Oggi si riunisce a Gibuti la Commissione IGAD per la crisi sudanese. Un incontro inutile in verità perché l’esercito aveva già annunciato di non accettare la presidenza keniota, considerata di parte per l’amicizia tra il generale ribelle Hamidati e il presidente Ruto.
Fallita da tempo la mediazione saudita-statunitense, adesso si affaccia un nuovo tentativo egiziano.
Il governo del Cairo ha convocato, per giovedì, una riunione dei paesi confinanti con il Sudan.
Dopo il massacro, due giorni fa, a Khartoum, di 22 civili in un bombardamento, l’esercito respinge le accuse e sostiene di non aver usato l’aviazione in quella zona. Il comunicato militare è stato emesso dopo la dichiarazione dell’ONU su una commissione d’inchiesta internazionale per crimini di guerra.
Tutti gli osservatori, sudanesi e internazionali, sostengono che non ci sono le condizioni per la vittoria di una parte sull’altra e che il costo umano del conflitto sarà enorme con il rischio dell’estensione verso una guerra civile e lo smembramento del paese.
Un imprenditore sudanese naturalizzato olandese, Yaslam Al-Tayyeb, ha raccontato in un’intervista le pene subite durante il suo arresto da parte di miliziani di Pronto intervento. “Mentre stavo lasciando la mia abitazione a causa dei bombardamenti, sono stato fermato da miliziani che presidiavano la zona. Un ragazzo di 15 anni circa,con il Kalashnikov puntato al mio petto, mi ha interrogato, chiedendomi se ero diplomatico o una spia. Mi hanno condotto in un cortile diviso con lamiere metalliche in improvvisate celle. Ho assistito all’uccisione a sangue freddo di un professore universitario, dott. Hatem lo chiamavano. Altri assassinii simili sono avvenuti dopo, in durissime tre settimane di prigionia.
Ogni volta i miliziani mi minacciavano che sarebbe arrivato presto il mio turno. Mi hanno salvato il mio passaporto olandese e la mia conoscenza con Hamidati e suo fratello, per lavori della mia ditta compiuti in una caserma delle milizie. Quando l’aero britannico che mi aveva prelevato da Port Sudan è atterrato a Cipro, sono scoppiato in lacrime”.