Anche le dipendenze da sostanze legali, quali tabacco, alcol e psicofarmaci e le dipendenze comportamentali, come il gioco d’azzardo, il cibo, Internet e le nuove tecnologie, sono importanti fattori di rischio per la salute pubblica. Eppure, l’attenzione sembra tutta rivolta verso le sostanze illegali, le droghe, anche se per la verità solo in chiave repressiva e proibizionistica, così che gli affari delle mafie continuano a prosperare.
Con un po’ di ritardo (19 giorni) rispetto a quanto stabilito, il governo ha reso disponibile la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia con i dati riferiti al 2022. E anche questa Relazione conferma l’allarme rispetto alle “dipendenze legali” e indirettamente una certa schizofrenia con la quale ci si approccia al tema delle tossicodipendenze.
Più di 7 milioni di persone fumano quotidianamente (M=17%; F=14%) e il consumo di bevande alcoliche nella vita è riferito dall’89% della popolazione di età compresa tra i 18 e gli 84 anni, ossia da 42 milioni e mezzo di persone (M=96%; F=83%). Oltre 8milioni di persone tra i 18 e gli 84 anni, nel corso del 2022, hanno invece consumato 6 o più drink in una singola occasione, il cosiddetto binge drinking, un fenomeno riferito soprattutto dai consumatori di genere maschile (17%: M=26%; F=9,5%) e più di 4milioni e mezzo lo hanno praticato negli ultimi 30 giorni (9,8%: M=15%; F=4,7%).
Tra coloro che hanno bevuto sostanze alcoliche nel corso del 2022, il 7,9% è a rischio, soprattutto i consumatori di genere maschile (9,2%; F=6,3%) e la fascia di età 18-40 anni (13%). Nonostante in tutte le fasce di età siano sempre gli uomini a essere maggiormente a rischio con un rapporto (M/F=1,5) è nella fascia tra i 41 e i 60 anni che emergono le maggiori differenze e nella quale il rapporto di genere è più che doppio (M/F=2,6). Il consumo a rischio di alcol nella popolazione 18-64enne nel corso degli anni è aumentato, passando dal 5,6% nel 2006 all’8,8% nel 2022. Il medesimo andamento è rilevato in entrambi i generi e quello maschile si mantiene in un rapporto mediamente di una volta e mezza superiore a quello femminile.
Il binge drinking o abbuffata alcolica consiste nell’assunzione di 5 o più alcolici di fila in un’unica occasione. “Nel 2022, si legge nella Relazione, sono oltre 730 mila gli studenti che hanno riferito di averlo fatto negli ultimi trenta giorni (30%) con prevalenze di poco superiori tra i ragazzi rispetto alle ragazze (M=30%; F=29%). La maggior parte degli studenti di 15-19 anni che ha fatto binge drinking, lo ha fatto non più di 2 volte nel corso del mese (61%), il 27% tra le 3 e le 5 volte e il 12% 6 o più volte”.
In Italia, nel corso del 2022, 8 milioni e mezzo di persone tra i 18 e gli 84 anni hanno poi utilizzato psicofarmaci (18%); il consumo di questa tipologia di farmaci ha interessato soprattutto il genere femminile (23%; M=13%) e aumenta al crescere dell’età, passando dal 14% della fascia 18-40 anni, al 17% dei 41-60enni, per raggiungere il 23% tra gli over 60.
Per quanto riguarda il gioco d’azzardo, nel 2022 la maggior parte di chi ha giocato nell’anno è risultata avere un comportamento di gioco esente da rischi (87%), soprattutto le giocatrici (93%; M=82%). Al contrario, il 9,1% dei giocatori presenta un rischio “minimo” nel proprio comportamento di gioco (M=12%; F=5,9%) e il 4% un rischio “moderato” o “severo” (M=6%; F=1,4%). Nel complesso, il 13% (oltre 2milioni e mezzo di persone) dei giocatori presenta caratteristiche di gioco potenzialmente a rischio: si tratta di giocatori che, ad esempio, hanno giocato somme di denaro maggiori rispetto a quanto potevano permettersi di perdere, che hanno preso in prestito denaro o venduto qualcosa per realizzare somme destinate al gioco o che si sono sentiti in colpa per il loro modo di giocare o per le conseguenze del proprio gioco.
Il tempo trascorso online risulta correlato a un utilizzo a rischio della rete e può quindi essere interessante porre l’attenzione sugli studenti che trascorrono generalmente più di 4 ore al giorno connessi a Internet. “Quasi 330 mila studenti (14%)– si legge nella Relazione- mostrano una fragilità nell’utilizzo del web, con percentuali più elevate tra le ragazze (18%; M=9%); hanno trascurato gli amici o perso ore di sonno pur di rimanere collegati e riferiscono di sentirsi di cattivo umore se non possono connettersi. Nell’ultima rilevazione, la percentuale di studenti “a rischio” risulta stabile rispetto al 2021, confermando l’aumento del fenomeno nel periodo post-pandemia”.
Le “Internet challenges” rappresentano, inoltre, una delle insidie correlate all’uso dei social network e della rete. Si tratta di prove o sfide che devono essere superate per essere accettati in un gruppo o community. Possono essere innocue e divertenti, ma anche potenzialmente dannose, prevedendo la messa in atto di azioni pericolose filmate e condivise online, o l’uso di sostanze psicoattive. “Nel 2022, certifica la Relazione, l’1,2% degli studenti ha partecipato a una di queste sfide, con percentuali più che doppie tra i ragazzi rispetto alle ragazze (M=1,7%; F=0,7%). Il 3,8% ha ricevuto un invito a partecipare (M=4,1%; F=3,5%), l’8% conosce qualcuno che ha partecipato e il 21% ha sentito parlare di questo fenomeno. Sono soprattutto gli studenti minorenni ad aver ricevuto un invito a partecipare alle Internet challenges (4,5% contro 3,1% tra i maggiorenni) e ad aver accettato (1,7% contro 1%)”.
Molti giovani usano i videogame come passatempo o come hobby. Tuttavia, quando il tempo speso a giocare diventa eccessivo, il gaming può risultare pericoloso, influendo negativamente sul funzionamento del ragazzo o della ragazza, sulle sue relazioni sociali o sul rendimento scolastico. “Secondo il test di screening validato da Holstein e colleghi, si evidenzia nella Relazione, quasi 400mila studenti (16%) presentano un profilo di gioco “a rischio”, con percentuali più che triple tra i ragazzi (M=24%; F=7,2%). Si tratta di 15- 19enni che trascorrono troppo tempo a giocare, diventano di cattivo umore se impossibilitati a giocare e ricevono rimproveri da parte dei genitori per il tempo passato a giocare”.
La Relazione nella “Sintesi introduttiva” a proposito di under 25, evidenzia che: “Oltre all’uso di sostanze, negli ultimi anni, si è assistito all’emergere di ulteriori comportamenti a rischio e potenzialmente additivi, spesso legati a Internet e alle nuove tecnologie. Il più diffuso tra questi è il gioco d’azzardo, che nel 2022 ha interessato circa la metà degli studenti 15-19enni. In seguito alla pandemia si osserva inoltre un incremento dell’utilizzo di Internet a rischio e della percentuale di vittime e autori di atti di cyberbullismo. Sempre nel mondo delle relazioni digitali emergono nuovi fenomeni come il ghosting o il ritiro sociale volontario. Il primo, nel 2022, ha coinvolto oltre 850mila studenti, mentre sono circa 55 mila gli studenti che sono rimasti isolati per oltre 6 mesi”.
“ … Io penso che non ci sia nulla di più anticonformista di dire come stanno le cose…”: così la presidente Giorgia Meloni nel suo intervento per la Giornata contro le droghe. E le cose stanno esattamente come certificato dal Relazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Antidroga. Basta evitare di fermarsi ossessivamente alle sole droghe illegali e magari fare qualche riflessione in più sulle ricchezze che le mafie continuano ad accumulare grazie al proibizionismo: la spesa stimata dall’Istat da parte di tutti i consumatori per l’acquisto di sostanze stupefacenti è di 15,5 miliardi di euro.
Qui per scaricare la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia.