, che la Natura ha i suoi spazi e che gli animali hanno la propria etologia che va rispettata, si preferisce ridurre gli animali a personaggi della Disney con abitudini e comportamenti umani. In tutto ciò, lo sponsor dell’operazione è nientemeno che la super-inquinante multinazionale Levissima che con le migliaia di suoi tir ha percorso per anni la Valtellina con carichi d’acqua “plastificata”. Questo è un perfetto esempio di marketing funzionale alla visibilità di queste aziende, piuttosto che all’interesse per una serie educazione ecologica.
L’industria dello sci sta distruggendo le Alpi. Le scelte di investire sull’industria dello sci, nonostante le nevicate sempre più scarse e il rischio di creare scempi ambientali, sta alimentando un movimento di protesta lungo tutto l’Arco alpino con tante associazioni che si mobilitano a difesa dei comprensori minacciati da interventi giudicati anacronistici. Sta avvenendo ad esempio sulle pendici del Monte San Primo, nel Triangolo lariano, dove la Regione vorrebbe investire 5 milioni di euro in nuovi impianti sciistici in una località sotto i 1.600 metri di quota e decine di associazioni si sono unite per contestare l’intervento.
[1] Per chi volesse approfondire la vicenda, consiglio la lettura dell’esaustivo articolo dell’alpinista Marco Trezzi su Theoutdoormanifesto.org.
[2] https://www.ildolomiti.it/montagna/2023/ruspe-al-lavoro-nel-laghetto-alpino-del-lago-bianco-per-poter-alimentare-i-cannoni-sparaneve-protesta-sui-social-contro-il-parco-dello-stelvio
[3] https://www.vocecamuna.it/ruspe-in-quota-al-gavia-per-captare-lacqua-del-lago-bianco-ce-chi-teme-per-limpatto-ambientale/
[4] https://www.giornaledibrescia.it/valcamonica/passo-gavia-gli-ambientalisti-opera-inaccettabile-al-lago-bianco-1.3936082
[5] https://www.giornaledibrescia.it/valcamonica/quasi-trecento-persone-al-passo-gavia-per-chiedere-la-salvezza-del-lago-bianco-1.3937211
[6] https://www.radiondadurto.org/2023/09/09/salviamo-il-lago-bianco-domenica-10-settembre-camminata-solidale-dal-passo-gavia/
[7] https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/08/26/al-parco-nazionale-dello-stelvio-lo-sci-fa-da-padrone-e-i-danni-alla-natura-effetti-collaterali/7269532/?fbclid=IwAR0106ex-PDRLnqkpLw0lRb9BPcJeUWUZMpDB685kJvKhtuXCDVJHx7hqVk_aem_AQdTJMoOVwodgNT2c8-QfE7aNnMRn57CZHwovWZK1mNV6AH-q47horJsYNMst5McuvY
[8] https://www.teleboario.it/notizia/7511/lago-bianco-le-ruspe-mettono-a-rischio-l-habitat/
[9] Zona di Protezione Speciale (Zps)