Il 6 dicembre 2007 abbiamo detto tutti che non avremmo dimenticato la tragedia della ThyssenKrupp e che il dolore e lo sdegno si sarebbero tradotti in atti efficaci a debellare lo stillicidio di morti bianche sui luoghi di lavoro e a bonificare la ferita aperta da quella fabbrica dismessa nel corpo della città.
Le indagini dell’ARPA, dell’ASL, dello SPRESAL dimostrano che da 16 anni quel cadavere industriale inquina l’atmosfera, contamina il suolo, avvelena la falda idrica con cromo esavalente, cancerogeno.
Da 16 anni attendiamo che il Sindaco e il Consiglio comunale di Torino facciano valere il principio “chi inquina paga” sancito dalla legislazione europea e diano attuazione all’art. 193, 3) del nostro Codice dell’Ambiente: “Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni di bonifica e di ripristino dello stato dei luoghi e il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate” 1.
Il cinismo dimostrato dalla proprietà Thyssenkrupp rispetto alle normative sulla sicurezza, il suo atteggiamento nei giorni del disastro, la sua latitanza anche nella bonifica non deve essere premiata. La sentenza del Tribunale di Torino del 2013 non lascia dubbi in proposito: “Il Comune di Torino ha subito ….un danno non patrimoniale causalmente collegato ai reati qui accertati e, quindi, ingiusto e, quindi, da risarcire”?
La nuova proprietà Arvedi non può non sapere che cosa ha comprato, con quali obblighi di fronte alla legge e con quali doveri nei confronti della Città.
Dopo 16 anni: basta!
Corre voce che un’impresa stia intervenendo sull’amianto all’interno dello stabilimento e che il Sindaco Lo Russo intenda costruire nell’area Thyssen i parcheggi a servizio del nuovo Ospedale Maria Vittoria, per i quali non c’è spazio nell’area giostre della Pellerina.
la cittadinanza deve sapere.
Sollecitiamo la Circoscrizione 5 ad organizzare al più presto un’assemblea aperta sul futuro della Thyssenkrupp
ATTAC – Comitato torinese
1 – Legge n. 152/2006
2 – http://dirittoambiente.net/file/vari_articoli_268.pdf – pag. 408