Le testimonianze si confermano l’una con l’altra, descrivono in modo concorde le modalità con le quali Giaccone opera all’interno delle scuole che dirige

Il “sistema Ferrari/Giaccone” viene sempre descritto nelle testimonianze come una sorta di “attenzionamento” nei confronti del lavoratore o dell’alunno, e da continue e reiterate azioni volte a censurare e punire la persona.  In diversi ci hanno raccontato di aver vissuto con notevole stress queste modalità che hanno subito all’interno delle scuole coordinate da Giaccone in cui hanno operato.

La Dirigente ha applicato queste modalità non solo al Ferrari, ma anche in passato, come ci viene raccontato nella testimonianza di Paola Matteucci – che pubblichiamo integralmente in fondo all’articolo – in quel periodo docente alla scuola d’infanzia di Condove, dove anni fa Giaccone era preside. Matteucci era anche sindacalista RSU della CGIL in quella scuola. Non è la prima testimonianza di un/una sindacalista della CGIL che ha subito il “sistema Giaccone/Ferrari” raccontato nelle testimonianze.

A tutti coloro che ci hanno raccontato la loro storia abbiamo chiesto: “Le era mai capitato prima? Le è mai più capitato dopo il trasferimento ad altra scuola?” la risposta è sempre stata negativa ad entrambe le domande.

I sindacati denunciano l’alto livello di precarietà che sussiste al Ferrari: questo giova ai ragazzi? Il cambiare costantemente professori, la conseguente difficoltà nel creare un gruppo di docenti affiatato e che segue da tempo i ragazzi: come può giovare agli studenti dal punto di vista educativo e formativo?

Pina Castriciano, impiegata amministrativa (ATA), ci racconta: “Purtroppo, sono stata destinataria da parte della preside Giaccone, di comportamenti ritorsivi che davano l’impressione che l’esigenza di affermazione del proprio potere su chiunque nella scuola venisse prima del buon andamento dell’Istituto e della correttezza nelle relazioni. Ho ricevuto tre contestazioni d’addebito che si sono poi trasformati uno in censura, uno con 5 giorni di sospensione e il terzo con 10 giorni di sospensione (senza stipendio). Penso di aver svolto il mio lavoro sempre con impegno e dedizione e subire queste sanzioni disciplinari mi hanno fatto stare veramente male, dovendo ricorrere anche a cure mediche”. Castriciano ha dichiarato che quelle censure le hanno causato 3 anni di ritardo nell’avanzamento di carriera.

Una docente di sostegno della scuola media di Susa, nel periodo in cui Giaccone era reggente, ci ha raccontato che era stata contattata da una referente del liceo Rosa, che aveva istituito un corso sul linguaggio dei sordi, per far partecipare uno studente sordo che seguiva. Il corso avveniva al di fuori delle normali ore scolastiche dell’I.C. Susa che il ragazzo frequentava. Il corso, che si svolgeva nella sede di Bussoleno, è quindi stato frequentato dallo studente, naturalmente con l’accordo dei genitori. A fine corso è stata organizzata una pizza alla quale ha partecipato anche il padre del ragazzo.

A seguito di quel corso la docente viene contattata, sempre dalla referente del Rosa, per capire se una tirocinante nell’ambito del supporto alla sordità avesse potuto effettuare un periodo nella scuola media di Susa: un tirocinio effettuato col ragazzo sordo seguito dalla docente, la quale ha dato la sua personale disponibilità. A quel punto la referente del Rosa ha, ovviamente, contattato Giaccone per chiedere il suo nulla osta.

La docente di sostegno del Susa si è quindi vista arrivare a scuola la tirocinante, concludendo quindi che la Giaccone avesse dato il benestare concordando gli orari del tirocinio, ha comunque avuto scrupolo di verificare presso la vicaria (Giaccone era assente), la quale ha dato il benestare. Dopo un po’ la vicaria e tornata negando il benestare e la docente si è successivamente vista addebitare una sanzione disciplinare, era il 2016.

Nella domanda alla Giaccone, la referente del Rosa aveva scritto “In seguito ad accordi presi (con la docente di sostegno del Susa, n.d.r.) […] che si è resa disponibile ad accogliere …”. “Per questa frase mi ritrovai nei guai” ci racconta la docente.

Pubblichiamo integralmente la testimonianza di Paola Matteucci: https://www.pressenza.com/wp-content/uploads/2023/07/Testimonianza-Matteucci.pdf

Un altro elemento che emerge da alcune testimonianze che abbiamo raccolto è che Giaccone, quando intende procedere contro qualcuno, chiede spesso dichiarazioni firmate volte a dimostrare la fondatezza del provvedimento. Ciò ci è stato confermato anche da una mamma che ha dichiarato che Giaccone le aveva chiesto aiuto per licenziare una docente: “La direttrice due anni fa ci chiese aiuto per far licenziare una professoressa”. Chi si sottrae, ci hanno detto, viene a propria volta “attenzionato”.

Articoli correlati:
https://www.pressenza.com/it/2022/11/susa-operazione-antidroga-alliis-ferrari-di-susa-le-molte-critiche/
https://www.pressenza.com/it/2022/11/susa-istituto-ferrari-la-perquisizione-antidroga-e-solo-la-punta-delliceberg/
https://www.pressenza.com/it/2023/05/susa-iis-ferrari-zito-dopo-aver-resa-pubblica-la-perquisizione-antidroga-e-stato-denunciato-da-giaccone-la-dirigente-scolastica/
https://www.pressenza.com/it/2023/05/susa-istituto-ferrari-emergono-altre-testimonianze/
https://www.pressenza.com/it/2023/06/iis-ferrari-di-susa-si-sta-aprendo-il-vaso-di-pandora-parla-anche-un-genitore/
https://www.pressenza.com/it/2023/06/perquisizione-dei-carabinieri-alla-scuola-ferrari-di-susa-parlano-i-genitori-smentendo-la-dirigente/