Domani lunedì 25 settembre la Life Support di EMERGENCY sbarcherà nel porto di Ravenna i 28 naufraghi a bordo. L’arrivo è previsto al molo crocieristico alle ore 15:00. Ravenna, il porto sicuro assegnato alla Life Support per lo sbarco, si trova a circa 740 miglia di distanza da dove è avvenuto il soccorso. Il soccorso era avvenuto in acque internazionali in zona SAR Maltese e si era concluso alle ore 19:30 di giovedì 21 settembre.
“Al momento del soccorso i 28 naufraghi si trovavano molto lontano da ogni costa e il loro motore non funzionava. Il gommone era in condizioni molto precarie di navigabilità; non sarebbero mai riusciti ad arrivare in un porto sicuro da soli. – spiega Emanuele Nannini, capomissione della Life Support – Dopo il soccorso, abbiamo informato le autorità competenti che eravamo a disposizione per assistere altri casi visto che l’area in cui ci trovavamo non era coperta da altre navi di ricerca e soccorso. Purtroppo abbiamo ricevuto l’informazione che l’MRCC italiano ci aveva assegnato il porto di Ravenna e che non potevamo effettuare ulteriori soccorsi, nonostante la nostra nave avesse ancora capacità per accogliere altri naufraghi a bordo. Ravenna si trova a più di 4 giorni di navigazione dal punto in cui abbiamo effettuato il soccorso: giorni in cui la Life Support si è trovata lontana dall’area operativa. Inoltre sono 4 ulteriori giorni di navigazione per le 28 persone soccorse che erano già in acqua da più di 48 ore. È inspiegabile che ci vengano assegnati porti così lontani, soprattutto quando non ci sono altre navi di soccorso nella zona operativa. La scusa del governo per assegnarci questo porto è di non mettere in difficoltà i porti italiani ma ci sembra difficile che 28 persone possano mettere in difficoltà qualsiasi porto, dalla Sicilia all’Italia settentrionale”.
I naufraghi sono partiti da Misurata in Libia. L’imbarcazione in difficoltà è stata segnalata da Frontex e da Colibrì, l’aereo di Pilotes Volontaires, mentre le operazioni di soccorso sono state coordinate dall’MRCC italiano.
Tra i 28 naufraghi soccorsi, 9 sono donne di cui una anziana, e 8 sono bambini di cui uno non accompagnato. I naufraghi provengono da Libia e Siria, Paesi dove imperversano conflitti armati e dove si verificano gravi abusi dei diritti umani. Inoltre le recenti alluvioni in Libia sono state fonte ulteriore di difficoltà per chi abita nel Paese, causando migliaia di morti e provocando danni ingenti alle infrastrutture.
“Circa due ore dopo la partenza la chiglia del gommone su cui navigavamo ha iniziato a creparsi. – racconta M. F., un uomo siriano di 34 anni – Abbiamo tutti temuto per la nostra vita, ma non potevamo tornare indietro. Saremmo stati arrestati dalle milizie libiche. Ci avrebbero chiesto altri soldi per essere liberati, ma avevamo già speso tutto quello che avevamo per riuscire a lasciare la Siria e imbarcarci, quindi siamo andati avanti. Ci sono molti gruppi criminali in Libia che imprigionano le persone e chiedono riscatti per liberarle, non ci considerano come esseri umani ma come merci: conoscono solo il valore del denaro. Sapevano benissimo di mandarci su un gommone in pessime condizioni, ma ci hanno detto che era tutto a posto e che la navigazione sarebbe stata senza problemi. Ci hanno detto che in 15 ore saremmo arrivati a terra, invece dopo 30 ore stavamo ancora navigando quando la turbina del motore si è staccata ed è affondata in mare. Siamo stati per ore alla deriva nel mezzo del Mediterraneo prima che ci trovaste, eravamo certi che saremmo morti. Questo fa capire quanto poco conti la nostra vita per i criminali libici”.
Il natante su cui i 28 naufraghi viaggiavano, un gommone di circa 6 metri, non era adatto ad attraversare il Mediterraneo ed era sovraccarico di persone. Al momento del soccorso l’imbarcazione era in avaria e alla deriva. Nonostante non ci siano state emergenze mediche, tutte le persone a bordo erano in stato di shock, disidratate e affamate.
“Mi sembra assurdo che l’MRCC Italiano ci abbia assegnato il porto di Ravenna, distante 4 giorni di navigazione dal luogo del soccorso – commenta Domenico Pugliese, comandante della Life Support – Quattro giorni in più in cui tenere in mare le 28 persone soccorse, considerando anche le condizioni meteo avverse nel Nord dell’Adriatico. Sicuramente si potevano trovare porti più vicini, visto che lo sbarco di 28 persone difficilmente compromette l’operabilità di molti porti dell’Italia meridionale”.
La nave di EMERGENCY ha iniziato la sua attività nel dicembre 2022 e in totale ha soccorso 1.011 persone.