Razzi Katiuscia sono caduti su tre case ad Omdurman, uccidendo 16 civili. Gli scontri nei diversi quartieri della capitale si sono inasprite per l’offensiva dell’esercito che bombarda dal cielo le postazioni delle milizie e poi sferra attacchi via terra. L’esercito sostiene di compiere operazione di rastrellamento strada per strada e sta cacciando le milizie, catturando uomini e mezzi. Sul terreno però le milizie godono di continui rifornimenti di armi e munizioni, anche sofisticate come droni e missili teleguidati.
A Lomé, in Togo, si è tenuta una conferenza sul Darfur alla quale ha partecipato anche un rappresentante delle Forze di pronto intervento. L’intento degli organizzatori africani è quello di evitare l’estendersi ulteriore dello scontro anche nella martoriata provincia. I capi delle milizie sono sotto accusa della Corte penale internazionale per i crimini di Geneina, dove sono state trovate fosse comuni ed è stato assassinato un governatore locale, dopo il suo arresto, documentato da un video degli stessi miliziani. Il consigliere politico del capo delle milizie, Yussuf Izzat, ha detto in un’intervista che “è arrivato il tempo di una soluzione politica”. La frase è stata interpretata come uno sviluppo positivo nelle trattative segrete indirette che si stanno tenendo a Gedda, in Arabia Saudita tra una delegazione dell’esercito e una delle milizie.
Le forze democratiche sudanesi hanno annunciato, dal Cairo, la formazione di un fronte politico unitario, per rivendicare la fine della guerra tra i due generali golpisti e il ripristino di un governo civile.