Martedì 27 giugno a partire dalle 21 si è svolto presso i giardini Alimonda di Torino il secondo appuntamento dell’Alimonda Summer Festival, un festival culturale a chilometro zero organizzato da che vive e lavora nel quartiere Aurora di Torino.

L’obiettivo dichiarato dell’Alimonda Summer Festival è quello di creare spazi di comunicazione ed approfondimento sulle tematiche più importanti di un quartiere complesso come Aurora; Il formato pensato per le quattro serate previste è quello del dibattito di approfondimento seguito da una performance artistica; il dibattito è incentrato su problemi locali, anch’essi a chilometri zero, con l’intervento di esperti ed operatori in grado di analizzare le criticità e proporre soluzioni, la performance artistica è a cura anch’essa di risorse locali che mettono a disposizione la loro arte gratuitamente per rendere il quartiere più vivibile.

Il tema trattato ieri sera riguardava la crisi abitativa in Aurora, tra vuoti urbani, riqualificazioni immobiliari, sfratti e segregazione abitativa.

Sono intervenuti: Paola Sacco (architetta, associazione Casematte), Miriam Carretta (operatrice sociale, Ufficio Pastorale Migranti), Alice Pasquero (avvocata, ASGI). Marco Berton (giornalista di TorinoOggi) ha moderato il dibattito.

Il diritto ad una casa degna e congrua con le necessità abitative familiari e/o personali dovrebbe essere garantito dalla Costituzione anche se non lo è esplicitamente, ma solo in maniera implicita; è però elencato fra i diritti umani.

Marco Berton ha strutturato il dibattito definendo i temi di discussione a cui i relatori hanno dato risposta relativamente alle specifiche competenze; il primo tema è quello di cercare di definire chi colpisce di più la crisi abitativa in Aurora.

Paola Sacco tenta di fare un’analisi urbanistica/sociale: il quartiere Aurora ha caratteristiche molto specifiche, per non dire uniche, tra i quartieri di Torino; è un quartiere storicamente popolare che però risulta adiacente al centro e per questo soggetto agli appetiti della speculazione immobiliare. Ad Aurora c’è scambio interculturale, senso di comunità. Edilizia popolare e tessuto casa bottega.

Miriam Carretta, confidando sulla sua esperienza di operatrice sociale, analizza la situazione dal punto di vista dei migranti, punto di vista da cui è visibile il processo di gentrificazione in atto nel quartiere. Negli ultimi cinque anni i prezzi delle case sono cresciuti del 30%; gli studenti universitari tendono a sostituire gli antichi abitanti in quanto più graditi nel mercato immobiliare.

Alice Pasquero considera la gentrificazione in Aurora esplicita e visibile, citando come esempio il processo di riqualificazione di via Alessandria, ma anche i contratti proposti dai grandi proprietari immobiliari che contengono condizioni vessatorie ed illegittime che approfittano della fragilità degli inquilini e della loro condizione di ricattabilità.

Dal primo giro di interventi, risulta abbastanza chiaro che le principali vittime della crisi abitativa ad Aurora sono i nuclei più fragili, che subiscono sfratti, speculazioni immobiliari e l’imposizione di clausole vessatorie nei contratti; Marco Berton introduce il secondo tema, ovvero quando la crisi abitativa diventa segregazione? Quali sono i rischi della mancanza di sbocchi?

Secondo Paola Sacco, alcune situazioni abitative in Aurora sono estremamente deteriorate dalla necessità alla convivenza forzata di tante persone in abitazioni non adatte; a riprova di ciò il consumo di acqua anomalo che genera conguagli esponenziali da parte dalla SMAT, che, insieme ai conguagli relativi al riscaldamento, stanno creando gravi problemi a famiglie già economicamente fragili.

Secondo Miriam Carretta, l’ascensore per il miglioramento abitativo in Aurora si è rotto. Anche persone che hanno migliorato di molto la loro condizione economica non riescono proprio ad accedere al mercato immobiliare perché stranieri e questo crea una rabbia giustificabile, poco compresa a livello istituzionale.

Ci sono tanti abitanti di Aurora costretti a restare nel buco nero del mercato immobiliare informale, restando in situazioni inadeguate per spazio disponibile e qualità degli immobili.

Nei progetti di supporto abitativo abbiamo a che fare con gente che vuole pagare un affitto, ma la fatica di trovare casa è a volte più pesante della fatica di trovare un lavoro. Se perdi casa ad Aurora non la ritrovi in questo quartiere per le dinamiche che sono già state descritte e spostarsi in un altro quartiere, magari anche vicino come Barriera di Milano, significa perdere gli amici, la scuola, la comunità religiosa, in poche parole perdere quella rete di supporto in molto casi indispensabile.

Rimane l’ultimo aspetto, ovvero cosa si può fare per migliorare la situazione.

Per Alice Pasquero bisogna fare crescere la consapevolezza nelle persone che devono firmare un contratto immobiliare per bloccare gli abusi sul nascere. Spingere le persone in difficoltà abitativa a chiedere aiuto tempestivamente, ad esempio per intervenire nelle prime fasi degli sfratti prima che diventino esecutivi e ci sono meno possibilità di intervenire, spingere istituzioni ed ordini professionali ad intervenire nei casi di irregolarità più eclatanti, anche manifestare al limite.

Per Paola Sacco occorre fare uno sforzo per rendere disponibile tutto il patrimonio immobiliare, ad esempio attraverso un intervento fiscale sulle case sfitte, anche se è tecnicamente complesso fare un censimento degli immobili non abitati. Intensificare i progetti di protezione per proprietari ed inquilini in modo da superare le paure ad affittare gli immobili a canoni equi.

Secondo Miriam Carretta bisogna formare gli operatori sociali riguardo gli strumenti disponibili sull’emergenza abitativa, in modo da consentirgli di indirizzare le persone in difficoltà verso il miglior supporto prima che la situazione peggiori, quando questo è disponibile. Alle istituzioni bisogna chiedere un maggiore impegno evitando di scaricare tutto sul terzo settore.

La serata si è conclusa con la performance InterSviste. Interviste impossibili a personaggi possibili del quartiere Aurora a cura di Andrea Quarello e Serena Miceli.

Prossimo appuntamento dell’Alimonda Summer Festival martedì 4 luglio a partire dalle ore 21 con il dibattito “La rabbia giovanile come emozione politica: giovani, conflitti e appartenenze nello spazio pubblico di Aurora”. A cui interverranno: Roberto Bertolino (psicologo, collaboratore del Centro Franz Fanon, Giudice Onorario al Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta) e Khalid Sami (mediatore interculturale, collaboratore di Atypica e UISP). Modera: Gioele Urso (giornalista di TorinoToday).

Performance artistica: Esibizione rap e trap di Baderness, Elia, Snaf, Eureka.