Il 6 luglio Joanna Mamombe e Cecilia Chimbiri (a sinistra e a destra nella foto) sono state finalmente assolte al termine di una saga giudiziaria iniziata nel 2020, quando erano state accusate di “diffusione di dichiarazioni false pregiudizievoli nei confronti dello Stato”.
Insieme a una terza attivista, Netsai Marova (al centro nella foto), erano state arrestate il 15 maggio 2020 durante una protesta contro il governo. Portate in una stazione di polizia, erano state costrette a salire su un’auto, incappucciate.
Le tre attiviste erano state gettate in una fossa, picchiate, aggredite sessualmente e costrette a mangiare escrementi umani. Erano state ritrovate due giorni dopo, coi vestiti strappati, piene di tagli e lividi.
Scarcerate su cauzione il 26 giugno 2020, erano rimaste da allora libere in attesa del pronunciamento del tribunale. Che è arrivato, finalmente, anche se il processo per le violenze subite non è mai iniziato.
Netsai non ha atteso l’esito del processo ed è andata in esilio in Norvegia. Recentemente ha conseguito un master presso l’università di Agder.