Nel 2022 i morti in incidenti stradali in Italia sono stati 3.159 (+9,9% rispetto all’anno precedente), i feriti sono stati invece 223.475 (+9,2%) e 165.889 gli incidenti stradali (+9,2%). I morti entro le 24 ore dagli incidenti sono stati 2.651, mentre si contano 508 deceduti dal secondo al trentesimo giorno dall’evento. Si tratta di valori tutti in crescita rispetto al 2021, anche a causa di una netta ripresa della mobilità dopo la pandemia.
Le vittime aumentano per tutti gli utenti della strada rispetto al 2021, fatta eccezione per i ciclisti e per gli occupanti di autocarri. Si contano 1.375 vittime tra gli occupanti di autovetture (+15,4%), 781 tra i motociclisti (+12,4%), 70 tra i ciclomotoristi (+4,5%), 485 tra i pedoni (+3,2%). Tra gli occupanti di autocarri si registrano 166 deceduti (-1,8%), mentre per le biciclette e le biciclette elettriche le vittime sono 205, in diminuzione rispetto al 2021, quando erano 220 (-6,8%). Aumentano, invece gli infortunati tra gli utenti di monopattini elettrici. Con riferimento ai soli monopattini elettrici (conteggiati dal 2020), gli incidenti stradali che li vedono coinvolti passano da 2.101 del 2021 a 2.929 nel 2022, i feriti da 1.980 a 2.787, mentre i morti (entro 30 giorni) sono 16 (nel 2021 erano 9 più un pedone).
Sia gli incidenti stradali, che le vittime e i feriti aumentano in tutti gli ambiti stradali rispetto al 2021, anche se rimangono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, ad esclusione delle vittime su strade urbane. Nel confronto con il 2021 sulle autostrade si registra, per gli incidenti, un aumento del 9,7% e del 19,9% per le vittime; sulle strade urbane +9,8% per gli incidenti e +5,5% per le vittime, sulle strade extraurbane +7,2% per i sinistri e +12,2% per i decessi.
Anche in Europa (Ue27) il numero delle vittime riprende ad aumentare nel 2022 (+3,7% rispetto all’anno precedente), dopo la drastica riduzione dei due anni di pandemia (-9,1% sul 2019). Complessivamente, nel 2022 le vittime sono 20.669, contro 19.932 del 2021 e 22.761 del 2019. Ogni milione di abitanti si contano 46 morti per incidente stradale nella Ue27 e 54 nel nostro Paese, che passa dal 13° al 19° posto della graduatoria europea.
I comportamenti errati più frequenti alla guida si confermano essere: la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. I tre gruppi costituiscono complessivamente il 38,1% dei casi (82.857), valore stabile nel tempo. La guida troppo veloce è il comportamento più sanzionato, rappresenta infatti il 38,7% del totale. Diminuiscono le sanzioni per mancato uso delle cinture di sicurezza, dei sistemi di ritenuta per bambini e per mancato uso del casco. Rimane elevato il numero di sanzioni per uso improprio di dispositivi in auto e aumentano le sanzioni per guida sotto effetto di alcool e droghe.
Qui il Report dell’ISTAT: https://www.istat.it/it/files//2023/07/REPORT_INCIDENTI_STRADALI_2022_IT.pdf .
Qui l’infografica: https://www.istat.it/it/archivio/286942?mtm_campaign=wwwnews&mtm_kwd=03_2023
Se questa è la situazione, dati alla mano, ti aspetteresti che l’intervento del legislatore fosse orientato in particolare a cercare di incidere sui comportamenti errati più frequenti alla guida. Ma il disegno di legge presentato dal ministro Salvini non va affatto in questa direzione. “Un disegno di legge per la sicurezza stradale – scrivono la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta- FIAB e le associazioni della piattaforma #città30subito (Legambiente, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO, Clean Cities Campaign ) – da una parte inefficace, perché non interviene sulla velocità che è la prima causa degli incidenti più gravi nelle città e anzi limita l’uso degli autovelox; e dall’altra parte dannoso, perché addirittura fa passi indietro sulle norme esistenti per la mobilità sostenibile, limitando le possibilità di realizzazione di ciclabili, ZTL e sosta regolamentata”. Le Associazioni elencano 10 “attacchi” alla mobilità sostenibile da parte del Ddl Salvini: https://fiabitalia.it/la-moderazione-della-velocita-la-grande-assente-nel-ddl-salvini-fiab-con-le-associazioni-della-piattaforma-citta30subito-chiede-una-revisione/.
E sottolineano come la riforma presentata intervenga soprattutto sulla parte sanzionatoria di chi fa abuso di sostanze illecite alla guida ma ha un grande assente: la moderazione della velocità, su cui mancano interventi incisivi. Fuoriluogo.it smonta la narrazione che lega l’incidentalità all’uso/abuso di sostanze, sottolineando che “secondo i report forniti da Carabinieri e Polizia, sui 56.284 incidenti con lesioni registrati (circa un terzo del totale) in soli 1.671 casi almeno un conducente (non sappiamo se quello che ha causato l’incidente) risulta positivo agli stupefacenti. Si tratta del 3% del totale, in calo sia rispetto al 2021 (3,2%) che al 2019 (3,4%)”. Per le associazioni della Piattaforma #Città30subito la proposta del ministro Salvini renderà più difficile l’installazione degli autovelox, prezioso strumento di moderazione e controllo della velocità soprattutto in città e non aumenterà la sicurezza stradale, soprattutto nelle città, dove avvengono oltre il 70% di tutti i sinistri stradali. Per tutelare efficacemente la sicurezza delle persone, a partire dalle categorie più vulnerabili come pedoni e ciclisti, occorre ridurre per legge la velocità massima sulle strade urbane. In caso contrario risulterà irraggiungibile lo stesso obiettivo che il decreto legge si pone: diminuire sensibilmente le vittime,con l’auspicio di avvicinarsi il più possibile a zero vittime sulla strada entro il 2050.
Alla Camera dei Deputati, intanto, è stato presentato il disegno di legge per realizzare città a 30km all’ora. La proposta, promossa dalla piattaforma di associazioni #Città30subito, è stata depositata da un gruppo trasversale di parlamentari.
Qui il comunicato stampa.