Alla vigilia dell’udienza del 21 settembre, Amnesty International Italia ha chiesto la scarcerazione immediata e incondizionata di Khaled El Qaisi, a meno che non gli siano prontamente notificati dei capi di imputazione internazionalmente riconosciuti e sia sottoposto a un procedimento penale che rispetti pienamente gli standard internazionali del processo equo.
La richiesta è diretta alle autorità israeliane, ma l’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato anche il governo italiano ad agire affinché Khaled El Qaisi, che ha nazionalità italiana e palestinese, torni al più presto in libertà.
Khaled El Qaisi, traduttore e studente di Lingue e Civiltà orientali all’Università La Sapienza di Roma e fondatore del Centro di documentazione palestinese, è stato arrestato dalle autorità israeliane il 31 agosto mentre attraversava il valico di Allenby, dopo aver trascorso una vacanza con la sua famiglia a Betlemme, nei Territori palestinesi occupati. Al controllo dei bagagli è stato ammanettato senza alcuna motivazione o giustificazione sotto gli occhi increduli della moglie e del figlio di quattro anni: elementi che configurano un quadro di detenzione arbitraria in violazione del diritto internazionale.
Khaled El Qaisi è stato tenuto in isolamento per 14 giorni ad Ashkelon e gli è stato impedito di avere contatti regolari con la sua famiglia e con i suoi legali. Restano ancora ignote le accuse e le asserite “ragioni di sicurezza” che hanno portato all’arresto e al suo trasferimento in Israele. La sospensione del diritto alla difesa e il diniego di giusto processo sono inaccettabili e costituiscono gravi violazioni dei diritti umani. Inoltre, le condizioni di detenzione a cui Khaled El Qaisi è sottoposto, tra cui privazione del sonno, minacce, offese verbali e imposizione prolungata di posizioni di stress, sono potenzialmente riconducibili a un crimine di diritto internazionale.
La detenzione di Khaled El Qaisi è l’ennesimo esempio dell’uso spregiudicato della detenzione arbitraria da parte delle autorità israeliane. Sono oltre 5000 i palestinesi detenuti in Israele (165 dei quali di età compresa tra 12 e 17 anni), tra i quali almeno 1260 sono in carcere senza accusa né processo.