L’estate più calda: temperature record, disgelo e aria insalubre per il 99% della popolazione
L’agenzia meteorologica avverte che il mese di agosto è stato complessivamente più caldo di 1,5 °C rispetto alla media dell’epoca preindustriale compresa tra 1850 e 1900, le temperature globali della superficie del mare hanno raggiunto livelli massimi senza precedenti e il ghiaccio marino antartico ha toccato il minimo storico per questo periodo dell’anno. Inoltre, l’inquinamento atmosferico provoca 6,7 milioni di morti all’anno.
L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ha segnalato mercoledì che la Terra ha appena registrato i tre mesi più caldi della sua storia. Secondo i dati del Servizio per il Cambiamento Climatico Copernicus (C3S) dell’Unione Europea, le temperature globali della superficie del mare hanno raggiunto picchi massimi da record per il terzo mese consecutivo mentre l’estensione del ghiaccio marino antartico rimane ai minimi storici per questo periodo dell’anno.
“Il nostro pianeta ha appena superato una stagione “a fuoco lento”: l’estate più calda mai registrata. Il collasso climatico è iniziato. Già da tempo gli scienziati ci hanno messo in guardia sulle conseguenze della nostra dipendenza dai combustibili fossili”, ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite.
“L’aumento delle temperature impone di adottare misure adeguate. I leader devono accelerare la ricerca di soluzioni climatiche. Possiamo ancora evitare il peggio del caos climatico e non abbiamo tempo da perdere”, ha aggiunto António Guterres.
Il Segretario Generale dell’OMM, Petteri Taalas, ha sottolineato che bisogna tenere presente che questi record, sia relativi alle alte temperature che al disgelo, stanno avvenendo prima che si produca “il pieno impatto di riscaldamento del fenomeno de El Niño, che normalmente si verifica nel secondo anno successivo al suo sviluppo”.
Un agosto più caldo di 1,5 °C rispetto alla media preindustriale
Secondo il bollettino climatico mensile del C3S, si stima che il mese di agosto sia stato complessivamente più caldo di 1,5 °C rispetto alla media preindustriale del 1850-1900. L’anno in corso (da gennaio ad agosto) è il secondo più caldo mai registrato, dopo il 2016, quando si è verificato il potente fenomeno di riscaldamento detto El Niño.
Ad agosto è stata registrata la temperatura media mensile della superficie del mare più alta di tutti i mesi, con 20,98 °C. Le temperature hanno superato il record precedente (marzo 2016) in tutti i giorni del mese.
L’estensione del ghiaccio marino antartico si è mantenuta al minimo storico per il periodo dell’anno in esame, con un valore mensile del 12% al di sotto della media. Si tratta di gran lunga della più grande anomalia negativa per il mese di agosto da quando sono iniziate le osservazioni satellitari alla fine degli anni Settanta. L’estensione del ghiaccio marino artico è risultata del 10% inferiore alla media, ma ben al di sopra del minimo storico dell’agosto 2012.
Secondo le previsioni dell’agenzia meteorologica e del Met Office (il servizio meteorologico nazionale) del Regno Unito, esiste il 98% di possibilità che almeno uno dei prossimi cinque anni sia il più caldo mai registrato e il 66% di possibilità di superare temporaneamente 1,5 °C rispetto alla media del 1850-1900 per almeno uno dei cinque anni.
Tuttavia, si precisa che questo non significa che verrà superato in modo permanente il livello di 1,5 °C specificato nell’Accordo di Parigi, che fa riferimento a un riscaldamento a lungo termine nell’arco di molti anni.
L’inquinamento atmosferico uccide quasi 7 milioni di persone all’anno
Da parte sua, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (PNUMA) ha ribadito che l’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre 6,7 milioni di morti premature all’anno e aumenta significativamente il rischio di ictus, malattie cardiache e polmonari, cancro e altri disturbi.
“Sebbene l’inquinamento atmosferico può essere causato da fonti naturali, come eruzioni vulcaniche e tempeste di polvere, la maggior parte della popolazione mondiale è vittima soprattutto dell’inquinamento atmosferico causato dall’uomo“, ha dichiarato il capo del segretariato della Coalizione per il clima e l’aria pulita dell’Agenzia.
Martina Otto ha specificato che le principali fonti umane di inquinamento atmosferico sono la produzione di energia, i trasporti, l’industria, il riscaldamento e la cottura di cibi in ambito domestico, l’agricoltura e la combustione dei rifiuti. Molte di queste sono anche fonti di emissioni di gas a effetto serra e alcuni inquinanti hanno un duplice effetto, causando inquinamento atmosferico e riscaldamento a breve termine.
Queste dichiarazioni sono state rilasciate alla vigilia della Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu , che si celebra ogni 7 settembre per sensibilizzare l’opinione pubblica sui gravi effetti dell’inquinamento atmosferico.
Il 99% delle persone respira aria insalubre
L’agenzia sottolinea che gli inquinanti atmosferici sono il più grande rischio ambientale diretto per la salute dei nostri tempi, dato che il 99% della popolazione mondiale respira aria insalubre.
Tuttavia, Otto sottolinea che, sebbene quasi tutti respiriamo aria inquinata, non siamo tutti esposti agli stessi livelli di inquinamento. “Le differenze nei livelli di inquinamento atmosferico spesso coincidono con altri tipi di disuguaglianze. L’esposizione a qualsiasi livello può avere conseguenze sulla salute che minano la qualità della vita e hanno costi per l’individuo, le nostre società e le nostre economie”.
L’agenzia ricorda che la riduzione dell’inquinamento atmosferico è fondamentale per migliorare la salute umana, ma lo è anche per affrontare la triplice crisi globale rappresentata dal cambiamento climatico, dalla distruzione di natura e biodiversità, dall’inquinamento e dai rifiuti, nonché per aiutarci a raggiungere una serie di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Traduzione dallo spagnolo di Luisa Calè. Revisione di Thomas Schmid.