A Messina il comitato cittadino Invece del ponte si muove contro il progetto della grande infrastruttura sullo Stretto a partire dai contenuti. Lo fa verificando i dati, smentendo le fake news e parlando di alternative sostenibili al Ponte. “Non siamo contro lo sviluppo”, dicono. Ma vogliono essere ascoltati perché vivono il territorio e lo conoscono bene e per poter dimostrare che, “invece” del ponte, ci sono tante possibilità più economiche e accettabili per la città.
All’inizio avevano pensato all’avverbio “prima”, ma si sono subito resi conto che avrebbe dato solo un’idea parziale del messaggio che volevano veicolare. Così qualche mese fa, durante una riunione, ha fatto capolino l’avverbio “invece”, diventando una sintesi perfetta di tanti concetti che oggi vengono sostenuti dal comitato Invece del ponte, cittadini per lo sviluppo sostenibile dello Stretto.
Dopo le vignette no ponte di Lelio Bonaccorso, Sicilia che Cambia punta i riflettori sul comitato Invece del ponte nell’intenzione di continuare a dar voce alle tante e variegate espressioni del No al Ponte, per contribuire a fornire una panoramica più delineata di questo dissenso condiviso da tanti cittadini, istituzioni, enti e sigle ma che – racchiuso nello slogan “No ponte” – rischia di essere liquidato come mera convinzione ideologica priva di contenuti.
Invece del ponte: “Non siamo contro lo sviluppo”
Invece del ponte è un piccolo grande comitato – i più attivi sono circa 25 membri, ma nella chat del gruppo si sale a circa 150 e di sicuro, al corteo del 17 giugno, dietro gli striscioni “invece del ponte” e “lo Stretto grida vergogna” hanno marciato in migliaia – di cittadini messinesi e non che dice “No” al ponte sullo stretto di Messina e lo fa con dati alla mano, numeri, ricerche, documenti. Mostra i perché del proprio dissenso, smontando le eventuali fake news dei “pontisti” e i dati poco chiari che vengono diffusi, nonché proponendo alternative sostenibili al progetto che spesso chiamano “il fantasma resuscitato del ponte“.
«La contrarietà al ponte in questa città ha una storia lunga – spiega Elio Conti Nibali, consulente finanziario per mestiere e attivista per passione, nonché rappresentante del comitato Invece del ponte – e ogni volta che il pericolo si avverte maggiormente torniamo a muoverci contro questo spauracchio. Ricordiamo che sono almeno vent’anni che, tra tira e molla, si torna a parlare dell’imminente avvio dei lavori. Nel 2013 poi è stato eletto sindaco Renato Accorinti che entrò in Comune indossando una maglietta “No ponte” e divenne riferimento per tutto il movimento».
«Negli ultimi anni – continua – la “minaccia” si era sopita e sembrava messa nel cassetto, ma ora è tornata prepotente». E di fronte al progetto che sembra andare avanti e ai proclami con tanto di tabella di marcia, il comitato Invece del ponte non solo partecipa a riunioni e cortei, ma alcuni rappresentanti hanno anche organizzato una conferenza stampa a Roma e sono stati sentiti in audizione davanti alle commissioni riunite della Camera.
Un comitato variegato che punta sui contenuti
«Il nostro movimento è variegato, ma quello che ci lega è appunto la percezione che si debba lavorare sui contenuti e sulle alternative, approfondendo le questioni legali, tecniche e paesaggistiche ma anche facendo ragionamenti su prospettive di sviluppo». Non contrarietà allo sviluppo tout court, insomma. «Noi non siamo contrari a tutto per definizione e di certo non abbiamo nulla contro tutte le infrastrutture. Per esempio, per quanto mi riguarda non sono di certo contro l’alta velocità ferroviaria, anzi. La storia del Ponte, però, va ben oltre e impone un ragionamento su numeri, dati e verità oggettive».
«È chiaro, ad esempio, che dobbiamo puntare sull’attraversamento, ma pensiamo che si debba migliorare l’esistente e siamo convinti che dal punto di vista economico sarebbe assolutamente più conveniente su tutti i fronti. Ad esempio, non tutti sanno che con solo 510 milioni – fondi già disponibili, che vengono in parte dal Pnrr e dal Fondo sviluppo e coesioni – che prevedono, con documento del 7 marzo 2022, grazie all’acquisto di due navi di una particolare tipologia e alla modifica della rotabile e delle stazioni si ridurrebbe il tempo di percorrenza dalle 2 ore e 5 minuti di oggi a un’ora e 5».
«E non sono certo – continua – i 14 miliardi con cui si devasterebbe una città e non solo la splendida Capo Peloro. Nessuno racconta, ad esempio, che per questo progetto sono previsti 20 chilometri di gallerie sotterranee in città per portare la ferrovia da Contesse alla zona dove ci si dovrebbe imbarcare. Sottolineo che tutti noi sappiamo bene quanto la mobilità sia una priorità, ma ammesso e non concesso che le merci provenienti da Ragusa oggi debbano viaggiare ancora su gomma, mi chiedo: davvero per il trasportatore il problema maggiore è l’attraversamento e non i 14 chilometri di fila sulla tangenziale di Catania alle ore 18?».
I tanti Invece del ponte, tra vocazione turistica e ZES
Altre motivazioni, o meglio altre proposte “invece del ponte”, non mancano. «Per rimanere nella realtà locale ad esempio, pensando alla bellezza di questo luogo unico al mondo non si può non pensare a quanta ricchezza porterebbero una reale promozione e una valorizzazione turistica. Se invece vogliamo parlare di progetti, sottolineo che la Sicilia ha la possibilità di fare funzionare le ZES (zone economiche speciali), ma nulla si muove».
«E non dimentichiamo che nel 2022 avrebbe dovuto essere completato il Porto di Tremestieri, mentre i lavori sono ancora in alto mare e ora sono state anche eliminate le risorse: e quello sì che era un progetto che avrebbe liberato la città dal traffico verso i traghetti. Insomma, di “invece del ponte” ce ne sono davvero tanti e prevedono tutti costi inferiori e ricchezza. Per non dire che quando ci vengono a dire “prima facciamo il ponte e poi miglioriamo le altre infrastrutture” non possiamo non considerarlo un vero e proprio ricatto».
Invece del ponte, contro le fake news
E per chiudere il discorso su dati e realtà, Elio Conti Nibali non può non fare un riferimento a un documento degli stessi “pontisti” che mette in dubbio la fattibilità del ponte. «Il gruppo di lavoro istituito con determina n. 2620 del 2020 del MIT, nella sua relazione finale di 158 pagine presentata nell’aprile 2021, in pratica dice “attenzione perché è più probabile che questo ponte non si possa fare” e aveva concluso che l’ipotesi alternativa al ponte a campata unica “sia potenzialmente più vantaggiosa”, per ragioni sia economiche che ambientali e sociali».
Tanti punti e tante questioni da seguire con le antenne drizzate, mentre ci si prepara al corteo del 12 agosto organizzato dal Movimento no ponte e si continuano a smontare persino le faq (ribattezzate FAke) pubblicate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Una su tutte questa: Esiste già un progetto valido per la realizzazione del ponte. «Non è affatto vero! Il progetto definitivo non è stato “approvato”. Non ha mai ottenuto la compatibilità ambientale perché “le risposte fornite sono state parziali, lacunose e non sempre esaustive” e non è stato approvato dal CIPE, come necessariamente richiesto dalla legge, né dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici».