E’ da ieri sera che sto cercando di capire quali possano essere state le ragioni di Stato e di etica civica, politica e morale che, al di là dei molteplici motivi di indicibile opportunismo politico, hanno spinto il governo della Signora Meloni a concedere i funerali di Stato al fu Primo Ministro Silvio Berlusconi.

Certo, secondo quanto previsto dal cerimoniale della presidenza del Consiglio, ”le esequie di Stato spettano a chiunque abbia ricoperto l’incarico di presidente di uno degli organi costituzionali, anche dopo la cessazione del loro mandato”. Principio che si applica al Signor Berlusconi. Però, l’applicazione del principio non è automatica e senza condizioni, per questo ci deve essere una decisione del Consiglio dei Ministri.

Nel caso dell’ex-Primo Ministro Berlusconi siamo di fronte ad un responsabile politico pubblico che è stato condannato con sentenza definitiva, dopo anni di iter processuale ai vari livelli, per frode fiscale e punito con un anno di prigione senza sospensione e con l’interdizione di accesso a funzioni pubbliche per sei anni. Una condanna gravissima per totale mancanza di rispetto delle regole dello Stato! Inoltre, in quanto Primo Ministro ha sostenuto pubblicamente che il suo obiettivo era di impedire allo Stato di rubare nelle tasche degli italiani (accusando pertanto lo Stato di essere colpevole di furto a spese dei cittadini, un’accusa che non ha mai rinnegato), fino ad incitarli a rifiutare di pagare le tasse illegittime. Un Primo Ministro che ha inoltre sostenuto pubblicamente che solo una persona malata di mente poteva esercitare la professione di magistrato.

Lo stupore è del tutto legittimo e ancora di più lo è l’indignazione. Concedendo i funerali di Stato a Silvio Berlusconi in barba e al di là della sua pubblica mancanza di rispetto e discredito dello Stato e della sua propaganda anti-politica, il governo della Signora Meloni ha ridotto in briciole l’onore dello Stato. Ha mandato un messaggio chiaro al popolo italiano: non contate più sullo Stato, lo Stato dei diritti. Il potere dei ricchi, dei potenti, delle alleanze provvisorie multipartitiche di governo è al di sopra dei valori e dei principi della Costituzione italiana e dell’etica umana e sociale politica. Esso conta più di “La legge è uguale per tutti”. Il governo Meloni ha calpestato la dignità della Repubblica italiana, cioè del popolo italiano, ed infangato quella della magistratura in Italia, uno dei tre poteri istituzionali sui quali si fonda la Repubblica italiana.

La legittimità formale data alla decisione del governo da parte dei due rami del Parlamento non modifica quanto sopra detto, ma lo estende anche ai rappresentanti del popolo italiano. Tant’è che all’estero la risposta alla domanda ”com’è possibile tutto ciò?” è piuttosto convergente ed offensiva nei confronti degli italiani. Essa considera che Berlusconi è stato l’interprete, il simbolo, di quello che la grande maggioranza degli italiani si augurerebbe di essere: ricco, spavaldo, furbo, popolare, ben visto, quasi imbroglione cordiale e divertente, umanamente simpatico, pur se irrispettoso delle regole e delle istituzioni nella difesa dei suoi “sacrosanti” interessi personali.

Sono convinto che gli italiani sapranno smentire nei prossimi giorni e settimane siffatta opinione/fama.

Bruxelles ,14 giugno 2023