Il Centro Gandhi edizioni ha pubblicato recentemente Grammatica Ecopacifista, ecolinguistica e linguaggi di pace, di Ermete Ferraro.
Nel solco dell’idea ecopacifista che caratterizza da tempo l’attività culturale e sociale dell’autore, storico attivista del MIR e da poco Presidente di quel Movimento nonche da sempre attivista per le cause ecologiche, Ermete Ferraro riparte da un suo lavoro storico, quello della Grammatica della Pace, pubblicato nel lontano 1984 per riannodare un percorso la cui urgenza attuale pare tanto evidente quanto non ancora compiuta, quella della saldatura tra le lotte ecologiste e pacifiste.
Essendo un attivista e uno studioso l’altro sforzo che Ermete compie nel suo libro è quello di dare fondamento ideale e culturale alle proposte che fa ed è questo il senso del percorso che il lettore compie leggendo il libro e che porta, finalmente, alla definizione di una grammatica ecopacifista.
Così il primo lavoro comprende la necessità di tornare a definire le parole e i concetti che le parole esprimono attraverso l’analisi dei numerosi autori che si csono dedicati a definire parole come pace, pacifismo, nonviolenza, ambiente, ecologia e così via. In questo sforzo di definizione, così tipico delle esigenze profonde della grammatica si riconosce l’incessante lavoro di studioso e insegnante ed anche, credo, una critica al banditismo semantico, alla falsificazione delle parole che caratterizza la propaganda bellicista, economicista e liberista che orienta spesso la narrazione attuale e perfino la produzione scientifica oltre che la banale propaganda giornalistica.
Dal lessico si passa poi a trattare il tema dell’educazione, così essenziale per la creazione di una nuova cultura e di un nuovo essre umano capace di convivere positivamente e armonicamente con gli altri esseri umani, gli altri viventi e il mondo naturale. Qui l’analisi si fa puntuale e descrive i metodi di educazione alla pace, alla nonviolenza e all’ecologia che l’autore ha incontrato nel corso del suo percorso e che gli hanno permesso di arrivare alla definizione di una grammatica ecopacifista basata su otto tesi che corrispondono a sei parole chiave: giustizia, diversità, sostenibilità, nonviolenza, solidarietà, riconciliazione.
In un momento storico così brutalmente “pragmatico” in cui ci viene detto di “attenersi alle cose concrete” e dove ogni critica ideale viene brutalmente definita “ideologia” lo sforzo di Ermete di studiare, analizzare, comprendere, proporre è uno sforzo assolutamente encomiabile perché fa parte dello sforzo comune di immaginare un futuro diverso da quello che ostinatamente i mass media e, in generale, l’apparato di dis-informazione cerca di propinarci.
Nello specifico credo che lo sforzo di relazionare la pace, la nonviolenza e l’ecologismo sia un’istanza fondamentale dell’azione per il cambiamento, necessaria e urgente che anche io porto avanti da tanti anni e che, tra l’altro, portò il Movimento Umanista a fondare, curiosamente in anni vicini a quelli della pubblicazione della Grammatica della Pace, l’organismo internazionale Futuro Verde che aveva come significativo sottotitolo Gruppi ecologisti-pacifisti. Questa citazione vuol sottolineare il fatto che persone provenienti anche da paesaggi di formazione differenti si stanno sintonizzando e coordinando nell’ottica di agire insieme per la costruzione di quel nuovo paradigma, ideale, emotivo e pratico che può e deve guidare il profondo cambio di direzione che l’umanità necessita con urgenza e che nella cura del pianeta e nella Noviolenza ha due paradigni fondamentali.