Stiamo o no attraversando una fase storica di crescenti pericoli per la sopravvivenza del genere umano?
Pericoli sia di natura ambientale che bellica ?
Continuare oggi, nelle controversie tra individui; etnie; popoli, nazioni, aree geopolitiche ed economiche, a privilegiare; consentire; giustificare, sovvenzionare, rifornire di armi, i conflitti violenti; significa o no continuare ad adeguarsi; come é stato dalle origini, allo storico ed ancora dominante “Primato della violenza nei rapporti inter-umani”?
Un primato della violenza che ha portato l’umanità alla invenzione e produzione di armi di distruzione planetaria; armi possedute e prodotte da molti paesi e nazioni.
Un primato rappresentato sì ed in primo luogo dalle armi ora citate ma anche da tutte le altre che, in ordine decrescente, arrivano sino ai pugnali.
Ciò che sta accadendo lo leggo come un percorso esistenziale del genere umano che lo ha condotto al bivio tra ‘autodistruzione globale o rinuncia alla violenza’.
Non vedo soluzioni intermedie che non siano un faticoso e ultradispendioso (bellico, ambientale e comunque suicidario) protrarsi del primato di ogni forma di violenza.
Non escludo che qualche governo voglia e possa prima o poi agire per portare la nozione di nonviolenza alla guida della politica e della economia planetaria !
Se accadrà ed accadrà in tempo utile ad evitare conflitti inenarrabili e mai visti, non solo, ma principalmente bellici, vorrà dire che quella parte maggioritaria di umanità votata da sempre alla pace ed alla nonviolenza; sarà riuscita a conquistare quel tanto di potere economico e politico necessario a capovolgere le priorità che l’hanno, da sempre, costretta a subire il primato della violenza.
Un primato che ha fatto di essa “La Violenza” il principale mezzo di determinazione e gestione della qualità e quantità delle relazioni interumane dai tempi di Adamo ed Eva.
(Bruno Stefani, redazione Pressenza di Bologna)