Prima ancora della conclusione della tregua, a Khartoum sono tornate le bombe. Le forze di pronto intervento hanno attaccato con l’artiglieria la sede delle forze di sicurezza, incendiando l’edificio. Testimoni oculari hanno descritto la situazione come drammatica per la popolazione intrappolata tra le bombe e le sparatorie. Secondo una stima dell’ONU, nei due mesi di combattimenti sono morti 2000 civili ai quali andranno aggiunti le vittime tra i militari; gli sfollati sono 2,2 milioni tra i quali 530 mila hanno attraversato i confini, principalmente in Egitto e Ciad.
A Darfur, il comitato dei medici informa che in alcune zone di Geneina e Kutum i cadaveri sono lasciati per strada da giorni e esiste il serio rischio di diffusione di malattie. Gli scontri in Darfur hanno assunto il carattere inter-etnico tra popolazione di origine araba e quella di origine africana.
Amnesty International (QUI) ha lanciato l’allarme per la situazione nel Darfur occidentale. Ha denunciato “Uccisioni mirate, violenza sessuale, incendi di abitazioni e sfollamenti di massa hanno avuto luogo soprattutto nella città di El Geneina e nei suoi dintorni. Questi attacchi richiamano alla memoria i crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Darfur a partire dal 2003”. L’organizzazione umanitaria accusa esplicitamente le forze di pronto intervento di essere dietro questi crimini.