E’ per ora stabile la situazione in Niger, ad ormai venti giorni dal colpo di stato militare dello scorso 27 luglio e delle successive minacce di intervento militare da parte dell’organizzazione degli stati dell’Africa occidentale ( ECOWAS – CEDEAO ).
Sembra tuttavia profilarsi la strategia dell’impero occidentale – ricordo che la Francia ha 1.500 soldati in Niger, mentre gli Stati Uniti circa 1.000 -, per giustificare un proprio intervento militare: salvare la vita dell’ormai ex presidente del Niger Mohamed Bazoum [nella foto].
Non si hanno notizie dei circa 200 soldati italiani in Niger, dopo un primo parziale ritiro degli scorsi giorni.
Niger, la strategia dell’impero: salvare Mohamed Bazoum
Carine Kaneza Nantulya, responsabile di Human Rights Watch (HRW) per l’Africa ma residente a Washington D.C. negli Stati Uniti, infatti, con un post su twitter dell’11 agosto ha contraddittoriamente assicurato che il 9 e il 10 agosto rappesentanti di HRW hanno avuto modo di « parlare col presidente destituito » ma anche che « i capi della giunta hanno impedito a lui e alla sua famiglia di avere qualsiasi contatto umano esterno » sin dall’8 agosto [1].
L’esponente umanitaria statunitense ha pure aggiunto una forte denuncia: il mancato « accesso ai servizi di base » ( elettricità, cibo adeguato, trattamenti medici ) a favore di Mohamed Bazoum.
Il tweet è stato un assist alla (concordata?) dichiarazione di Josep Borrell, vice presidente dell’Unione Europea, e non solo. Anche Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione Africana, lo riporta lo stesso giorno il giornale “Vision Guinea”, ha esortato « la Comunità Internazionale a riunire concretamente i propri sforzi per salvare la vita e l’integrità morale e fisica del presidente Mohamed Bazoum » [2].
Insomma, come già scritto, la motivazione morale, la famosa “pistola fumante”, per l’intervento armato è stata costruita.
L’Unione Europea prepara un contro colpo di stato in Niger?
Anche Emanuela Del Re, rappresentante dell’Unione Europea per il Sahel ed ex viceministro agli esteri in quota Movimento Cinque Stelle sotto i governi Conte I e Conte II, si è distinta in merito per un’orrenda dichiarazione stampa.
Intervista il 9 agosto da Repubblica ha dichiarato: « è necessario annichilire questa giunta … Le sanzioni stanno cominciando a produrre effetti: mancano medicinali, manca cibo, manca elettricità – ancora più di prima ».
Poi la diplomatica italiana ha adombrato la possibilità di un sanguinoso contro colpo di stato in Niger: « se un domani arrivasse una forza che si presentasse come vincente, chi potrebbe mai dire che la giunta rimarrebbe compatta? Probabilmente alcuni faranno una giravolta e passeranno dalla parte del più forte ».
Quasi a sembrare questa una cosa già organizzata dall’impero d’occidente, Jeune Afrique, lo stesso giorno, pubblicava un articolo col quale si informava che « il ministro di Stato Rhissa Ag Boula ha annunciato la creazione di un movimento per riportare in carica il presidente » [3].
Giuliano Granato, portavoce di Potere al Popolo, ha così commentato l’esternazione sui social: « Per Emanuela del Re … bisogna far soffrire la popolazione, forse fare una guerra. Se questi son i diplomatici …» [4].
Ad Human Rights Watch interessa Bazoum e non il popolo nigerino?
Tornando alle sanzioni che penalizzanol’ex presidente del Niger, l’alta rappresentante di Human Rights Watch Carine Kaneza Nantulya, tuttavia, nulla ha dichiarato sulle mancanza di accesso ai servizi di base a favore del resto della popolazione del Niger gravemente colpita delle sanzioni finanziarie, doganali ed economiche imposte dalla ECOWAS – CEDEAO e dall’Unione Europea.
Nulla di sorprendente: il 27 luglio, subito dopo il colpo di stato militare in Niger la stessa era intervenuta dichiarando che « le autorità militari nigeriane dovrebbero fornire rapidamente un calendario preciso per il ritorno al governo civile democratico e sostenere il diritto di tutti i nigerini di eleggere i propri leader » [5].
Africa: ci colpo di stato buoni e colpo di stato cattivi
Non risultano dichiarazione della Carine Kaneza Nantulya, tuttavia, in merito all’attuale presidente dell’Unione Africana, il sessantaquattrenne colonello Azali Assoumani, nel 1999 salito al potere nel proprio paese, le Isole Comore, con un colpo di stato militare al quale sono succedute quattro elezioni democratiche e un cambio della Costituzione di quel Paese per permettergli la rielezione nel 2019 [6] [7].
Forse perchè Azali Assoumani gode dell’appoggio dell’impero d’occidente e della Francia in particolare, per come spiega Africa Express [8]. Come il presidente deposto Bazoum, che, all’indomani del golpe, non ha chiesto aiuto al popolo nigerino per essere reinsediato ma a quello statunitense.
Le presunte minacce a Mohamed Bazoum sono oramai sulla stampa dell’impero occidente. Anche Josep Borrell è intervenuto, il 14 agosto, senza citare prove e fonti, di un una « nuova provocazione … La volontà della giunta di accusare Mohamed Bazoum di alto tradimento » [9].
Nel frattempo prosegue l’attività diplomatica del Mali, il cui presidente golpista, il colonello Assimi Goita, ha avuto oggi « una conversazione telefonica con il presidente Putin. Abbiamo accennato alla situazione in Niger. Ha sottolineato l’importanza di una risoluzione pacifica della situazione per un Sahel più stabile » [10].
Tutto fa credere che l’Africa Occidentale possa rappresentare il fronte sud di una terza guerra mondiale, stavolta tra l’impero occidentale e il blocco russo, che possa esplodere a breve.
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Fonti e Note:
[1] Twitter, profilo Carine Kaneza Nantulya.
[2] Vision Guinea, 11 agosto 2023, “Niger : l’Union africaine appelle à la mobilisation de la communauté internationale pour sauver la vie du président Bazoum”.
[3] Jeune Africa, 9 agosto 2023, “Coup d’État au Niger : Rhissa Ag Boula crée un Conseil de la résistance pour la République”.
[4] Twitter, prifilo Giuliano Granato.
[5] Twitter, profilo Carine Kaneza Nantulya.
[6] Wikipedia, “Azali Assoumani”.
[7] Treccani, “Azali Assoumani”.
[8] Africa Express, 20 febbraio 2023, “Il presidente comoriano Azali Assoumani, fortemente sponsorizzato da Parigi, alla guida dell’Unione Africana”.
[9] Twitter, 14 agosto 2023, profilo Josep Borrell.
[10] Twitter, 15 agosto 2023, profilo colonello Assimi Goita.