Rimane alta l’attenzione da parte del Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sulla vendita, in asta giudiziaria, a un’immobiliare privata dell’area nota come Ortazzo e Ortazzino nel Parco Delta del Po in provincia di Ravenna. Oggi, con una nuova interrogazione alla Giunta regionale dopo la prima del 10 agosto, la capogruppo Silvia Zamboni sollecita una riclassificazione della zona C portandola in fascia B per aumentarne i vincoli di tutela.
I 500 ettari acquistati dall’immobiliare anziché dall’Ente Parco sono suddivisi in tre zone, denominate con la classificazione A, B e C, con protezioni differenti e via via meno stringenti: 71 ettari sono in zona A denominata “a protezione integrale”, 340 ettari in zona B denominata “a protezione generale” e 72 ettari in zona C denominata a “protezione ambientale”, un grado di tutela meno stringente delle zone A e B.
Con l’interrogazione depositata oggi Europa Verde interpella inoltre la Giunta regionale sull’opportunità di esaminare nel dettaglio la regolarità procedimentale della compravendita, valutando se ci siano gli estremi per impugnarla e dotare il Parco delle risorse necessarie ad esercitare il diritto di prelazione.
“L’unica garanzia di tutela e valorizzazione dei 500 ettari di Ortazzo e Ortazzino è metterli in mano pubblica – dichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – Bisogna quindi fare ogni tentativo per mettere il Parco in condizione di fare quello che era doveroso fare: esercitare il diritto di prelazione disponendo dei fondi adeguati. L’interrogazione che ho depositato il 10 agosto ha per obiettivo fare chiarezza sui retroscena, i motivi e le responsabilità del mancato acquisto da parte dell’Ente Parco. Con l’interrogazione odierna sollecito invece la Giunta a provare a rimediare al mancato acquisto: verificando, da un lato, se sia ancora possibile esercitare il diritto di prelazione; modificando, dall’altro, le tutele ambientali dell’area oggi classificata come C portandola in fascia B. Questa nuova classificazione, del resto, è supportata dalle caratteristiche ambientali – simili a quelle della zona B adiacente – assunte dall’area C che, a seguito di oltre 50 anni di totale abbandono, ha visto ricrearsi gli ecosistemi e gli habitat propri di quel territorio.
Europa Verde ringrazia ancora una volta Italia Nostra per aver portato alla luce questa vicenda. Con la speranza che sia di monito perché in futuro fatti simili non si ripetano più”, conclude Silvia Zamboni.
Fonte: Comunicato Stampa di Europa Verde