Dall’inizio della seconda fase della guerra in Ucraina (febbraio 2022), la Svizzera ha iniziato a cedere la sua neutralità, virando verso l’atlantismo e bloccando i conti bancari russi. Da quest’anno la neutralità elvetica sembra aver fallito del tutto quando la Ministra della Difesa Viola Amherd ha deciso che la Svizzera aderirà al progetto “Sky Shield” della NATO. “La svolta accelerata ultra-atlantista del governo, senza peraltro passare dal popolo, è sempre più grave ed è una esplicita strategia di rottamare del tutto quel che resta non solo della neutralità svizzera ma pure della nostra credibilità diplomatica!” – ha dichiarato il Partito Comunista Svizzero.
Il Movimento Svizzero per la Pace (MSP), la storica organizzazione pacifista elvetica con sede a Basilea e sorta nel 1949, si è mosso tempestivamente e ha condannato la decisione del governo di Berna, dichiarando che “con l’adesione all’alleanza Sky Shield, il Consiglio federale afferma molto chiaramente che la Svizzera non farà da mediatore né offrirà i suoi servizi diplomatici in caso di un’ulteriore escalation della guerra in Ucraina, ma sarà al fianco del blocco NATO dal punto di vista militare”. Una posizione giudicata pericolosa anche dal Partito Comunista della Svizzera, il cui segretario politico Massimiliano Ay ha dichiarato senza mezzi termini: “Passo dopo passo, con una ‘tattica del salame’, il Consiglio federale ci farà aderire alla NATO schierandoci attivamente nelle guerre che saranno provocate dall’espansionismo americano in Europa”.
Le mosse che il governo svizzero ha compiuto in questi anni fanno pensare che l’intenzione sia quella di abbandonare completamente l’idea di neutralità:
- Il governo federale svizzero si è rifornito di caccia F-35A senza però dire al popolo che sottostavano a un vincolo tecnologico che li rendeva inutilizzabili senza l’ok del Pentagono, cioè della NATO);
- la Svizzera ha rifiutato di firmare il Trattato ONU sulla Proibizione delle Armi Nucleari, proprio per non ostacolare i piani della NATO, annunciando manovre militari congiunte fra l’esercito elvetico e la NATO proprio nel bel mezzo di una guerra in Europa;
- Viola Amherd ha firmato una dichiarazione d’intenti per aderire allo Sky Shield, una sorta di scudo missilistico che prevede l’integrazione militare e lo scambio di dati fra le forze armate svizzere e gli eserciti NATO in funzione anti-russa;
- Oltre al rischio di finire come bersagli in caso di conflitto più esteso, si snatura completamente il principio di neutralità fra blocchi, che da sempre la Svizzera adotta.
- La Svizzera è così finita nella lista nera della Russia dopo aver aderito insensatamente alle sanzioni unilaterali dell’UE che stanno causando inflazione e fallimenti;
- La Svizzera si schiera, anche dal punto di vista militare, con un’alleanza offensiva che si trova già in guerra.
Oltre a queste controverse posizioni, preoccupano anche le dichiarazioni dei vertici militari svizzeri che, da presunti “campioni di patriottismo”, hanno tolto finalmente la maschera. Il comandante in capo delle forze armate, Thomas Süssli, sostituendosi ai politici democraticamente eletti, si è inserito attivamente nel dibattito politico e chiede esplicitamente un vincolo più stretto fra l’esercito svizzero e la NATO, oltre che con l’UE. Oltre ad aver già esternalizzato ai centri NATO la formazione degli ufficiali, Süssli propone che i soldati svizzeri si addestrino all’estero, dimenticandosi che forse – per Costituzione – la missione dell’esercito svizzero dovrebbe essere esclusivamente difensiva. Il Partito Comunista preannuncia di conseguenza che si opporrà alla modifica della relativa legge che attualmente non permette di obbligare i soldati svizzeri a uscire dai confini nazionali per i corsi di ripetizione.
“Deve essere chiaro a tutti che una maggiore cooperazione con la NATO – che ha perso ogni presunta vocazione difensiva ed è diventata una coalizione di attacco al servizio degli interessi americani – significa distruggere del tutto quel poco di neutralità rimastaci e portare i soldati svizzeri in guerra per conto di altri governi” – ha dichiarato il Partito Comunista in un comunicato stampa, schierandosi coerentemente per la difesa della neutralità svizzera per frenare i rischi di coinvolgimento bellico e per salvaguardare la pace, la democrazia e la sovranità popolare.
Insieme alla Svizzera, anche l’Austria, sotto la guida del Ministro della Difesa Tanner, ha annunciato l’adesione del suo Paese all’alleanza di difesa missilistica “Sky Shield”. È in quest’occasione che venerdì 7 luglio 2023 circa 150 manifestanti si sono radunati davanti all’Ambasciata Svizzera a Vienna. Due Stati neutrali avevano insomma dichiarato la loro intenzione di aderire al sistema di difesa missilistica schierandosi con un ben specifico blocco militare, quello comandato dagli USA, noti per il piglio espansionista contro tutti i Paesi sovrani. I manifestanti hanno dichiarato che “con questa firma, il governo austriaco rende ufficialmente l’Austria un alleato della NATO e potenzialmente la conduce in guerra contro la Russia”. I cittadini, esasperati dalla svolta bellicista e filo-atlantica, hanno quindi chiesto ai governi svizzero e austriaco di attenersi alla neutralità e di ritirarsi dalle alleanze militari esistenti. “La neutralità è la migliore protezione e garanzia di pace” hanno dichiarato presidiando i cancelli dell’Ambasciata.
Lo scudo anti-missile ha una mera funzione difensiva, come sostengono i due governi, ma è uno strumento per prepararsi alla possibilità di un primo attacco nucleare da parte della NATO contro la Russia. Il cosiddetto obbligo di approvvigionamento dell’UE impone miliardi di investimenti in armamenti e fa sì che i soldi dei contribuenti, in questo caso quelli austriaci, vengano utilizzati per acquistare armi a favore del regime ucraino. Con l’adesione allo “Sky Shield”, questa spesa aumenterà ulteriormente, quando questi soldi servirebbero urgentemente in altri settori, ad esempio nell’istruzione, nelle prestazioni sociali, nella sanità pubblica, ecc. Ma mentre lì si mercanteggia ogni centesimo, Vienna e Berna firmano senza discussione un investimento incostituzionale di miliardi in armamenti per far piacere ai gendarmi americani. La costruzione dello Sky Shield sarà un affare miliardario per gli Stati Uniti e Israele, che ne vendono la tecnologia. I loro investimenti sottolineano gli interessi dei Paesi della NATO, soprattutto degli Stati Uniti e dei loro alleati europei, che sono stati spinti a realizzare lo scudo missilistico.
Fonti:
https://www.partitocomunista.ch/?p=7236
https://www.partitocomunista.ch/?p=7226
https://www.sinistra.ch/?p=15071