Il 16 e 17 a Venezia si è manifestato per Leonard Peltier come ha raccontato nel suo articolo Daniela Bezzi, ma si è discusso e manifestato anche per i migranti. Perché unire questi due temi? Perché se Peltier fosse qui lotterebbe per i migranti, perché se i nativi sono stati a lungo i “dannati della terra” negli Usa, i migranti lo sono ora qui da noi. Perché, se qui si grida “All’invasione”! la vera invasione la facemmo noi bianchi europei, quando sbarcammo su quell’immenso continente e facemmo il più grande massacro della storia.
Così sabato 16 ci si è incontrati per ragionare insieme a quella mente lucida e precisa che è Gianfranco Schiavone (presidente dell’ICS di Trieste e membro dell’ASGI), a quella mente saggia e incisiva che è Gianni Tognoni (segretario del Tribunale Permanente dei Popoli), a Thamina Akter e Mohamed Kaba che ci hanno raccontato le loro esperienze di migranti arrivati in Italia anni fa.
Se Schiavone ha descritto le contraddizioni delle norme italiane, la voluta impreparazione di fronte agli sbarchi, il ricorrere all’emergenza per alzare i toni, l’incapacità nel gestire le situazioni o la volontà di farle esplodere, Tognoni ha sottolineato la deriva delle relazioni umane, la mancanza di prospettive di tutti noi, ma in particolare dei giovani, l’importanza di non lasciarsi sopraffare ed elencare, raccontare, valorizzare le esperienze migliori che vi sono e che rischiano di passare sotto silenzio.
Thamina ha raccontato cosa vuol dire fare il viaggio per migrare per una donna, cosa vuol dire essere violentata più e più volte e portare in grembo un figlio di non si sa chi. Mohamed, diventato un “Griot” a Venezia, ha emozionato tutti e tutte con un racconto finale, sulla morte di un bimbo tra le braccia della madre.
Ma il giorno dopo si è manifestato per le calli di Venezia, accompagnati ancora dagli Ottoni a Scoppio, venuti da Milano, si è sfilato con uno striscione che recitava una frase di Dante Alighieri: “Io ho il mondo per patria, come i pesci hanno il mare“.
Sfilare per Venezia, raccontando in italiano e in inglese il perché eravamo lì, ricordando che o tutti abbiamo il diritto di viaggiare o non ce l’ha nessuno, che non si capisce perché a qualcuno basti pagare un biglietto per visitare una delle bellezze di questo pianeta, mentre altri debbano rischiare la vita, pagando pure di più.
Ora il nostro governo si è inventato che con 5.000 euro si evita il Centro di Permanenza per il Rimpatrio.
Ricordo quando i miei studenti centroafricani mi raccontavano che nelle carceri libiche venivano picchiati con un bastone ogni mattina, come fosse il buon giorno, con l’obiettivo di telefonare a casa e farsi mandare dei soldi per essere liberati.
Come in un gioco della Settimana enigmistica: “Scoprite le 7 differenze…”
Per chi è a Milano o nei dintorni, Mercoledì 27/9 alle 18.30 La rete Mai più Lager No CPR ha convocato un presidio in largo 11 Settembre. Venite, il tempo stringe.
Qui di seguito un brevissimo video sulla mobilitazione veneziana per i diritti dei migranti