“Cosa faresti se non ci fosse più acqua?” recitano i cartelli comparsi questa mattina su tantissimi turet di Torino
È la nuova azione di Extinction Rebellion, per denunciare la siccità e le ondate di calore che in questi giorni stanno colpendo l’Italia intera.
La scritta è comparsa questa mattina su alcuni cartelli attaccati su tantissimi Turet di Torino, le fontanelle simbolo della città. Si tratta dell’ultima azione di Extinction Rebellion, che l’obiettivo di lanciare un messaggio alla cittadinanza e denunciare le posizioni del governo italiano, che “continua a minimizzare la gravità” della crisi climatica. Le frasi sui cartelli fanno infatti riferimento proprio alle dichiarazioni di ieri mattina di Giorgia Meloni, pubblicate sulla sua pagina Twitter, in cui ha parlato di maltempo in riferimento alle due vittime delle bombe d’acqua in Brianza e nel bresciano.
“La Sicilia è in fiamme e il nord Italia è sott’acqua. Negli ultimi giorni, le temperature estreme e gli incendi a Catania e Palermo hanno mandato in tilt diverse aree della Sicilia, provocando migliaia di sfollati” commenta Roberto, ricercatore torinese originario della provincia di Messina. “Anche di fronte alle sette vittime, ai tanti feriti e ai danni non ancora calcolabili, gli esponenti politici di questo governo continuano a definire questi episodi “maltempo”, in barba a tutto ciò che la comunità scientifica sta ribadendo da anni”. Le ultime settimane sembrano infatti un bollettino di guerra o la trama di un film distopico. A inizio luglio la temperatura media del pianeta ha raggiunto per la prima volta i 17 gradi, in Italia si è arrivati ai 42 °C di Roma e ai 47 °C di Catania. Nelle ultime ventiquattro ore, due donne sono morte in Lombardia, schiacciate da alberi crollati per un nubifragio e a Palermo un’anziana non è stata soccorsa in tempo perché l’ambulanza è rimasta bloccata tra le fiamme e due corpi sono stati trovati carbonizzati nei pressi di Cinisi. La Sicilia è in fiamme, con interi quartieri di Palermo evacuati e l’incubo dell’interruzione della acqua. Catania è senza luce e acqua da giorni, ormai. La Lombardia, il Veneto e il Friuli sono invece flagellati da nubifragi e grandinate: impressionano le immagini delle strade di Milano trasformate in fiumi e le facciate delle case di Udine bombardate da chicchi grandi come palle da tennis. Questo si aggiunge alla grave crisi idrica che ha colpito l’Italia negli ultimi due anni. Nel 2022, il Piemonte ha vissuto la peggiore siccità degli ultimi 500 anni, con una quantità di acqua portata dalle piogge quasi dimezzata. Un deficit recuperato in maggio, ma che non è stato sufficiente a ricaricare le falde, ancora in sofferenza, come ha sottolineato Barbero, il direttore dell’ARPA.
Un anno fa, come oggi, iniziava il Climate Social Camp. Attivisti da tutta Europa arrivavano a Torino per confrontarsi e unire le proprie forze. Quel giorno, per denunciare il grave stato di siccità e l’indifferenza della politica, due attiviste di Extinction Rebellion si erano incatenate al balcone dell’ufficio del Presidente Alberto Cirio, a quindici metri di altezza, esponendo uno striscione che diceva: “Crisi climatica. Siccità, è solo l’inizio”. “Un anno fa, la Regione e la questura rispondevano a quel messaggio con 21 denunce e 15 fogli di via” afferma Aurelia, una delle persone colpite nel 2022 da un foglio di via dalla città di Torino, successivamente revocato perché illegittimo. “Dopo un anno, la crisi idrica è ancora qui, aggravata dalle ondate di calore estremo che stanno causando vittime e gravi danni, da nord a sud. È necessario un completo cambio di rotta”. Un appello accorato che da Torino si unisce a quello di scienziati e attivisti di tutto il mondo che, ancora una volta, hanno visto deluse le proprie speranze. Le nazioni del G20, responsabili per oltre il 75% delle emissioni globali, riunite a Bambolim, in India, sabato non hanno raggiunto il consenso sulla messa al bando dei carbone, petrolio e gas, per il parere contrario delle nazioni produttrici di petrolio.
Le morti di questi giorni sono la tragica conferma di quanto il movimento climatico e la scienza dicono da anni. “Chi governa saprà ora aprire gli occhi o continuerà a negare e a rallentare ogni misura concreta per ridurre le emissioni e salvare gli ecosistemi?” conclude Aurelia.