Nei confronti di Alex Langer, di cui oggi ricordiamo l’anniversario della morte (3 Luglio 1995), abbiamo solo debiti da riconoscere e saldare.

Da riconoscere è che l’espressione “ecologia integrale” l’ha inventa lui – nuova di zecca – per dire che l’ecologia investe non solo il rispetto per l’ambiente ma anche le relazioni micro e macro, la comunicazione, la finanza…

Ed era stato sempre lui, prima di Papa Francesco, a definire la “conversione ecologica” di cui la transizione di cui si parla oggi è una versione corretta, rivisitata e moderata.

I debiti da saldare sono gli avvertimenti con cui, in tempi ancora più distratti, indifferenti e incuranti ci ha provocati su pace e ambiente.

Le istituzioni, la politica e l’economia non ne hanno tenuto conto allora e nemmeno adesso sembrano tenere in grande considerazione la profonda conversione cui quell’uomo di confine ci richiamava per un nuovo rapporto tra i popoli e con l’ecosistema di cui siamo parte.

“Lentius, profundius, soavius” ovvero “più lentamente, più profondamente, più dolcemente” equivale a un programma di vita consegnato alla coscienza di ciascuno.

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