Coraggiosi gli organizzatori di questo presidio – Mediterranea Saving Humans, Refugees in Libia, Collettivo degli attivisti dei diritti tunisino – presenti poi a rinforzare i numeri la Comune e Porti Aperti.
Sabato 29 luglio alle 11 davanti al consolato tunisino, periferia nord di Milano, circonvallazione dove sfrecciano auto e camion, sole che incombe. Eppure almeno una cinquantina di persone erano lì ad ascoltare le parole, anche se in inglese, del giovane David, immigrato subsahariano, che raccontava.
Gli interventi parlavano nello sguardo, si capiva che avevano conosciuto la Libia, l’inferno. Il consolato tunisino, quello che dovrebbe tutelare i suoi cittadini, è rimasto zitto quando negli ultimi anni i tunisini sono stati tra coloro che venivano caricati sui voli diretti CPR- Tunisia… Diverse testimonianze hanno raccontato come la vergogna avvenga lì, nel deserto, ma come i mandanti siano qui, vicino a noi, siano coloro che ci governano.
Una vergogna che andrà ripresa e denunciata al più presto a settembre, quando si farà il conto dei morti dell’estate, quando si tornerà a battere forte per la chiusura di quell’altra vergogna del CPR di via Corelli a Milano e di tutti i centri di detenzione nel mondo, dove si rinchiudono persone che semplicemente vogliono spostarsi su questa nostra terra.