L’esposizione ai PFAS è stata associata a problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, diabete, impatto negativo sulla fertilità, oltre che alcune forme tumorali come il cancro al rene e ai testicoli.

I PFAS, acronimo di Perfluorurati e Polifluorurati, sono un gruppo di oltre 4.700 sostanze chimiche artificiali ampiamente utilizzate nell’industria manifatturiera, che si accumulano nell’ambiente e negli esseri umani nel corso del tempo. Sono noti come “sostanze chimiche permanenti” a causa della loro estrema persistenza nell’ambiente e nel nostro organismo. Queste sostanze chimiche possono avere effetti negativi sulla salute umana, come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.

Il tema è così urgente, anche se poco diffuso a livello mediatico, che l’Unione Europea ha promosso un biomonitoraggio umano (HBM4EU),  con uno sforzo congiunto di 30 Paesi, dell’Agenzia Europea dell’Ambiente e della Commissione Europea, e finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, che si occupa della raccolta di prove sull’esposizione dei cittadini alle sostanze chimiche, fornendo al contempo una valida interpretazione dei dati e dell’impatto potenziale dell’esposizione chimica sulla salute umana.

Inquinanti eterni

I PFAS sono considerati “inquinanti eterni” perché, se dispersi nell’ambiente, si degradano in tempi estremamente lunghi. Queste sostanze chimiche sono state trovate ovunque, dalle vette remote e incontaminate alle regioni polari, dai cetacei agli ecosistemi lontani dalle attività umane, dalla pioggia fino all’acqua potabile delle nostre case.

L’esposizione ai PFAS è stata associata a una serie di effetti negativi sulla salute umana, tra cui problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, riduzione del peso alla nascita dei neonati, obesità, diabete, elevati livelli di colesterolo e riduzione della risposta immunitaria ai vaccini, diabete gestazionale, impatto negativo sulla fertilità e alcune forme di tumori, come il cancro ai reni e ai testicoli. I bambini, le donne in gravidanza e le persone fragili sono particolarmente a rischio.

Una delle principali preoccupazioni è l’irreversibilità della contaminazione, insieme agli effetti sulla distruzione endocrina, la cancerogenicità, la tossicità per la riproduzione, gli effetti sul sistema immunitario e sul metabolismo dei lipidi per una vasta gamma di PFAS.

Occhio alle padelle

Di più. Chem Trust, organizzazione accreditata presso l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, solleva anche la questione dell’uso dei PFAS come materiali a contatto con gli alimenti, banalmente le padelle antiaderenti, e fa riferimento a una relazione sull’attuazione del Regolamento sui materiali a contatto con gli alimenti del Parlamento Europeo, che afferma che è necessaria un’azione a livello dell’UE per affrontare la mancanza di misure specifiche nella valutazione del rischio, nella tracciabilità, nella conformità e nel controllo dei materiali a contatto con gli alimenti.

I PFAS si legano alle proteine e si distribuiscono nei fosfolipidi. La velocità di eliminazione dipende dalla specie, negli gli esseri umani, ad esempio, l’acido perfluoroesanico solfonico (PFHxS) può resistere nell’organismo anche 8-9 anni. Una pubblicazione recente riporta un intervallo stimato di eliminazione da 10,1 a 56,4 anni – con una media di 15,3 anni per gli acidi Cl-PFESA (chlorinated polyfluoroalkyl ether sulfonic acid).

Nonostante l’enorme impatto negativo sulla salute umana e l’ampia diffusione dei PFAS, ci sono ancora molte lacune legislative che ne impediscano o limitino l’utilizzo,  inclusa l’Italia. Queste sostanze chimiche vengono utilizzate in numerosi settori industriali, inclusi abbigliamento, cosmetici, imballaggi per alimenti, elettronica e molti altri e nonostante esistano alternative più sicure in molti settori, le aziende continuano a utilizzare i PFAS, senza curarsi degli impatti negativi sulla salute e sull’ambiente.

Di recente, cinque nazioni europee hanno richiesto il divieto dell’uso e della produzione di PFAS, ma l’Italia finora non ha adottato misure adeguate per affrontare questo problema e nonostante alcune aree del Veneto siano colpite da gravi casi di contaminazione da PFAS, i governi italiano continuano a non intervenire in modo efficace, lasciando la popolazione esposta agli effetti dell’inquinamento e compromettendo la salute delle future generazioni.

Fonti:

https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/reach/relazionefinalestudiopfas.pdf

https://chemtrust.org

https://www.eea.europa.eu/themes/human/human-biomonitoring

https://www.hbm4eu.eu/wp-content/uploads/2017/03/HBM4EU-in-brief.pdf

https://attivati.greenpeace.it/petizioni/zero-pfas/?utm_source=greenpeace.org&utm_medium=news&utm_campaign=pfas&utm_content=blog-pfas-lancio

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