Come il leggendario Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri, sta per essere lanciata un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), che chiede all’Unione Europea di istituire una tassa sulle grandi ricchezze a beneficio della transizione ecologica e sociale.
L’11 luglio la Commissione ha reputato giuridicamente ammissibile questa iniziativa. Si tratta della sesta iniziativa europea registrata nel 2023.
Ora gli organizzatori hanno sei mesi di tempo per scegliere il momento in cui avviare la raccolta di adesioni. Dovrà essere raccolto almeno un milione di firme in sette Paesi europei, nell’arco di sei mesi.
L’iniziativa è stata depositata da un gruppo di economisti, attivisti, politici e milionari provenienti da sette Paesi europei. Chiede di adottare un’imposta patrimoniale annuale permanente sulle maggiori fortune europee per raccogliere entrate destinate a ridurre la povertà e la disuguaglianza sia in patria che nei Paesi più poveri e per affrontare la crisi climatica.
I firmatari si uniscono a un coro di voci in tutto il mondo che chiedono una maggiore tassazione dei più ricchi alla luce dei guadagni record ai vertici della società e delle difficoltà economiche di molti. Durante i primi due anni di crisi pandemica e del costo della vita, il 63 % di tutta la nuova ricchezza (pari a 26.000 miliardi di dollari) è andato a beneficio dell’1% più ricco, mentre il restante 37% è andato al resto del mondo messo insieme.
Il problema si ripercuote anche sulla lotta al cambiamento climatico, visto che l’ 1% degli europei con i redditi più alti causa il 7 % delle emissioni di gas serra.
Tra i promotori si annoverano László Andor (Ungheria), Marlene Engelhorn (Austria), Lars Koch (Danimarca), Patrizio Laina (Finlandia), Aurore Lalucq (Francia), Paul Magnette (Belgio), Thomas Piketty (Francia) e Conny Reuter (Germania). «L’Europa sta diventando sempre meno equa e ora sappiamo che i più ricchi della nostra società pagano meno tasse di tutti gli altri, poiché la loro ricchezza cresce e gran parte di essa è sottotassata o addirittura non tassata», sostiene Thomas Piketty.
Questo vale anche per l’Italia dove, secondo le stime Oxfam, alla fine del 2021 lo 0,134% dei cittadini era proprietario di patrimoni equivalenti a quanto posseduto dal 60% degli italiani meno abbienti. Il 5% degli italiani più ricchi paga infatti aliquote inferiori rispetto al 95% della popolazione, mentre la tassazione sui patrimoni è addirittura sempre regressiva.