Ieri, all’interno della splendida cornice del Parco di Villa Filippina di Palermo, nel giorno di apertura della quattordicesima edizione del festival dell’editoria indipendente “Una Marina di Libri” – che chiuderà i battenti domenica prossima 11 giugno -, fra le tante iniziative promozionali si è svolta anche la presentazione del volume “Sfruttamento e dominio nel capitalismo del XXI secolo”, curato da Toni Casano e Antonio Minaldi, uscito a febbraio dell’anno in corso per i tipi della Multimage-Collana “I Libri di Pressenza”.
Il libro è stato proposto dalla Biblioteca centrale della Regione siciliana per la presentazione al festival dell’editoria indipendente. La selezione, così come ha precisato nella sua introduzione Margherita Perez, direttrice BCRS, è stata effettuata sulla base del tema a cui è stata dedicata questa edizione 2023 di Una Marina di Libri: il Fascino dell’Eresia.
Nel programma generale diffuso dagli organizzatori il libro viene descritto come un «lavoro ampio e complesso che mira a formulare l’ipotesi di un “futuro possibile” fondato su percorsi sostenibili e alternativi ai sistemi imperanti durante gli ultimi quarant’anni di storia: eresie politiche o semplici scelte di vita quotidiana?»
Dati i tempi stretti imposti dalla logistica della manifestazione, gli interventi – necessariamente contingentati – sono stati limitati ai soli relatori chiamati a discutere sui contenuti dei saggi dell’opera collettanea. La critica, in particolare, è stata affidata a Giovanni Di Benedetto e a Pietro Maltese, i quali hanno dialogato con Alessandra Ciattini, autrice di uno dei saggi.
Di Benedetto ha apprezzato lo sforzo non dogmatico dei curatori, per essere riusciti a raccogliere i contributi di autori che sono espressione di un pensiero critico ricco di differenze, dando così voce a scuole di ricerca non necessariamente in sintonia sul terreno politico. Ma soprattutto quel che si è voluto valorizzare è la metodologia messa in opera, cioè quella della ricerca\azione attorno la quale gli autori chiamati a discutere sui conflitti sociali sono al tempo stesso – da un lato – impegnati nel campo dell’inchiesta attraverso gli strumenti analitici dello studio e – dall’altro – nella prassi sociale anticapitalista. Tuttavia, senza esprimere alcun giudizio di valore, ciò che Di Benedetto fa osservare è la “mancanza” di una sintesi operativa per il futuro.
Ma “siamo sicuri che questa mancanza sia un limite?” Questo il punto di domanda con cui Pietro Maltese apre la sua relazione. Ora, al di là delle ombre e luci, Maltese ha sottolineato l’utilità di questo lavoro collettivo, giacché fondamentalmente è un incentivo a riprendere il discorso sulla prospettiva della pars construens, sapendo che, rispetto alla storia del movimento operaio dell’otto-novecento, non sono più possibili soluzioni verticali e dinamiche di separatezza tra lotta e costituzione antagonista.
A conclusione dell’iniziativa (riuscitissima sia nell’attenzione ai temi sciorinati che nel numero dei partecipanti) è stata chiamata in causa Alessandra Ciattini, la quale – pur mantenendo le sue criticità rispetto ad altri saggi dell’antologia – si è riconosciuta nello spirito collettivo che ha materializzato la fondamentale intesa a mettere insieme la ricchezza delle differenze per uscire fuori dal tunnel della crisi in atto.
In ultimo segnaliamo che da parte dei curatori, Casano e Minaldi, è stato confermato che per il prossimo anno è già in calendario la pubblicazione, sempre per la Multimage, di un nuovo volume antologico idealmente concepito come seconda parte del lavoro di ricerca, in cui stavolta saranno affrontate criticamente le ipotesi di forma possibili di sperimentazione sociale comune più avanzate: ecodecrescita, cooperazione autoproduttiva, autorganizzazione sociale, riequilibrio del nuovo ordine mondiale. Si tratta di tematiche variamente declinate (e in gran parte già sviluppate nei vari steps programmati) che sono state oggetto del ciclo di attività seminariale promosso, nella stagione corrente, dal Caffè filosofico “Bonetti”, ciclo che si chiuderà nell’autunno prossimo venturo.