La morte di Silvio Berlusconi ha scatenato uno scenario da monarchia assoluta: beatificazione di giornali e televisioni mainstream, decisione del governo di indire il lutto nazionale (che non era stato dichiarato nemmeno per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino), blocco dei lavori parlamentari, inchini delle opposizioni, che parlano di “umanità” e “rispetto per un protagonista della storia del Paese” e apprezzano il suo “sostegno alla causa europeista”. La presenza ai funerali di Stato in piazza Duomo a Milano di Elly Schlein dimostra ancora una volta quanto fosse illusoria la speranza di un cambio di rotta di un partito liberista e guerrafondaio.
Difficile credere che si stia parlando in questi termini elegiaci di un personaggio volgare e corrotto, incappato in innumerevoli guai giudiziari, con legami con la mafia e la P2, pronto a sdoganare i fascisti e guidato solo dall’interesse personale. Per fortuna, in questo teatrino ipocrita e surreale c’è stato qualcuno che ha ripreso l’immortale fiaba “Il re è nudo”, smascherando il servilismo di un coro degno della corte del Re Sole e dando voce all’indignazione di milioni di italiani che non si sentono affatto in lutto: il rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari si è rifiutato di esporre le bandiere a mezz’asta, come previsto dalle disposizioni della Presidenza del Consiglio.
Un gesto coraggioso e purtroppo rimasto isolato, che ora rischia di costargli tre mesi di carcere o un’ammenda fino a 200 euro! E’ subito partita una petizione per esprimergli sostegno e solidarietà, che ha già superato le 90.000 adesioni. Firmarla e diffonderla è il minimo che si possa fare in un Paese dove ogni forma di dissenso, anche la più civile e nonviolenta, viene ormai repressa con brutalità.