Comunicato congiunto del coordinamento degli oppositori al TAV Lione-Torino.
Sabato 17 giugno oltre 5.000 persone si sono radunate per manifestare contro l’alta velocità e i 260 km di tunnel Lione-Torino, nonostante i divieti ingiustificati della prefettura a monte, i controlli della polizia e la valanga di repressione che ha travolto i nostri compagni italiani alla frontiera: gli autobus che trasportavano 300 persone della Val Susa sono stati fermati al tunnel del Fréjus. Inoltre, a 50 No Tav è stato negato l’ingresso nel territorio francese. In confronto, i “pro Lione-Torino”, che si sono riuniti in presidio giovedì per manifestare il loro sostegno al progetto erano solo 150.
Il corteo intergenerazionale è partito verso mezzogiorno, guidato da un’otarda gigante. In tempi brevissimi è stato bloccato all’altezza di un ponte sul fiume Arco in una zona senza divieti, non rispettando quindi le ordinanze depositate dalla stessa prefettura. Questa ha rifiutato tutte le alternative proposte durante le molteplici trattative che si sono tenute prima e durante la manifestazione, sottolineando il suo disprezzo per il dialogo con gas lacrimogeni e granate. Sono stati mobilitati circa 2.000 gendarmi e il bilancio attuale conta una cinquantina di feriti gravi, 6 ricoveri di cui 2 con prognosi funzionale minacciata.
Denunciamo ancora una volta la folle risposta del governo a una gioiosa e determinata giornata di protesta, che si inserisce nei 30 anni di lotta contro un progetto costoso e distruttivo.