In questi tempi mi imbatto spesso in libri che tracciano nuovi paradigmi, riflettendo e proponendo nuove soluzioni.
Da questo punto di vista la decadenza di questo sistema e la caduta verticale dei sui valori stanno stimolando molte riflessioni, sia puntuali che generali, sullo stato di cose presente e sul futuro.
Un libro di questo genere è senza dubbio Passo dopo passo, la cura del sé, dell’altro, del territorio di Paolo Piacentini pubblicato quest’anno da Pacini Editore nella collana New Fabric, giunta al suo quattordicesimo titolo.
Paolo parte dalla sua esperienza di camminatore appassionato per la cura della natura e approfittando di quella “pausa” che il covid ha dato a tutti noi scrive un libro riflessivo e propositivo.
Il concetto che pervade il libro è quello della cura (tra l’altro provvede a rirpodurre il manifesto della “società della cura” un documento che ha ispirato la nascita di gruppi di lavoro tuttora attivi e nati nei dintorni del COVID). Il concetto di cura riguarda tutti i viventi, gli esseri umani e il loro intorno e produce una cambio di paradigma e una critica radicale ai dis-valori che il sistema attuale ci propone.
Passo dopo passo, con la dovuta lentezza di una nuova costruzione, Paolo condice il lettore in un sentiero che parte dalla cura del sé per passare per la cura dell’altro e finire con la cura del territorio. Bellezza, spiritualità, abbraccio, piccole cose, economia circolare, silenzio, salute sono alcuni dei temi trattati.
Completa il sentiero la relazione con una serie di esperienze concrete che possono essere prese come esperienze positive sviluppate con uno stile di scrittura che varia saggiamente tra la poesia, la testimonianza, il manifesto, il saggio.
Sicuramente un libro pieno di riflessioni, proposte e spunti di riflessione di cui tanto abbiamo bisogno in questi momenti di oscurità in cui sembra prevalere la banalità del discorso e delle frasi fatte.
Alcune piccole critiche all’editore: una edizione ebook decisamente cara, una scarsa visibilità del libro e della collana sul sito dell’editore e la mancanza di informazioni sulle certificazioni della carta usata, fatto insolito per un libro “ecologista” e prodotto da una casa editrice che è anche tipografia.