L’Agenzia Francese che controlla le frequenze radio (ANFR) ha emesso un’ordinanza che impone ad Apple di ritirare dal commercio gli iPhone 12 e modificare quelli già venduti, poiché emetterebbero radiazioni oltre i limiti di legge.

L’agenzia ha detto che test di laboratorio indicano che quando questo celleulare, a contatto diretto col corpo, assorbirebbe 5,74 watt per kg, oltre il limite europeo di 4 watt per kg. Il ministro dell’Economia digitale francese ha detto che basterebbe un aggiornamento di sistema per riportare in regola i livelli di energia.

Apple ha contestato i dati, dicendo di aver presentato all’agenzia numerosi test condotti sia internamente sia da laboratori indipendenti, che indicano che i livelli di energia emessi dai dispositivi sarebbero al di sotto dei limiti di legge.

In realtà, l’elettrosensibilità, l’elettrosmong e il rischio di cancerogenesi legato alla radiazione dei cellulari ha fondamenti scientifici ampi, a tal punto da essere riconosciuti dai tribunali.

“Bisogna tenere conto della mole di studi che dimostrano gli effetti non termici della radiofrequenza, compreso l’effetto cancerogeno che si osserva nei forti utilizzatori dei cellulari e nella popolazione più esposta alle antenne”, dichiarava il Dott. Livio Giuliani – già dirigente di ricerca ISPESL/INAIL e portavoce della Commissione Internazionale per la Sicurezza Elettromagnetica (ICEMS) – qualche mese fa contro la scelta del governo Meloni di innalzare i livelli di esposizioni a radiazioni.

Forse le multinazioni delle telecomunicazioni e dei cellulari si dimenticano che nel 2011 il Consiglio d’Europa ha concluso all’unanimità con la Risoluzione 1815 che bisogna adottare immediatamente il limite di 0,6 V/m e puntare sul lungo termine alla riduzione delle radiazioni fino alla soglia di 0,2 V/m. Il motivo riguarda al fatto che ad oggi, scientificamente, è lunico limite sicuro.

https://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-en.asp?fileid=17994

Lo stesso limite era stato proposto per la prima volta nel 2000 dalla “Risoluzione di Salisburgo” ed in seguito ribadito da diverse risoluzioni di scienziati indipendenti: numerose risoluzioni ICEMS, London Resolution, Seletun Resolution, Rapporto Bioinitiative.

https://www.icems.eu/resolution.htm

https://www.iemfa.org/seletun-statement/

https://bioinitiative.org/

In Italia nel 2020 la Corte d’Appello di Torino ha riconosciuto il nesso causale fra insorgenza di un raro tumore del nervo acustico (neurinoma) in un lavoratore esposto a telefono cellulare e l’uso per un tempo stimato di 12.600 ore nel corso di 15 anni, rappresentando una pietra miliare nella tormentata questione sulla pericolosità dei telefonini.

Se è vero che i cellulari di prima generazione avevano maggiori emissioni, è altrettanto vero che l’utilizzo del cellulare avviene in età sempre più precoce, si protrae per tutta la vita e coinvolge attualmente miliardi di persone. Oltre i neurinomi, tuttavia, ulteriore e ancor più grande preoccupazione desta il rischio di insorgenza a livello cerebrale di gliomi, tumori molto più aggressivi e maligni.

Guardando al caso italiano, le statistiche ci dicono che dal 1990 al 2016 i tumori del sistema nervoso centrale a livello globale sono cresciuti del 17% e in Italia, nello stesso periodo del 39%, passando da 5777 casi nel 1990 a 10.767 casi nel 2016.

https://www.thelancet.com/journals/laneur/article/PIIS1474-4422(18)30468-X/fulltext 

Tra questi i più frequenti sono i gliomi che sono anche quelli più correlati in modo causale ai cellulari: in una ampia metanalisi del 2017 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5417432/ che ha preso in esame 11 studi per complessivi 6.028 casi e 11.488 controlli sani, l’esposizione a cellulare per oltre 10 anni ha comportato un incremento (non attribuibile al caso) del rischio di gliomi del 44%.

Bene fa, dunque, la Francia a problematizzare il tema, spingere affinché le multinazionali di cellulari modifichino le emissioni dei loro prodotti ed esercitare il principio di precauzione.