Emergono altre testimonianze che confermano la versione di Simone Zito, docente del Ferrari, che denunciò pubblicamente la vicenda
Due ulteriori testimonianze da parte dei genitori smentiscono le dichiarazioni che la Dirigente Giaccone rilasciò alla testata La Valsusa in merito alla perquisizione antidroga, un blitz come venne definito da molti, effettuata dai Carabinieri della Compagnia di Susa, avvenuta il 10 novembre scorso all’IIS Ferrari di Susa. La Giaccone definì: “ricostruzione non corrispondente alla realtà” le dichiarazioni di Zito, avviando presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte un provvedimento disciplinare ai danni del docente, che è stato archiviato.
Il Coordinamento Docenti Valsusa, che continua a seguire molto da vicino la situazione del Ferrari, denunciò da subito un “sistema Ferrari”, descrivendo un sistema di potere: “Una scuola in cui Preside, Vicepreside, parte della segreteria e alcuni collaboratori, contro ogni regola, hanno creato una rete di controllo opprimente, arrogandosi anche competenze e mansioni non proprie”. In questo anno scolastico alla Giaccone è stata affidata anche la reggenza del liceo Rosa di Bussoleno.
Dalle notizie che ci pervengono la Dirigente non sarebbe per ora riuscita a consolidare al liceo Rosa una posizione tale da poter replicare lo stesso clima che c’è all’interno Ferrari.
Abbiamo raccolto le testimonianze della famiglia Alì, che pubblichiamo integralmente:
– Testimonianza famiglia Alì.pdf
e di un’altra famiglia, che descrivono la situazione all’interno dell’Istituto. La famiglia Alì ha nel tempo adottato tre bambini affetti da disabilità.
Le famiglie confermano le controverse circostanze nelle quali è stato effettuato il blitz dei CC, che risulta non aver prodotto alcuna denuncia, in sostanza all’interno della scuola non risulterebbe sia stato trovato nulla.
Confermano il particolare disagio vissuto da alcuni studenti durante il blitz, che i ragazzi sono stati piantonati in classe, di fatto una limitazione della libertà personale esercitata indiscriminatamente su tutti gli studenti e non solo su eventuali effettivi sospetti. Una delle due famiglie ha posto l’accento sul fatto che le perquisizioni agli effetti personali nelle classi e le perquisizioni personali sarebbero state effettuate anche senza la presenza di un genitore o di un docente. E’ una scuola media superiore, la maggior parte degli studenti è minorenne. C’è un altro elemento comune in queste testimonianze: le dichiarazioni discordanti e contraddittorie tra loro rilasciate all’interno dell’Istituto da Giaccone dopo il blitz. Una violazione del patto di corresponsabilità, secondo una delle famiglie.
E’ stato sottolineato, da una delle due famiglie, il livello di impreparazione dei ragazzi: il Ferrari è stato definito un “diplomificio”, in sostanza un Istituto dalle promozioni facili. La situazione del liceo Rosa di Bussoleno è, secondo il racconto di questa famiglia, molto diversa: la preparazione degli studenti in quella scuola è molto più elevata. E’ stato posto l’accento sul clima autoritario e non autorevole, non formativo, che vige nel Ferrari. Un diplomificio, ci raccontano, ma solo per gli studenti che si assoggettano a quel clima. Per coloro che dissentono la vita scolastica diventa difficile, pari a quella del personale – docenti e amministrativi – che per qualsivoglia motivo esprimono dubbi o dissenso riguardo a quel “sistema”.
Abbiamo raccolto la testimonianza del prof. Cantore, un ex docente del Ferrari, uno dei tanti, anche secondo i sindacati, che ha poi richiesto un trasferimento che, oltre a contenere gli elementi comuni delle altre testimonianze, sembra implicitamente confermare la tesi del “diplomificio”. Questo aspetto è emerso tra le righe anche nella testimonianza di un altro docente. Cantore ha dichiarato: “Chiunque si azzardi a dare voti che non corrispondono alla linea decisa dalla Dirigente per determinati studenti, viene umiliato di fronte ai colleghi durante gli scrutini. Mi sono state richieste con notevole frequenza relazioni inerenti ai miei criteri di valutazione. Ho subito una vera e propria persecuzione. Si viene continuamente richiamati, si istituiscono riunioni nelle quali vengono formulate accuse nei confronti del docente. Venni convocato durante le vacanze di Pasqua dalla Dirigente con la motivazione che un genitore avesse richiesto un incontro. Verificai che non era vero: anche il genitore stesso era stato convocato dalla Dirigente. Si trattava di uno studente affetto da disturbi specifici dell’apprendimento. La Giaccone considera ‘protetti’ gli studenti con quelle caratteristiche, perché, a mio parere, terrorizzata da eventuali ricorsi. Studente a cui avevo dato una valutazione insufficiente ad una verifica perché non aveva studiato, aspetto che esula dal DSA. Tutto ciò capitava solo ad alcuni docenti e non ad altri. A mio parere la Giaccone impone le proprie idee con atti persecutori “.
Anche da questa testimonianza emergono parole comuni alle altre: persecuzioni, umiliazioni davanti a colleghi e studenti. Ma non solo, ricorre la frase: “Non mi era mai capitato prima e non mi è più capitato da quando sono stato trasferito”.
La Dirigente, a seguito delle testimonianze da noi pubblicate, continua con la sua linea definendole: “miopi e distorte”. Dichiarazioni che anche questa volta ha affidato a La Valsusa. Le testimonianze, tuttavia, continuano a pervenirci.
Articoli correlati:
Susa, Istituto Ferrari: la perquisizione antidroga è solo la punta di un iceberg?
Susa, operazione antidroga all’IIS Ferrari di Susa: molte le critiche
Susa, IIS Ferrari, Zito: dopo aver resa pubblica la perquisizione antidroga è stato denunciato da Giaccone, la Dirigente scolastica
Susa, Istituto Ferrari: emergono altre testimonianze
IIS Ferrari di Susa, si sta aprendo il vaso di Pandora, parla anche un genitore