Alla fine di una giornata parecchio concitata che si era inaugurata la mattina con il défilé degli amministratori convintamente Pro-Tav di fronte alla stazione nuova di pacca di Saint-Jean-de-Maurienne… è arrivata in serata l’Ordinanza Prefettizia, che sostanzialmente rifiuta qualsiasi ipotesi di tracciato già da giorni comunicata dagli organizzatori alle autorità della regione. E anzi comunica alla cittadinanza intera che dalle 14 di oggi, 16 giugno, fino alle ore 8 di lunedì mattina, 19 giugno, sarà interdetta la circolazione su un certo numero di strade (chiaramente specificate), vie di transito e persino sentieri, tra e tra un certo numero di comuni, eccezion fatta per i residenti.
In pratica: Zona Rossa per tout le monde, in particolare per i facinorosi che “avrebbero voluto farci credere in una riunione pacifica, festosa, famigliare… mentre sui loro siti e social networks prevedevano ben altro” (questo il tenore di alcuni interventi già ieri mattina, da parte degli Amministratori ed Eletti ProTav).
Ma Zona Rossa anche per i mauriennesi, o per i francesi in transito, che in questi giorni potranno toccare con mano l’increscioso impatto di chi osa mettersi di traverso, rispetto a quella Grande Opera “che è ormai una solida e promettente realtà, un’opportunità unica di progresso e benessere. una promessa di lavoro e impiego per parecchi anni a venire, ma soprattutto la soluzione green che tutti sogniamo di veder realizzata, per ridurre una volta per tutte l’emissione di Co2 del traffico merci su strada, ecc ecc ecc”, il ben noto confronto/scontro di “visioni del mondo” che dalle sue pagine social l’economista Daniel Ibanez definisce senza mezzi termini “mensonges, bugie”.
E dunque, “La Maurienne sotto l’Alta Tensione”, questa la prima pagina del quotidiano locale Le Dauphine Libéré, con foto di manifestanti/bandiere NoTav (inconfondibilmente italian*) e la didascalia che informa circa “i 2000 agenti e gendarmi mobilitati, per i 4000 manifestanti anti-Torino/Lione, tra cui non meno di 300/500 radicali, attesi in Maurienne per un week end ad alto rischio”, et voilà.
Quello previsto dall’ordinanza emessa ieri sera dal Prefetto Francois Ravier è “uno spiegamento di forze senza precedenti in Savoia” spiega l’articolo nelle pagine interne di Le Dauphine Libéré. “Duemila agenti e gendarmi, con concorso di una decina di squadroni di gendarmi ‘mobili’ oltre alla Croce Rossa e altri addetti all’Ordine Pubblico, sono stati previsti in Maurienne per garantire la sicurezza di cose e persone (sic!). La mobilitazione annunciata per questo week end contro la Torino-Lione è stata presa molto sul serio dalla pubblica amministrazione (—) Il Prefetto ha valutato che le proposte depositate giorni fa dalle oltre dieci associazioni promotrici, non offrono sufficienti garanzie circa l’eventualità che la medesima possa ‘debordare’ con gravi danni ai cantieri (..)
Inoltre gli organizzatori non sono stati in grado di fornire informazioni circa il numero dei manifestanti in arrivo, né circa l’ubicazione di quello che è stato chiamato Campo Base…” Per cui appunto: divieto di qualsiasi ‘ressemblement’ anche musicale, techno/rave o altro… oltre che di vendita e/o trasporto di fuochi d’artificio, di carburante, acido e qualsiasi prodotto infiammabile, per quella che stata percepita come “situazione ad Alto Rischio (…) in tutto simile a quella che si è verificata a fine marzo a Sainte Soline, nella regione delle Deux-Sèvres, con l’aggravante di una ben diversa topografia: mentre là si trattava di zona pianeggiante, qui siamo in una valle, con parecchi siti sensibili della TELT, alcuni dei quali in prossimità del fiume Arc che scorre in questa stagione particolarmente tumultuoso, con potenziale pericolo di incidente se a qualcuno venisse l’idea di farvi incursione…”
“Questa valle non può permettersi di diventare una Riserva Indiana” aveva detto ieri mattina Jean-Paul Marguerion, Presidente dell’Unione dei Comuni della Maurienne, durante la riunione degli eletti ProTav: Intervento applauditissimo, come del resto tutti quelli prima e dopo il suo, per una cosiddetta ‘manifestazione’ più simile a un Convegno di Amici Uniti dal Grande e Perpetuo Affare che a una Pubblica Comunicazione, con una qualche parvenza di normale cittadinanza venuta ad ascoltare. Una cosa insomma “di Palazzo”, che avrebbe potuto tranquillamente svolgersi a porte chiuse e avrebbe avuto lo stesso (indubbiamente notevole) numero di telecamere – e ancor più visibilmente istituzionale, per via della location, la nuova stazione di Saint-Jean-de-Maurienne, per giunta temporanea in attesa di quella definitiva, per quella che sulla carta promette di diventare grazie al Tav “un hub di grande attrattiva internazionale, non solo per il passaggio merci, anche per i flussi turistici, occasione imperdibile…”
Dall’altro lato della stazione, il gruppetto di Indiani di Valle arrivati apposta da Villarodin-Bourget in rappresentanza dell’Associazione VAM, per ribadire con i loro volantini le Ragioni del No al Tav, non hanno potuto fare a meno di salutare questa bella uscita con un lungo wow wow wow à la mode indienne. E in pochi minuti si è concluso tutto quanto, con foto di gruppo con striscioni tricolori per dire “In Alto i Cuori per la Torino/Lione: un soffio di verde per le nostre valli”.
Nonostante l’Ordinanza del Prefetto, l’appuntamento in Maurienne resta comunque valido per le oltre dieci associazioni e gruppi promotori che da mesi stanno lavorando al successo di questa mobilitazione. Nominiamoli tutte perché oltre a Les Soulevements de la Terre, alla Confederation Paysanne e all’Associazione Vivre et Agir en Maurienne (che ormai almeno un po’ conosciamo), è un elenco che descrive un bel mosaico di attivismo ambientalista in Francia, ben oltre (e finalmente compreso) il NO al Tav. Ci sono infatti Les Amis de la Terre, il Collettivo Grignon de Grésivaudan, CIPRA, insieme a Extinction Rebellion e Attac; e poi l’ampio Collettivo Contro la Torino Lione (che raggruppa parecchie Associazioni in Maurienne oltre alla VAM), il Sindacato dei Ferrovieri Sud Rail (in netto contrasto con le posizione della CGT), e naturalmente La France Insoumise, i verdi di EELV (Europe Ecologie Les Verts) e Grenoble Alternatiba.
Sempre sulle colonne del quotidiano Dauphine Libéré, apprendiamo infatti che “le associazioni locali hanno depositato un ricorso al Tribunale Amministrativo di Grenoble relativamente all’Ordinanza del Prefetto (….) perché resta valida l’urgenza di esprimere il più convinto e collettivo NO a questa linea ferroviaria inutile, costosa e soprattutto così dannosa per l’ambiente (…) E non sarà certo un divieto di manifestazione, che fa leva sulla deliberata costruzione della paura, che ci impedirà di manifestare le nostre giuste ragioni”, parola di Brigitte Finas, portavoce di Attac.
Alla quale fa eco la voce di Marc Pascal (Europe Ecologie les Verts); “E’ ora di finirla con questa versione che ci vede tutti terroristi, persino quando proponiamo delle passeggiate in montagna o di indossare abiti in tutte le tonalità del blu, per sottolineare la gravità dell’emergenza-acqua, a causa dei danni irreversibili di quello scavo sulle falde acquifere nelle viscere della montagna! Sarebbe davvero venuto il momento di dire chi sono i violenti, non solo per questo week end che viene, ma da anni!”
La convocazione a manifestare, secondo il programma già annunciato, resta dunque valida per gli organizzatori. Nonostante i divieti e le sicure interdizioni al passaggio per i non pochi bus e veicoli in generale, previsti non solo da quel covo di Patentati Terroristi che è la Val di Susa ma anche dalla Svizzera, e forse dalla Germania – ma sicuramente dalla Francia. Ed è stata comunicata anche l’area in cui dovrebbe trovare spazio il Campo Base: sarà a La Chapelle, a una quindicina di km da Saint-Jean-de-Maurienne andando verso Chambery.
E come andrà… andrà. Andrà come dovrà andare. E andrà come è già andata tante altre volte. Andrà secondo il copione già più volte subìto, o sventato, contenuto, aggirato… e che in ogni caso non potrà essere ignorato. Questo è il sentire che accomuna da ore una comunità di persone che da tempo si sentono sorelle, da entrambi i versanti della stessa montagna, contro quella maledizione, quella iattura, quello stupro ambientale che si chiama TAV.
Molto condivisa tra ieri sera e stamattina l’immagine di un mega striscione verticale, bellissimo, dipinto a colori pastello, quasi una preghiera, che qualche ‘audace’ di Villarodin-Bourget è riuscito ad installare sul versante de le Rocher des Amoureux: et voilà!