La USB Industria–Lavoro Privato ha indetto una manifestazione nazionale in piazza Cavour il prossimo 2 settembre a Como, per contestare le ricette economiche del Forum Ambrosetti. Alla mobilitazione dell’Unione sindacale di base hanno aderito anche Prc, Up e Osservatorio democratico sulle nuove destre. L’iniziativa sindacale s’integra virtualmente con La strada maestra, l’Altra Cernobbio, la due giorni indetta da ben oltre 50 organizzazioni che si terrà dall’1 al 2 settembre allo Spazio Gloria (in via Varesina, 72)
Il 2 settembre prossimo, a Cernobbio, le classi dominanti tornano ad incontrarsi per la 49ma edizione del Forum Ambrosetti: politici, ministri, manager di grandi aziende, si confronteranno su temi che poi cittadini e lavoratori dovranno subire. Arriveranno con le loro lussuose macchine, con i loro elicotteri, con le loro guardie del corpo, e tra aperitivi, cene e vini pregiati racconteranno alla stampa di regime che la guerra e lo sfruttamento sono gli ingredienti delle ricette necessarie per reggere la competizione globale e che mettono a disposizione dei vari governi europei che poi senza vergogna useranno per le minestre da far ingoiare a cittadini, lavoratori, disoccupati, pensionati e studenti.
Tra i vari temi ci sono quelli della transizione energetica, delle politiche europee, della guerra. In tutto questo l’opinione del popolo non vale nulla, perché le classi dominanti apparecchiano da sempre la tavola dei poveri, che sono quelli che a detta del ministro Lollobrigida mangiano addirittura meglio dei ricchi: questi ultimi devono accontentarsi del caviale e dello champagne, poverini.
Tutto ciò che questi “potenti” programmeranno lo pagheranno a caro prezzo le classi più deboli che continuano a vedersi espropriati diritti e salario attraverso l’inflazione, che non è altro che trasferimento di ricchezza dal basso verso l’alto: i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
L’industria di questo paese vedrà in particolare le ripercussioni negative maggiori: per come questo Governo e le aziende stanno gestendo la transizione ecologica, saranno siderurgia ed automotive ad esempio a vedere la perdita di tantissimi posti di lavoro e la migrazione di molte aziende (in particolare quelle della componentistica) verso paesi con un minor costo della manodopera e maggiori vantaggi su energia e tassazione.
L’Italia dovrebbe rigettare un programma completamente basato sulla concorrenza e sul dumping salariale: senza più controllo sulla maggior azienda del settore auto del paese, senza una chiara visione industriale sui settori strategici (uno su tutti quello siderurgico), senza una risposta risolutiva sulle maggiori crisi industriali, questo Paese non sarà mai in grado di tutelare i posti di lavoro, le produzioni e gli stabilimenti.
Stellantis non assicura una produzione sufficiente nemmeno a mantenere gli attuali organici e continuerà ad avere mano libera su cassa integrazione, trasferte “forzate” da uno stabilimento all’altro ed incentivazione al licenziamento volontario. Tutto questo senza considerare le pesanti ripercussioni in tutta la galassia delle aziende collegate a tali stabilimenti produttivi. Idem per Acciaierie D’Italia e JSWSteel dove l’utilizzo spregiudicato degli ammortizzatori sociali è una costante, anzi, è divenuta una normalità accettabile, con il Governo che allarga ulteriormente la borsa dei finanziamenti pubblici addirittura incentivando, attraverso la defiscalizzazione, il lavoro svolto in regime di straordinario cioè tutto il contrario di ciò che doveva fare: i lavoratori saranno sempre meno, sempre più in balia delle aziende e sempre più sfruttati da carichi di lavoro disumani.
Il divieto di manifestare a Cernobbio, come aveva programmato l’USB, mostra l’arrogante deriva autoritaria dei governi, sempre più al servizio dei potenti burattinai dell’economia, che punta a fare terra bruciata a qualsiasi atto di dissenso che possa disturbare i progetti di questi soggetti che si sentono padroni del mondo grazie al divino potere del denaro.
L’USB non si arrende a tutto questo e manifesterà il 2 settembre nella vicina Como per dire che i lavoratori non vogliono finanziare guerre con il loro sudore e non vogliono competere ma vogliono semplicemente vivere.