Costituitosi spontaneamente dopo l’iniziativa assembleare pubblica dello scorso primo agosto, tenutasi in piazza Indipendenza davanti a Palazzo d’Orleans (sede del governo regionale siciliano), per protestare contro l’inerzia – da parte delle autorità istituzionali preposte – e l’assoluta assenza di un piano di prevenzione avverso gli incendi che si ripetono sistematicamente ogni anno come questa estate, quel movimento cittadino è sceso ancora in piazza ieri pomeriggio per manifestare non solo il proprio dissenso, ma per chiedere le “dimissioni immediate” del Presidente della Regione Sicilia, del Sindaco di Palermo e del Ministro della Protezione Civile, ed aprire – contestualmente – un processo partecipato dal basso, per elaborare una piattaforma di contrasto delle emergenze ecologiche a salvaguardia degli ecosistemi e rivendicare una vera politica di tutela del territorio. Di seguito pubblichiamo la parte iniziale del lungo Manifesto della «Assemblea Basta Incendi», letto integralmente nel corso dell’attraversamento del viale della Libertà fino al Teatro Massimo dove si è sciolto il corteo
Introduzione – L’Assemblea Basta Incendi è un movimento spontaneo di cittadine e cittadini fondato a Palermo in risposta alla devastazione ecologica, umana e sociale che le emergenze degli incendi in Sicilia hanno causato quest’anno e negli anni precedenti. Con questo manifesto, intendiamo in primo luogo mettere in luce le gravi responsabilità delle istituzioni, dimostratesi incapaci e assenti. La nostra Assemblea si è infatti costituita nel tentativo di colmare il vuoto istituzionale, proponendo iniziative di solidarietà e gestione dell’emergenza dal basso. Consapevoli che queste non possano risolvere le carenze strutturali causate da un sistema politico disfunzionale, pretendiamo oggi risposte concrete e soluzioni sostenibili di lungo periodo. Abbiamo stabilito la necessità di denunciare le storture di un sistema insostenibile, cercando di trovare una sintesi tra istanze eterogenee e sensibilità differenti. Esigiamo dunque l’estinzione dell’attuale sistema politico di stampo clientelare e la nascita di istituzioni democratiche e sistemi economici e sociali, comunitari e coordinati, in cui riconoscersi.
Prevedibilità e responsabilità politica – È inammissibile che le istituzioni e i partiti di maggioranza parlino di imprevedibilità rispetto a fenomeni che si ripetono ogni anno. Non può essere esente da colpe chi approva il piano di prevenzione degli incendi boschivi con mesi di ritardo, vanificando qualsiasi sforzo possibile da parte dei soggetti preposti alla prevenzione del fenomeno e delle comunità rurali o montane. Non può esserlo chi non si assume alcuna responsabilità di fronte all’annuale, tragica, conta dei crimini che deturpano il patrimonio naturale della Sicilia colpendo scientificamente le aree protette con danni sempre più estesi. Non può esserlo chi disattende l’applicazione dell’Articolo 14 dello Statuto della Regione Sicilia, che sancisce la legislazione esclusiva da parte degli organi regionali anche su agricoltura e foreste, acque pubbliche, tutela del paesaggio ed espropriazione per pubblica utilità. Non può esserlo chi continua ad utilizzare, con logiche clientelari, le risorse pubbliche, attraverso una cattiva gestione dei fondi e un’approvazione sempre tardiva degli strumenti di bilancio. Non può esserlo chi disattende gli obblighi normativi in materia di catasto delle aree percorse da incendio, chi mette nel cassetto le indagini portate avanti dalla commissione antimafia e strizza l’occhio a chi lucra grazie a questo sistema, cercando consenso nella gestione delle risorse stanziate all’indomani dell’emergenza piuttosto che investire nella prevenzione e in assunzioni strutturali per il comparto della tutela ambientale. Il Presidente della Regione, il Sindaco ed il Ministro della Protezione civile, già Presidente della Regione, non hanno adempiuto al loro ruolo, mancando di fornire le doverose risposte con i doverosi mezzi alla cittadinanza, scegliendo di tutelare l’interesse personale a fronte della protezione del territorio e della collettività.
Incendi dolosi e interessi – Le dichiarazioni rilasciate dagli organi istituzionali mettono in correlazione gli incendi alle ondate di scirocco, nonostante vi siano evidenze, anche giudiziarie, a testimonianza del loro legame con atti criminali dolosi ed interessi economico-mafiosi. Questi mantengono in vita un sistema che mette al primo posto il profitto. Gli stessi organi continuano ad imbrigliare irrimediabilmente le prospettive di sviluppo del nostro territorio, facendo altresì ricadere la colpa dei roghi su singoli individui e negando la colpevolezza di un sistema predatorio. L’amministrazione regionale approccia le molteplici cause degli incendi e le motivazioni di allevatori e agricoltori nel generarli con norme punitive e sanzionatorie, peraltro con scarsissima capacità esecutiva, rinunciando a rimuoverne le cause economiche, culturali e sociali. Pretendiamo che la magistratura svolga con impegno il proprio compito e ci impegniamo ad avviare ogni opportuna azione in tutte le sedi competenti nel caso in cui le nostre richieste vengano disattese.
Questione climatica, alluvioni e responsabilità individuali – Il cambiamento climatico ha contribuito solo parzialmente alla devastazione causata dagli incendi. Tuttavia, ci impegniamo a denunciare ogni atteggiamento negazionista da parte delle istituzioni e a pretendere una gestione sostenibile delle risorse, locali e comunitarie, destinate alla tutela ambientale. Le intense piogge autunnali ci metteranno a forte rischio a causa dello stato del suolo a seguito degli incendi, dell’abusivismo edilizio e dell’incuria rispetto al dissesto idrogeologico, conducendo ad eventi sempre più devastanti. Questi metteranno ulteriormente in pericolo le persone, la flora e la fauna, gli edifici ed il patrimonio culturale. Non accetteremo che ancora una volta questi fenomeni vengano ricondotti a situazioni di imprevedibilità o calamità naturale, tacendo le responsabilità sistemiche e strutturali.
Chiediamo alla collettività e alle istituzioni di contrastare attivamente la crisi climatica e di aprire una stagione di partecipazione che formuli e adotti misure per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Pur tenendo conto delle specificità dei luoghi e le dinamiche che nel tempo li hanno trasformati, questi sono innegabilmente globali e non possono essere sottovalutati in maniera consapevole.