Martedì 4 luglio a partire dalle 21 si è svolto presso i giardini Alimonda di Torino il terzo appuntamento dell’Alimonda Summer Festival, il festival culturale a chilometro zero organizzato da chi vive e lavora nel quartiere Aurora di Torino ed orgogliosamente autofinanziato.

L’obiettivo dichiarato dell’Alimonda Summer Festival è quello di creare spazi di comunicazione ed approfondimento sulle tematiche più importanti di un quartiere complesso come Aurora; Il formato pensato per le quattro serate previste è quello del dibattito di approfondimento seguito da una performance artistica; il dibattito è incentrato su problemi locali, anch’essi a chilometri zero, con l’intervento di esperti ed operatori in grado di analizzare le criticità e proporre soluzioni, la performance artistica è a cura anch’essa di risorse locali che mettono a disposizione la loro arte gratuitamente per rendere il quartiere più vivibile.

L’argomento del dibattito di ieri sera era La rabbia giovanile come emozione politica: giovani, conflitti e appartenenze nello spazio pubblico di Aurora.

Sono intervenuti: Roberto Bertolino (psicologo, collaboratore del Centro Franz Fanon, Giudice Onorario al Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta) e Khalid Sami (mediatore interculturale, collaboratore di Atypica e UISP). Gioele Urso (giornalista di TorinoToday) ha moderato il dibattito.

Roberto Bertolino tenta di definire la rabbia presente nei giovani abitanti del quartiere con particolare attenzione ai giovani migranti di prima e seconda generazione, rabbia che comunque non è estranea anche ai giovani italiani.

Considerare la rabbia giovanile come emozione politica significa cambiare il punto di vista sulla rabbia stessa esaminandola dal punto di vista sociale. Troppo spesso questa rabbia viene erroneamente considerata come una tendenza negativa del singolo, un dis-controllo delle sue emozioni, ma molta della rabbia è una ricerca di rispetto da parte di una società che schiaccia il singolo in tanti modi diversi.

Occorre socializzare la rabbia perché non è l’individuo arrabbiato che è difettoso è la società che genera quella rabbia che lo è; come scrive la sociologa francese Kaoutar Harchi a proposito dell’uccisione in Francia del diciasettenne Nahel M., “Prima di essere ucciso, Nahel era uccidibile”[1]

Khalid Sami cerca di precisare con esempi concreti il concetto della responsabilità della politica (nel senso ampio di polis) sulla generazione della rabbia: genera rabbia non avere la cittadinanza, non avere il diritto di votare i propri rappresentanti, la difficoltà a trovare una casa degna[2],  la difficoltà a fare qualsiasi cosa, la sensazione continua di essere discriminati.

Acquisito il punto di vista, Roberto Bertolino analizza ulteriormente la radice della rabbia giovanile; i ragazzi vedono il loro futuro ipotecato e chiuso: non si riconoscono o non vogliono prendere il posto dei genitori e sono dominati da un desiderio di altrove. Mentre i ragazzi italiani hanno la possibilità di sognare di andare altrove, i loro coetanei di origine straniera non possono materialmente farlo.

Questo desiderio disperato di esistere si trasforma in rabbia verso gli altri ed anche verso sé stessi ed i propri familiari.

Khalid Sami racconta la sua difficoltà di educatore di strada a rispondere alla domanda “perché devo partecipare all’attività che mi proponi?”; riuscire a convincere un ragazzo a giocare a calcio diventa così un atto politico, un tentativo di strapparlo alle dinamiche solite.

Gioele Urso chiude il dibattito con la domanda cosa chiedete alle istituzioni?

Khalid Sami vorrebbe più spazi di incontro per i giovani perché gli spazi mancano, come mancano iniziative e educatori.

Roberto Bertolino vorrebbe un impegno reale della politica perché, quando si parla di immigrazione, non vengono introdotte delle vere strategie, ma solo circolari amministrative non impugnabili ed al di fuori del dibattito parlamentare.

Nessuno parla del diritto alla mobilità, al massimo si propone la costruzione di un senso di comunità paranoico basato sull’esclusione.

Poi si può investire sulla bellezza non esclusiva, perché quello che ti do dice come ti vedo e la bellezza viene rispettata.

Al termine del dibattito è iniziata l’esibizione rap e trap di Baderness, Elia, Snaf, Eureka.

Prossimo ed ultimo appuntamento dell’Alimonda Summer Festival martedì 11 luglio a partire dalle ore 21 con il dibattito “Dipendenze e fragilità estreme per le strade di Aurora” a cui interverranno Lorenzo Camoletto (educatore e formatore, collaboratore di Università della Strada e cooperativa Alice, presidente del Cnca Piemonte e Liguria). Modera: Gioele Urso (giornalista di TorinoToday).

Performance artistica: Il Signor Gesù sta arrivando: occhio ai portafogli. Con Max Liotta.

[1] https://www.meltingpot.org/2023/07/francia-sulla-morte-di-nahel-m-prima-di-essere-ucciso-nahel-era-uccidibile/

[2] https://www.pressenza.com/it/2023/06/torino-seconda-serata-dellalimonda-summer-festival/