Intervista a due mani di Ettore Macchieraldo e Olivier Turquet a Paola Gianotti, la donna più veloce ad aver circumnavigato il globo sulle due ruote; Paola racconta delle battaglie per l’ambiente e di come le due ruote l’abbiano portata ad affrontare le sfide personali e non con maggiore determinazione.
Ettore: Il primo luglio, ovvero sabato prossimo, ci sarà la seconda edizione del Nivolet Bike day, una manifestazione a cui tieni molto che porta in un posto fantastico nel Parco del Gran Paradiso dal versante Piemontese. Come mai tieni così tanto a questa iniziativa?
Paola Gianotti: ci tengo tantissimo perché penso che arrivare al Colle del Nivolet sia davvero una delle salite più belle del mondo. Lo scorso anno sono arrivati ciclisti da tutta Italia che partendo da Ceresole hanno potuto apprezzare la bellezza di pedalare all’interno dello stupendo Parco Nazionale del Gran Paradiso senza mezzi motorizzati che rende quello che è già un Paradiso, un paradiso ancora più bello! Ovviamente non è facile chiudere la strada e regalare questa mattina ai ciclisti ma sono certa che questa sia la via del futuro. La mia personale opinione è che la normalità dovrebbe essere la chiusura al traffico motorizzato in tutti i weekend dell’anno nei Parchi Nazionali. Penso che ci vada una svolta di pensiero e il coraggio di cambiare passo.
Olivier: come è nata la passione per imprese estreme in bicicletta e quanto è legata al tuo impegno per l’ecologia e il territorio?
Paola Gianotti: La mia passione per imprese estreme c’è fin da piccola anche se la bicicletta è arrivata più tardi. Ho sempre sfidato i miei limiti cercando sfide sportive in luoghi lontani. Sono sempre stata attratta dal fascino del “lontano” e dalla sfida di me stessa. Poi ad un certo punto ho deciso di cambiare la mia vita e ho preso la bici per fare il giro del mondo e diventare la donna più veloce ad aver circumnavigato il globo sulle due ruote. Sicuramente l’amore per la bicicletta è anche amore per la natura e per il territorio in cui vivo: amore per l’ecologia perché la bici è il mezzo sostenibile per eccellenza e perché amo pedalare in mezzo alla natura e amore per il territorio perché è proprio la bici che mi ha fatto scoprire la bellezza del territorio in cui vivo: ho scoperto scorci, salite, luoghi incantati che neanche conoscevo e avevo a pochi metri da casa.
Ettore: abbiamo fatto insieme l’InceneriTour, la pedalata per dire Si al Cammino di Oropa e No al camino dell’inceneritore che A2A vuole costruire a Cavaglià. Tanti anni di escavazioni e discariche in Valledora e ora anche questo impianto si somma allo scempio precedente: sembra proprio che si voglia trasformare questo territorio in un Non Luogo, come lo definirebbe Augé, l’antropologo francese. Pensi che il turismo lento sarà in grado di ricostruire dei Luoghi?
Paola Gianotti: Ne sono certa! Il nostro territorio offre tantissimo spazio per un turismo lento e un turismo sportivo. Dalle camminate, alla bicicletta, al cavallo, alla canoa, al parapendio. Ogni sport outdoor è praticabile sul nostro territorio e migliaia di persone vengono qui a godere la bellezza della natura e della pace. E’ doveroso oggi come oggi puntare sul turismo lento per valorizzare il territorio e proteggere l’ambiente.
Olivier: Quanto pensi che il fatto di essere conosciuta possa aiutare le cause che abbracci?
Paola Gianotti: Sicuramente essere conosciuta aiuta anche se io sono principalmente conosciuta nell’ambito ciclistico per tutto quello che ho iniziato a fare dal giro del mondo in poi. Ma l’ecologia è strettamente collegata all’ambiente quindi spero di poter fare da cassa da risonanza a tante battaglie per proteggete il Pianeta e le persone.
Ettore: Posso essere testimone diretto di come stai stringendo amicizie che ti legano alle persone che incontri nelle battaglie per l’ambiente, la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile. Penso a Marco Cavorso, a me e a tante e tanti altri che hai incontrato e con cui stai condividendo storie e spinte al cambiamento. Sempre Augé, sostiene che “L’esperienza del ciclismo è una prova esistenziale fondamentale che rinsalda coloro che vi si dedicano nella loro stessa coscienza identitaria: pedalo, quindi sono.” Quanto c’entra la bicicletta nella compartecipazione che stai vivendo con noi?
Paola Gianotti: Sicuramente la bicicletta è il mezzo che mi ha fatto capire quanto sia importante lottare per i propri ideali e per rendere questo un mondo migliore. Quando sei in salita ci sei solo tu, le tue gambe, la tua fatica, la voglia di mollare. Impari proprio questo sulla bici: a non arrenderti mai e a stringere i denti per arrivare in cima. Questo vale anche per tutte le battaglie che porto avanti e la bici su questo mi ha fatto diventare molto resiliente.