In questi giorni, lavorando ad un approfondimento sulla crisi ambientale, riflettevo sul fatto che per potere raggiungere dei risultati concreti sull’abbattimento dell’emissione dei gas serra è assolutamente necessario arrestare la crescita demografica. Siamo attualmente circa otto miliardi di individui al mondo e gli studi più recenti da parte degli uffici statistici dell’ONU dicono che, all’attuale ritmo di crescita, dovremmo essere undici miliardi entro il 2100, esattamente tre miliardi in più rispetto ad oggi. Poi la previsioni dicono che la crescita si arresterà. Ma a quel punto potrebbe essere troppo tardi.
Va anche sottolineato che malgrado l’ONU prenda una cantonata al giorno, pare che a livello di studi sulla crescita demografica, a partire dagli anni settanta quando si è cominciato a studiare il problema fino ad arrivare ad oggi, ci abbiano sempre azzeccato.
Come affrontare il problema è cosa complessa, ma non è questo che ora ci interessa.
Mentre riflettevo sulla questione ho anche pensato che ad aggravare se possibile la situazione sta anche il fatto, che anche nel caso che si riuscisse ad evitare la crescita attraverso il controllo delle nascite, si creerebbe come effetto collaterale un generale invecchiamento della popolazione, che sarebbe un dato comunque significativamente negativo, come si può facilmente intuire anche senza bisogno di entrare in ulteriori particolari. Questa sgradita circostanza non è ovviamente ignota ai governi dei vari Stati, i quali purtroppo in un’ottica di competizione geopolitica, forti anche dell’esperienza della Cina che a causa delle scelte sul controllo delle nascite si trova ad avere una popolazione fortemente invecchiata, tendono ormai a controllare l’incremento globale della popolazione scaricandolo sugli altri, ed innanzitutto sull’Africa dove fare figli diventa un modo, anche se inconsapevole, di reagire alla sudditanza globale attraverso la crescita in numero e in giovinezza delle popolazioni.
A meno che…, ho pensato quasi involontariamente. A meno che qualche pazzo criminale, un nuovo Hitler, un nuovo grande dittatore, di quelli che nessuno prevede e nessuno si aspetta, e che invece vengono spesso ad infestare la storia lasciando ai posteri il compito di farsene una ragione. Uno così, apparentemente senza senso, non si metta in testa che per controllare il numero degli umani nel nostro pianeta, piuttosto che controllare le nascite forse sarebbe meglio controllare le morti, accorciando la vita degli anziani. Una bella popolazione di giovani guerrieri, forti armati e disciplinati, piuttosto che una massa di vecchi rincoglioniti incapaci di intendere e volere segregati a sopravvivere nelle case di riposo.
Impossibile! Mi sono detto. Non si può arrivare a tanto! Sarà anche vero che il nazi-fascismo dell’eugenetica razzista e criminale cova sotto le ceneri, ed è ancora viva nelle menti malate di tanti onesti cittadini e stimati politici (e politicanti), ma il troppo è troppo…
Poi stamattina leggo la notizia: L’INPS ha promosso uno studio da cui si evince che, come dice il Corriere della sera, si potrebbe pensare a “PENSIONI PIÙ BASSE PER CHI VIVE DI PIÙ” (e non mi va neppure di entrare in troppi particolari, tanto il senso mi sembra chiaro).
Non so! Forse esagero e con l’idea di un popolo di giovani guerrieri non c’entra nulla. Solo un caso che ha fatto incrociare una mia suggestione casuale con una ricerca di settore. Forse… Ma è sempre meglio stare all’erta. Che poi, e a parte le mie elucubrazioni, una idea così! Certo ci vuole un bel coraggio!