Lasciare il proprio paese per sfuggire alla guerra, e ritrovarsi arruolati in altro esercito.
E’ la situazione kafkiana che devono affrontare oltre un migliaio di ucraini e russi, di origine ebraica, che hanno trovato rifugio in Israele sin dall’anno scorso.
La denuncia viene dall’associazione israeliana New Profile, movimento femminista antimilitarista fondato nel 1998, parte del Refuser Solidarity Network, la rete della società civile di sostegno ai refusenik, che in Israele – dove non esiste l’obiezione di coscienza – finiscono direttamente in carcere.
Uomini russi, donne ucraine: tutti nuovi soldati in Israele?
“Israele gestisce diversi programmi per assistere e attirare gli ebrei della diaspora a immigrare in Israele, alcuni dei quali assistono i rifugiati ebrei russi e ucraini, ma mentono loro sull’età massima per l’arruolamento. Finora, oltre 1000 ordini di arruolamento sono stati inviati a rifugiati russi e ucraini arrivati in Israele. Di questo non si parla affatto nei media israeliani: i giornali non sono disposti a pubblicarlo e i rifugiati temono di rilasciare interviste.” Così afferma Or Ben David, coordinatrice della rete di counseling di New Profile.
“Alcuni dei casi che incontriamo regolarmente sono di uomini russi che hanno deciso che non prenderanno parte alla guerra, che non sono disposti a uccidere o essere uccisi e hanno dovuto espatriare dalla Russia, che ha esaurito tutte le loro risorse, finanziarie ed emotive per portare se stessi e le proprie famiglie fuori dal paese. Pochi mesi dopo il loro arrivo in Israele, si ritrovano arruolati per prendere parte all’occupazione militare dei territori palestinesi.”
“Un altro tipo di casi riguarda le donne ucraine che sono fuggite dalla sanguinosa guerra e non potevano nemmeno immaginare di rischiare di essere arruolate in qualsiasi esercito. Non c’è nessun altro paese democratico con un servizio militare obbligatorio per le donne, ma con il pretesto dell’esercito popolare o del femminismo liberale, in Israele anche le donne devono diventare soldati. Ciò le manda completamente sotto shock, e aumenta la loro sensazione di impotenza.”
“Riteniamo che questa situazione sia completamente assurda: arruolare profughi di guerra per una guerra diversa per occupare un altro popolo. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per rafforzare il movimento di rifiuto per assicurarci che chiunque voglia rifiutare possa farlo.”
“Anche io sono immigrata dalla Russia, sono arrivata in Israele a 21 anni“, continua Inna, coordinatrice dell’aiuto legale per New Profile. “Per questo, ho potuto sperimentare in prima persona i livelli di discriminazione. Ho scoperto rapidamente che ogni cittadino che non soddisfa le idee del regime di occupazione viene immediatamente demonizzato. Un buon cittadino, agli occhi dello stato e della maggior parte della società israeliana, è colui che prende parte all’occupazione della Palestina e presta servizio nell’esercito israeliano. Il vero ebreo e il vero israeliano deve essere un leale soldato dell’occupazione.”
“Dall’invasione russa dell’Ucraina, innumerevoli rifugiati dall’Ucraina sono arrivati in Israele. Poco dopo l’arrivo in Israele, chi ha l’età appropriata deve arruolarsi nell’esercito israeliano. Si tratta di persone che sono fuggite dalla guerra, hanno perso parenti e hanno subito gravi traumi dalla brutale guerra che si svolgeva intorno alle loro case: bombe, sparatorie, stupri e procedimenti politici. Queste non sono persone che dovrebbero arruolarsi in nessun esercito, ma rifugiati che meritano guarigione e riposo.”
New Profile si batte per sostenere i diritti di chi rifiuta l’arruolamento nell’esercito israeliano, fornendo sostegno legale ed emotivo, visitandoli durante la detenzione nelle carceri militari, e contattando i serviizi militari per prendersi cura dei loro interessi durante la carcerazione. New Profile segue chiunque rifiuti l’arruolamento, indipendentemente dal motivo, dal background socio-economico o dall’appartenenza politica. Il rifiuto di servire nell’esercito per qualsiasi motivo, secondo New Profile, è un’azione politica e una componente critica nel processo di allontanamento della società israeliana dal militarismo e verso la pace.
“Non riusciamo a gestire il flusso di immigrati. Ci sono solo due membri nella nostra rete di consulenza che parlano russo, incluse me e un volontario. Lavoro in una posizione part-time – quindici ore settimanali. Stiamo lottando per raccogliere fondi nell’attuale ambiente socio-politico. L’attuale governo israeliano promuove leggi e regolamenti che limitano la possibilità di ottenere un’esenzione dal servizio militare.”
“New Profile è l’unica organizzazione che sostiene i rifugiati e il numero di richieste di consulenza che riceviamo continua ad aumentare. Ci assicuriamo di formare persone di lingua ucraina e russa per fornire supporto e mantenere anonime tutte le comunicazioni con i rifugiati, in modo che non siano esposti ad alcun rischio a causa di ciò.”
Nel 2023, gli immigrati in Israele dalla Russia sono aumentati di un terzo, per un totale di 22.851 persone, rispetto a circa 15.000 l’anno precedente. Dall’Ucraina, invece, se nel 2022 erano arrivate circa 14.000 persone, nel 2023 solo 1.463 si sono spostate verso Israele, secondo quanto riporta il Jerusalem Post.