Anche l’esercito israeliano e i servizi di sicurezza interna considerano gli attacchi dei coloni contro i villaggi palestinesi “terrorismo di stampo nazionalista”.
Lo affermano il capo di Stato maggiore e il capo del Shabak in un comunicato, che tra l’altro sostiene che queste azioni sono dannose per la sicurezza dello stesso Israele e accrescono le reazioni della popolazione palestinese.
Si evince dalla presa di posizione pubblica una certa distanza tra i politici al governo e i militari.
A rendere queste contraddizioni palesi vi è il fatto che l’80% degli abitanti di uno dei villaggi incendiati dai coloni, Turmus’Aya, sono palestinesi con cittadinanza statunitense.
La situazione in Cisgiordania e Gerusalemme occupate è drammatica.
L’esercito israeliano ha aggiunto altre due brigate ai suoi effettivi impiegati per spezzare la resistenza della popolazione.
Sono diventati una quotidianità i posti di blocco su ogni strada di collegamento e molte città sono di fatto assediate.
I palestinesi hanno l’estrema necessità di essere protetti dalla comunità internazionale.
L’on. Luisa Morgantini, in visita nei territori palestinesi occupati, ha lanciato un appello al movimento per la pace di mobilitarsi e rivendicare questi provvedimenti e chiede che si metta fine alle vessazioni degli occupanti israeliani, coloni e esercito.