Se camminate lungo Port’Alba guardate sui muri: salendo, arrivati quasi alla fine della strada, a sinistra, c’è una parete coloratissima con vari manifesti di dipinti di donne con scritte in napoletano. Non sono affissi soltanto qui ma su questo muro, più che su altri, c’è la possibilità di fruire di arte gratuita per tutti a cielo aperto.

Leggete le scritte, guardate i dipinti, scattate una foto... Se non capite quello che c’è scritto perché non siete napoletani, chiedete in giro oppure googlate le varie frasi. Ne varrà la pena.

Questi dipinti sono opera di Emanuela Auricchio il cui alias e progetto si chiama Cassandra parla. Una ragazza di 25 anni che studia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Una giovane donna che ha tanto da dire e lo fa anche attraverso i suoi dipinti affissi per le strade del centro storico di Parthenope.  Abbiamo intervistato Emanuela che ci ha raccontato del suo progetto, della sua arte, dei suoi nuovi obiettivi e dei suoi sogni.

Intervista a Emanuela Auricchio, autrice di “Cassandra parla”

Molti ti avranno chiesto: “Cassandra parla, ma cosa dice?”, vero?

“Sì (ride), è una domanda molto gettonata. Il nome è stato una casualità. Penso che dica verità scomode che si manifestano quando vengono trattati certi argomenti. Oltre alla parte di persone che accoglie c’è anche quella che censura. Infatti, a parte i manifesti stracciati, su alcuni ho trovato scritto frasi del tipo: ‘Viva il duce’ e ‘Sei una troia’.

“Sono convinta – prosegue Emanuela Auricchio – che parte di questi atti sia dovuto alle cose che ci sono scritte. Scrivo in napoletano. È una scelta di appartenenza anche perché, come diceva mia nonna, in napoletano le cose arrivano in maniera diversa. E secondo me anche l’urlo in lingua partenopea arriva in diversamente. Ad esempio la frase: ‘Sovvertiamo il patriarcato’ diventa ‘Arrevutamm’ o’ patriarcato’, che ha una verve differente rispetto all’italiano. Parlare di violenza di genere e di soprusi è importante. Tutte le donne, almeno una volta nella vita, hanno subìto una qualche forma di violenza. Ed è proprio questo che tratto. Da sempre i volti dei miei dipinti sono donne“.

C’è uno dei volti delle donne che dipingi che ha il velo ed è molto protagonista nei tuoi dipinti oltre a essere molto bello. Lo stesso appare come copertina del singolo della canzone di Maurizio Capone “Capille luonghe”.

“Sì, proviene da una tela riciclata e l’ho realizzato in un paio d’ore. È un volto inventato e piace molto. Maurizio Capone lo ha usato come copertina del suo ultimo singolo. È un prototipo di femminile che mi porto dentro. Se adesso dovessi fare un dipinto random mi uscirebbe quel volto”.

Emanuela piacerebbe anche ampliare i suoi temi visto che “la lotta è di tutte e tutti – continua –. Sto pensando di fare uscire altri manifesti, parlando con i protagonisti di altri tipi di soprusi. Vorrei mantenere sempre il topic in napoletano. C’è anche una territorialità in questo progetto”. 

L’idea di Cassandra parla nasce così come racconta la stessa artista: “Ho affisso il primo manifesto a inizio ottobre dell’anno scorso. Nel corso degli ultimi anni ho lavorato come street artist e ho sempre pensato, vedendo i dipinti degli altri, di mettere anche i miei. L’anno scorso tornai da Bologna e non ero per niente ispirata così un giorno pensai di lavorare a qualcosa che avevo già. Mi sono ricordata quando volevo attaccare i miei dipinti per strada e l’ho fatto davvero”. 

Inoltre c’è anche la possibilità di acquistare sull’e-commerce di Emanuela Auricchio shopper e magliette raffiguranti i suoi dipinti: “Non ci guadagno niente perché ci copro le spese visto che ogni manifesto costa 10€”.

La feccia della società che distrugge l’arte a cielo aperto

Purtroppo però non tutti amano l’arte di Cassandra parla e qualcuno si è preso la briga di stracciare i manifesti anche posizionati molto in alto. Infatti Emanuela racconta: “Ho messo la sirena, realizzata in collaborazione con un’altra artista, madresteriletattoo, a tre metri e me l’hanno strappata lo stesso. Nonostante ciò a molte altre persone piace ciò che faccio. Nei primi sette mesi ho attaccato la mia arte sui muri due volte a settimana poi, soltanto da poco, non stanno strappano più i manifesti o almeno non così spesso come succedeva prima. Non siamo abituati alla bellezza. Quindi la questione della street art è anche questo: mettere l’arte a disposizione di tutti. Peccato solo per la gente che rovina. La maggior parte delle cose che vengono deturpate sono o raffigurano donne”. 

A proposito di arte Emanuela ha sottolineato che le piacerebbe se un giorno Cassandra diventasse un’associazione: “la fruizione dell’arte è di tutti. Non è giusto, ad esempio, che si paghi così tanto per fruire dei musei statali. Mi è capitato di andare con Cassandra a Procida o di lavorare ai Quartieri Spagnoli.    

Il percorso di studi e i prossimi progetti di Emanuela Auricchio

Emanuela si è laureata alla triennale in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel frattempo ha fatto l’Erasmus alla Real Academia de Bellas Artes di Granada. Si è iscritta poi ad arti visive all’Alma Mater di Bologna. In seguito ha lasciato perché ha capito che le piaceva stare a Napoli, città da cui era scappata, ma a cui voleva dare un’altra chance.

Qui ha ripreso a studiare all’Accademia di Belle Arti, iscrivendosi alla magistrale in Didattica e Mediazione del Patrimonio Culturale. La sua tesi sarà in Antropologia dell’arte e tratterà la narrazione colonialista all’interno dei musei dell’arte italiana.

Emanuela ha tanti progetti e tra questi c’è l’idea di “coinvolgere di più la cittadinanza. Mi piacerebbe molto che Cassandra non sia soltanto rappresentata da me ma che sia un modello. Ad esempio, mi piacerebbe attaccare i manifesti con qualcuno e collaborare anche nella creazione di nuovi contenuti perché l’arte appartiene a tutte. Vorrei inoltre uscire da Napoli, facendo arrivare le mie creazioni in altre città”.

Il sogno più grande di “Cassandra parla” e quindi di Emanuela Auricchio è…

“Diventare una realtà concreta non solo a Napoli. Avere gli strumenti per creare con altre persone uno spazio sicuro: tutti uniti in una lotta comune. Il mio sogno è creare quindi un luogo fisico che possa diventare un punto di riferimento per il territorio, per poter fare arte: un laboratorio artistico. Sarebbe bello essere non solo una voce ma dare supporto completo”. 

Per seguire e supportare l’arte di Emanuela Auricchio e della sua “Cassandra parla“, qui c’è la sua pagina Instagram.

Foto di Federica Massari

L’articolo originale può essere letto qui