Continua l’ondata di solidarietà internazionale nei confronti del pacifista ucraino Yurii Sheliazhenko, ingiustamente accusato dai servizi del suo paese di attività contro lo stato ucraino e a cui sono stati sequestrati strumenti di lavoro e documenti importanti. Solidarietà che ha visto, fin dall’inizio, i pacifisti nonviolenti italiani che hanno seguito e seguono passo a passo il suo caso.
Già prima dell’inizio di questa persecuzione l’International Peace Bureau aveva proposto la sua organizzazione e le altre organizzazzioni di obiezione di coscienza alla guerra come Premio Nobel per la Pace. Immediatamente si sono levate le voci dei pacifisti nonviolenti italiani a cui si sono aggiunte le prese di posizione internazionali dell’Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (EBCO), l’Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI), l’International Fellowship of Reconciliation (IFOR) e la Connection e.V. (Germania).
Oggi ci giunge la notizia di una lettera con primo firmatario Hannes Jung, coordinatore dello Scientists for Peace forum di cui fa parte anche Yurii (lettera firmata immediatamente da una ventina di scienziati di varie città europeee tra cui Giurgio Parisi, Nobel per la fisica) in cui si ribadisce l’impegno del pacifista ucraino alle azioni contro la guerra portate avanti dal forum, inclusa l’ultima petizione al G20, ci si dichiara certi della sua innocenza e si avvertono le autorità ucraine di non confondere i sentimenti pacifisti con attività contro lo stato ucraino.
Pressenza ha raccolto anche la dichiarazione di Rafael de la Rubia, coordinatore della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza di cui riportiamo la breve dichiarazione:
“L’unica possibilità di portare avanti la pace in Ucraina è che entrambe le parti abbiano la volontà di farlo. Quando si continua a inviare materiale bellico, l’uno e l’altro non vogliono costruire la pace. La sconfitta di uno dei contendenti è impossibile. Entrambe le parti sono logorate. Ma con il generale Inverno alle porte, questo conflitto potrebbe diventare cronico, questo è ciò che interessa alle fabbriche di armi, che con questo fanno affari. Abbiamo membri del Consiglio di Sicurezza che sono i principali produttori di armi al mondo. Sono contenti delle guerre. Solo le coraggiose prese di posizione dei pacifisti, come l’obiettore di coscienza ucraino Yurii Sheliazhenko tra gli altri, tanti obiettori russi, sono loro che hanno dato l’esempio per aprire il futuro… La storia dice che finalmente dovranno sedersi al tavolo ed entrambi firmare la fine della guerra. Prima lo fanno, meno morti ci saranno. I pacifisti combattono perché ciò avvenga il prima possibile.”
Dal Cile arriva la solidarietà di Tomás Hirsch deputato di Azione Umanista: “Gli umanisti hanno sempre messo al centro l’Essere Umano. Ecco perché consideriamo la Nonviolenza Attiva come unica metodologia di azione per trasformare la nostra società ed è per questo che ci sentiamo così vicini ai pacifisti del mondo che lavorano per la pace, la fine delle guerre e la collaborazione tra paesi e popoli. Oggi, come membro del Congresso cileno, esprimo il mio appoggio, sostegno e solidarietà a Yurii Sheliazhenko, Segretario del Movimento pacifista ucraino, perseguitato e ingiustamente accusato dalle autorità ucraine di giustificare l’invasione russa. Yurii ha proclamato esattamente l’opposto: il rifiuto dell’aggressione e dell’invasione russe e il rifiuto della guerra come soluzione a qualsiasi conflitto. Ripudiamo la persecuzione che ha subito da parte delle autorità ucraine e chiediamo che siano rispettati i suoi diritti di manifestare la sua opposizione alla guerra, la sua obiezione di coscienza a collaborare alla morte di giovani di qualsiasi parte o paese”.
Infine da Praga Gerardo Femina della rete umanista internazionale Europe for Peace ha dichiarato: “fin da quando siamo nati, in occasione della campagna in Repubblica Ceca contro gli euromissili, abbiamo capito che le battaglie pacifiste nonviolente si vincono con la solidarietà internazionale. Per questo appoggiamo l’azione nonviolenta di Yurii, la sua obiezione di coscienza e protestiamo per l’ingiusta persecuzione e criminalizzazione che sta subendo.”
Pressenza ha sollecitato ulteriori prese di posizione a livello internazionale che riporteremo sicuramente nei prossimi giorni.