È sempre più chiaro che sono chiuse le scommesse sui pronostici secondo cui l’umanità ha un decennio abbondante di tempo prima che il riscaldamento globale diventi abbastanza aggressivo da schiacciare i negazionisti del cambiamento climatico e il partito Repubblicano dall’anima meschina, altrettanto contrario. Chissà che gli elettori si sveglino entro il 2024 o ne soffriranno le conseguenze. Almeno i Democratici hanno promulgato un mini-decreto parziale sul clima. Riconosciamolo, dai.
Studi recenti di Copernicus, il Programma europeo di osservazione della Terra, e del dott. James Hansen dell’Earth Institute presso la Columbia University, indicano i rischi di sforare prima del previsto il limite di 1,5°C stabilito con l’Accordo di Parigi nel 2015, a cui hanno aderito 195 Paesi. Trump aveva ritirato gli Stati Uniti dall’accordo, ma Biden lo ha sottoscritto di nuovo. Trump è contro la scienza al 99%, o forse al 100%.
In definitiva, le città costiere di tutto il mondo dovrebbero anticipare le scadenze per costruire dighe marine. Ma quante sono già in fase di progetto? Secondo uno studio recente dell’ONU (2022), le comunità mondiali non si sono ancora preparate a sufficienza per affrontare il cambiamento climatico (Sesto rapporto di valutazione dell’IPCC, Cambiamento climatico 2022: Impatti, Adattamento e Vulnerabilità).
Il ripristino delle zone umide, che fungono da spugne naturali, dovrebbe essere una priorità. La maggior parte delle zone umide sono state cementificate o arate. Le città costiere non sono neanche lontanamente preparate ad affrontare alluvioni dall’oceano e un giorno i cittadini arrabbiati dovranno affrontarle con sacchi di sabbia… o piuttosto, faranno le valigie per andarsene in territori più elevati.
Ecco un titolo recente di YaleEnvironment360: “Mentre incombe l’aumento di 1,5°C, gli scienziati scorgono il rischio di un riscaldamento fuori controllo e il bisogno urgente di ridurre le emissioni”, 15 marzo 2023. È un bel titolo ma scordatevelo: non si sono mai ridotte le emissioni e non si ridurranno finché Manhattan non andrà definitivamente sott’acqua. Non succederà, punto e basta.
Certo, le case automobilistiche vanno pazze per le auto elettriche. Immaginatevi il flusso di ricavi dalla sostituzione di una flotta mondiale di auto “succhia benzina” e sì, il solare e l’eolico sono in crescita. Ma ci sono molti altri fattori chiave nel progresso o nel declino, oltre ai veicoli elettrici e al solare. Contemporaneamente, le emissioni da carburanti fossili e il riscaldamento oceanico, dove si conserva la maggioranza del calore, hanno toccato nuovi record nel 2022.
Un fatto significativo, e forse il più importante, è che l’assorbimento di anidride carbonica dagli ecosistemi naturali è diminuito considerevolmente con il degrado del suolo e l’eccessivo sfruttamento idrico: «L’assorbimento di CO2 da parte degli oceani si è ridotto del 4%, mentre del 17% l’assorbimento da parte del suolo […] e la sfida diventerà probabilmente più ardua» (Fonte).
Ciò accade quando gli ecosistemi vengono distrutti, ignorati o abusati come discariche. Siamo onesti, questa è la storia di come vengono trattati gli ecosistemi vitali in tutto il mondo e ora l’assorbimento di CO2 è stato gravemente paralizzato. Dev’essere ripristinato o non avremo modo di combattere il riscaldamento climatico. Il sistema DACCS (assorbimento diretto di CO2 nell’aria) non può farcela per varie ragioni che vanno oltre il tema di questo articolo.
La recente bordata di Copernicus spiega il riscaldamento globale in modo schietto: «Nei primi giorni di giugno 2023 le temperature medie globali dell’aria sono state le più alte mai registrate da ERAS per inizio giugno, con un margine notevole, dopo un mese di maggio in cui le temperature marine superficiali avevano raggiunto livelli mai visti per quel periodo dell’anno» (Fonte: Rilevazione del superamento della soglia di 1,5°C di riscaldamento globale, Copernicus, 15 giugno 2023).
Secondo lo studio, la temperatura media globale ha superato il limite di 1,5° durante la prima settimana di giugno. Tuttavia, si terrà sotto osservazione se continuerà questo aumento nel futuro. Secondo Copernicus: «I limiti di 1,5° e 2°C stabiliti con l’Accordo di Parigi sono obiettivi per la temperatura media del pianeta in periodi di venti o trent’anni, quelli usati di solito per definire il clima». Nel frattempo, ci sono sforamenti sempre più regolari.
Inoltre, un nuovo ciclo di riscaldamento nell’oceano Pacifico è all’orizzonte grazie a El Niño e porterà venti di poppa indesiderati e abbastanza caldi, facendo salire ancora le temperature. E così il 2023-24 potrebbe essere peggiore del 2022, ma cosa c’è di peggio per l’Europa? Risposta: anziché solo un centinaio, migliaia di comunità senza acqua potabile e tutte le imbarchazioni commerciali arenate nel fango.
Nella lettera via e-mail dal titolo “El Nino e l’accelerazione del Riscaldamento climatico”, del 14 giugno 2023, James Hansen fa notare le conseguenze del patto faustiano per cui l’energia pulita rimpiazza le polveri sottili dei carburanti fossili, ovvero la maledizione dell’oscuramento globale (Stanhill, 2006). Hansen ha dichiarato: «Il meccanismo principale che può aver causato l’accelerazione del riscaldamento globale è una diminuzione di aerosol di origine antropica (inquinamento dell’aria da particolato), che riflette la luce solare e pertanto ha un effetto di raffreddamento che in parte compensa il riscaldamento dovuto ai gas ad effetto serra (GHG)».
Il patto faustiano, cioè il particolato di origine antropica rimosso dal cielo tramite la mitigazione delle fonti di gas serra, significa paradossalmente questo: «Abbiamo suggerito che è in scadenza un pagamento corposo per il riscaldamento climatico accelerato». Per esempio, il particolato che riflette le radiazioni solari è diminuito e l’Organizzazione marittima internazionale ha stabilito limiti rigorosi sul contenuto di zolfo nei carburanti navali. Pertanto, la rimozione di un’orribile nota dolente del riscaldamento globale provoca un riscaldamento globale maggiore.
Secondo Hansen c’è un altro aspetto molto interessante: «C’è stato un incremento sconcertante dello squilibrio energetico della Terra (chiamato EEI). […] Circa il 90% della variazione di EEI è un cambiamento del contenuto di calore degli oceani, che viene campionato da una flotta di circa 4.000 sonde galleggianti Argo. Lo squilibrio energetico della Terra era di 0,71 W/m2 durante i dieci anni di calibrazione, ma è poi aumentato oltre 1 W/m2».
L’EEI è la forza motrice del riscaldamento globale. Di conseguenza, pare che il grafico giallo a punti di Hansen piazzi 1,5°C esattamente a metà degli anni ’20 di questo secolo. È davvero molto in anticipo e dovrebbe far smuovere i leader mondiali.
Oltre 1,5°C, la cosa si fa rischiosa, iper-spaventosa, e innesca punti di non ritorno che porterebbero il riscaldamento globale fuori controllo direttamente sulle superstrade, nelle aziende e nei salotti. L’Europa l’ha già vissuto, poiché le temperature lì sono due volte più calde della media globale (Organizzazione meteorologica mondiale).
Per esempio, con le temperature dell’anno scorso, uno dei più caldi della storia, l’UE ha vissuto un disastro climatico. Imbarchazioni commerciali incagliate nel fango dei maggiori corsi d’acqua europei, il Reno e il Danubio, mentre in Italia e in Francia veniva freneticamente consegnata acqua a camionate in più di cento comunità a secco di acqua potabile. Cosa succederà quando le cose peggioreranno?
Ci si potrebbe chiedere cinicamente quando entreranno in campo i leader mondiali. Gli scienziati avvertono da anni il Congresso e il potere esecutivo che le emissioni da carburanti fossili saranno la fine del grande esperimento americano di democrazia sociale. I Repubblicani di ogni corrente deridono il cambiamento climatico; le compagnie petrolifere versano soldi sporchi nei secchi dei partiti politici, mentre il riscaldamento globale viene venduto a chi offre di più. Questo è un pasticcio che fa orrore, ma chi si prenderà la colpa quando si metterà davvero male?
Traduzione dall’inglese di Mariasole Cailotto. Revisione di Thomas Schmid.