Ieri sera, allo Spazio Caffè La Versiliana si è svolto un evento dal titolo: “E se Spuntasse un Arcobaleno?”, con la partecipazione di Raniero La Valle, Michele Santoro, Luigi de Magistris e Ginevra Bompiani

Abbiamo intervistato Guido Ruotolo, di Servizio Pubblico, per approfondire il significato e capire il futuro del possibile Arcobaleno nascente.

Raniero la Valle ha dichiarato che l’appello per la nascita dell’Arcobaleno non è rivolto ai pacifisti ma ai pacifici: un messaggio quindi rivolto ai cittadini italiani?

E’ rivolto a tutti, “a tutti gli uomini di buona volontà” ha dichiarato, la sua è una cultura di pace, lui pone in campo dei ragionamenti che non solo condividiamo, ma che danno speranza e luce a tutte quelle parti oscure della società, che sono lasciate oscure.
Si rivolge a questo oceano, a questo magma, al 50% delle persone che non crede più nelle istituzioni e nella politica.
Con questa proposta La valle e Santoro vogliono riaccendere la speranza, reilluminare quella cospicua porzione di società che è stata oscurata, messa da parte.
L’Italia di oggi, grazie anche alla presenza di Papa Francesco, di una Chiesa che sta tentando tutte le strade per trovare una possibile mediazione contro le guerre.
Noi siamo un popolo pacifico: dobbiamo rivendicare questa dimensione.

La Valle ha dichiarato che l’appello vuol dare rappresentanza alla pace alla terra e alla dignità: è la nascita di una lista politica?

Questo lo andremo a verificare. E’ certamente un tentativo di riaprire una speranza: il punto vero di discussione è capire se c’è bisogno di una soggettività politica in grado di rimettere in movimento queste sensibilità orientate alla pace: la trattativa, la tregua, l’armistizio, la pace, sono urgenti.
Ieri sera si parlava di forze d’interposizione per garantire la possibilità di avviare tavoli negoziali, bisogna rimettere tutto ciò in movimento. Se serve un soggetto politico nuovo, ben venga.
Noi vorremmo arrivare all’assemblea del 30 settembre, invitando tutti, con la speranza che anche gli altri partiti siano disposti a mettere, nelle loro liste, rappresentanze di questa Italia pacifica e pacifista, consentendo loro di prendere decisioni istituzionali diverse dai partiti di riferimento, garantendo la possibilità di “diserzione” laddove si avverta una contraddizione rispetto alle proprie convinzioni, ai propri valori.
Il pacifismo è un valore, noi vorremmo che anche gli altri partiti: M5S PD, SI, colgano questa dimensione della pace come un tema urgente e necessario. Che siano disposti a garantire anche agli eletti pacifisti la possibilità di avere un loro spazio politico.
Sarebbe bellissimo se fosse garantito un intergruppo europeo anche da partiti che hanno in questo momento diverse sensibilità.

La dignità umana è ben delineata nella Costituzione, come ha spiegato Luigi de Magistris, come mai è così disattesa in Italia, nonostante sia fonte primaria del diritto? E come mai, come ha continuato, la volontà espressa dai cittadini viene anch’essa disattesa? C’è un problema di democrazia?

Sì, non solo in Italia: in tutta Europa. La guerra, la risoluzione dei conflitti con la violenza, con la morte, con la supremazia del più forte è negazione della democrazia.
Noi abbiamo invece bisogno del dialogo, della diplomazia, che è l’arte dell’impossibile, del trovare il punto di mediazione. Sono le società complesse che c’impongono questo.
C’è di nuovo questa contrapposizione, spirano venti di guerra per la risoluzione dei conflitti economici, al fine di stabilire una supremazia economica da parte dell’establishment mondiale dell’economia, del capitalismo come lo conosciamo oggi.

Santoro ieri sera ha fatto un’operazione di trasparenza e d’informazione, come sempre nella sua carriera giornalistica. Ha tuttavia detto cose che non leggiamo nelle grandi testate. Come valuta l’informazione italiana?

Malissimo, sono tutt’ora un giornalista e posso dire che l’informazione fa schifo, lo abbiamo visto anche durante la pandemia. E’ la risposta alla crisi dei partiti: più i partiti si ritraggono, il 50% di astensione lo dimostra in maniera chiara, più hanno bisogno di avere canali di comunicazione.
I giornali oggi non fanno più informazione: fanno comunicazione.
In particolare sui temi come la pandemia, la guerra, abbiamo visto un’informazione che definisco militarizzata, si pubblicano solo le notizie che si vogliono far passare. E’ un’informazione che sta assumendo un carattere molto più politico di prima.
Negli anni ’80, con la lottizzazione della Rai, l’informazione plurale era garantita, oggi c’è la lottizzazione del pensiero unico: tutti dicono la stessa cosa.

Santoro in un post ha dichiarato che c’è chi ha risposto in modo aggressivo all’appello: anche a sinistra ci sono spinte di conservatorismo, di prigione identitaria e di pervicace attaccamento al proprio orticello?

La nostra sfida è quella di vedere se ci sono le condizioni affinché tutti lascino negli armadi armature e maschere del secolo scorso. Noi oggi abbiamo bisogno di comunicare, di parlare alle nuove generazioni, di vederle attive.
Oggi siamo in una nuova fase dello sviluppo economico: ci sono nuovi lavori, nuove figure sociali. Dov’è la classe operaia? Dove passa il conflitto capitale-lavoro? Una volta erano le grandi fabbriche, oggi tutto questo mondo è cambiato e sta cambiando.
Dobbiamo cercare di lasciarci alle spalle ideologie legate ad altre epoche, dobbiamo sperimentare nuove forme della politica e nuova cultura politica.

Voci di corridoio hanno fatto trapelare che il sondaggio SWG sul TG La7 del 24 luglio su una nuova possibile lista politica sia stato commissionato da Santoro, è vero?

No, è stata un’iniziativa di La7, del resto questo è un paese che si è espresso nei vari sondaggi dall’inizio della guerra ad oggi, come un Paese che non ama l’invio delle armi in Ucraina, che non ama la guerra, di questa sensibilità diffusa se ne sono tutti ampiamente fregati.
E poi: commissionare che significa? Noi stiamo facendo tutto ciò alla luce del sole. Ripeto: stiamo cercando di verificare se ci sono spazi e possibilità per costruire un percorso che arrivi ai cittadini attraverso un impegno soggettivo.
A due mesi dallo scoppio della guerra abbiamo realizzato “Pace Proibita”, al teatro Ghione a Roma, non si poteva parlare di pace e abbiamo rotto questo tabù. Poi abbiamo fatto “La Staffetta per la Pace”. Tutto questo è avvenuto con un calcolo scientifico di isolamento e di negazione da parte dell’informazione.
In questi mesi, attraverso queste iniziative di partecipazione corale, abbiamo già sperimentato un percorso comune con soggettività politiche e associative che hanno riconosciuto e si sono riconosciute nella nostra capacità di promozione e hanno aderito.
Oggi chi si meraviglia di fronte a questa apertura di confronto per un’eventuale lista europea, evidentemente lo fa strumentalmente.
Sono mesi, direi più di un anno che si è avviato questo processo, questo cammino.  Adesso è arrivato il tempo, da qui alla fine di settembre per capire, guardandoci negli occhi, noi cosa vogliamo e possiamo fare.

La diretta dell’evento: https://www.facebook.com/michelesantoropresenta/videos/676308314375745