Egregio Collega,
da Sindaco e da Consigliere Metropolitano della Città di Milano, non Ti nascondo il mio profondo imbarazzo e disappunto nell’aver appreso dalla stampa e successivamente nell’aver visto di persona la mostra fotografica dedicata al Battaglione Azov allestita nella centralissima Via Dante di Milano. Una mostra tesa all’esaltazione delle gesta di membri appartenenti a un’organizzazione militare dichiaratamente neonazista nella città Medaglia d’Oro della Resistenza al Nazifascismo.
Mi permetto di segnalarTi altresì, affinché tu possa porre rimedio, che detto battaglione, che è inquadrato nella Guardia nazionale dell’Ucraina dal novembre 2014, ha come simbolo il c.d. “Wolfsangel”.
Recita Wikipedia: Il Wolfsangel fu, inizialmente, l’emblema del Partito Nazista prima dell’adozione della svastica. Il simbolo Wolfsangel presenta un’immediata associazione con il nazismo, a tal punto che in alcuni Paesi il suo utilizzo è vietato o regolamentato.
Al termine della seconda guerra mondiale, il simbolo è stato utilizzato dalle seguenti organizzazioni neonaziste:
- Wiking-Jugend (“Gioventù vichinga”), fondata nel 1952, bandita nel 1994
- Sezione Junge Front (JF) del Volkssozialistische Bewegung Deutschlands (VSBD), fondata nel 1971 e bandita nel 1982
- Aktion Nationale Sozialisten / Nationale Aktivisten (ANS/NA), fondata nel 1977, bandita nel 1983, riemersa come Nationale Sammlung, bandita nel 1989
- Terza Posizione, Italia, organizzazione neofascista fondata nel 1978, rimasta attiva fino al 1982
- Aryan Nations (“Nazioni ariane”), Stati Uniti, fondata negli anni 1970, dichiarata organizzazione terroristica nel 2001
- Vitt Ariskt Motstånd (“Resistenza dei bianchi ariani”), Svezia, attiva tra il 1991 e il 1993
- Partito Social Nazionalista Ucraino, fondato nel 1991, nel 2004 rinominato come Svoboda
- Battaglione Azov in Ucraina, formato nel 2014 da ultranazionalisti e neonazisti ucraini ed europei (ne utilizza una versione specchiata).
Per tutto quanto sopra è del tutto evidente che tale organizzazione e le sue gesta non possano trovare ospitalità istituzionale nella città da dove sono riecheggiate, grazie a “Radio Milano Libera”, le parole di Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale.
Nell’augurarmi che tale episodio sia solo il frutto di una disattenzione e che venga al più presto superato garantendo alla Città di Milano la propria fiera e assodata identità antifascista e antinazista, ti invio i miei più distinti saluti.
Domenico Finiguerra
Sindaco di Cassinetta di Lugagnano
Consigliere Metropolitano della Città di Milano